Credo la resurrezione della carne

Scheda N° 47

La fede nella resurrezione

La fede nella risurrezione è un messaggio di speranza per l'uomo del nostro tempo, vittima spesso di progetti centrati unicamente sul mondo, ma messi continuamente in crisi dal dramma della morte.

Nello stesso tempo per il credente la speranza nella risurrezione non è una facile scappatoia per evadere dai conflitti dell'esistenza e dall'impegno nel presente.

È uno stimolo a raddoppiare gli sforzi per rendere la terra un lembo di cielo e a lottare contro tutto ciò che porta germi di morte.

La fede trasforma l'angoscia della morte

Quando l'uomo muore passa attraverso una crisi simile a quella che sperimenta il bambino mentre, tra le doglie del parto, abbandona il seno della madre e si apre alla vita di un mondo completamente nuovo.

La fede non sopprime l'angoscia della morte, ma la trasforma;

essa diviene la soglia della risurrezione.

Per questo motivo la chiesa celebra la festa dei santi nel giorno della loro morte, perché giorno della nascita alla pienezza della vita.

L'uomo risorge nella sua totalità

Il "credo" parla di risurrezione della "carne" che, nella Bibbia, indica l'uomo nella sua totalità.

Il termine non va inteso in senso letterale, ma nel significato attribuitogli dal mondo culturale nel quale è nato.

Nella Bibbia la parola "carne" ("basar" in ebraico) non è contrapposta a "spirito" (come avviene presso di noi, figli della cultura greco-romana);

essa indica l'uomo tutto intero:

la sua fragilità, le debolezze, i limiti di creatura, ma anche tutta la ricchezza delle relazioni con gli altri e con il mondo.

Quando diciamo di "credere la risurrezione della carne" affermiamo che l'uomo risorge nella sua totalità:

con il bene seminato nell'esistenza terrena, le relazioni intrecciate, le esperienze esaltanti sperimentate nella vita vissuta all'insegna dell'amore.

Soltanto il peccato e l'egoismo non risorgeranno.

La resurrezione è il momento della vita

La risurrezione non sarà qualcosa di diametralmente opposto all'esperienza terrena;

sarà il coronamento di una vita nella quale avremo saputo scoprire e, nello stesso tempo, porre segni di risurrezione.

Gli atti di bontà, i gesti di solidarietà, il servizio disinteressato e gioioso alla vita fanno crescere la speranza della futura risurrezione, fanno corpo con la parte migliore di noi;

sono germi meravigliosi che portano frutti abbondanti durante l'esistenza e che fioriranno in pienezza nella vita eterna.

"Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore"

Ma qualcuno dirà: "Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?".

Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore;

e quello che semini non è il corpo che nascerà, ma un semplice chicco, di grano per esempio o di altro genere.

E Dio gli dà un corpo come ha stabilito, e a ciascun seme il proprio corpo.

Così anche la risurrezione dei morti: si semina corruttibile e risorge incorruttibile;

si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza;

si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale.

Se c'è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale, poiché sta scritto che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita ( 1 Cor 15,35-38.42-45 ).

In sintesi dal CCC 1015 - 1019

" La carne è il cardine della salvezza ".

Noi crediamo in Dio che è il Creatore della carne, crediamo nel Verbo fatto carne per riscattare la carne;

crediamo nella risurrezione della carne, compimento della creazione e della redenzione della carne.

Con la morte l'anima viene separata dal corpo, ma nella risurrezione Dio tornerà a dare la vita incorruttibile al nostro corpo trasformato, riunendolo alla nostra anima.

Come Cristo è risorto e vive per sempre, così tutti noi risusciteremo nell'ultimo giorno.

" Crediamo nella vera risurrezione della carne che abbiamo ora ".

Mentre, tuttavia, si semina nella tomba un corpo corruttibile, risuscita un corpo incorruttibile un " corpo spirituale " ( 1 Cor 15,44 ).

In conseguenza del peccato originale, l'uomo deve subire " la morte corporale, dalla quale sarebbe stato esentato se non avesse peccato ".

Gesù, il Figlio di Dio, ha liberamente subìto la morte per noi in una sottomissione totale e libera alla volontà di Dio, suo Padre.

Con la sua morte ha vinto la morte, aprendo così a tutti gli uomini la possibilità della salvezza.