Conferenza Mondiale sui Diritti Umani |
19. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani considera l'eliminazione del razzismo e della discriminazione razziale, in particolare nelle loro forme istituzionalizzate come l'apartheid, le dottrine sulla superiorità a l'esclusività razziale o le attuali forme e manifestazioni di razzismo, un obiettivo primario per la comunità internazionale e per un programma mondiale di promozione nel settore dei diritti umani.
Gli organi delle Nazioni Unite e le agenzie dovrebbero aumentare gli sforzi per attuare tale programma d'azione, riferita al terzo decennio per combattere il razzismo e la discriminazione razziale, come pure i successivi mandati per la stesso fine.
La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani rivolge con forza un appello alla comunità internazionale, perché generosamente contribuisca al Fondo Fiduciario per il Programma del Decennio per Combattere il Razzismo e la Discriminazione Razziale.
20. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani fa pressione su tutti i Governi, affinché prendano immediate misure e sviluppino politiche forti per prevenire e combattere tutte le forme e le manifestazioni di razzismo xenofobia o intolleranza, dove necessario, per mezzo della promulgazione di una legislazione appropriata che includa sanzioni penali e per mezzo della costituzione di istituzioni nazionali volte a combattere tali fenomeni.
21. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani accoglie con favore la decisione della Commissione sui diritti umani di nominare un Relatore speciale sulle forme attuali di razzismo, discriminazione razziale, xenofobia e intolleranza.
La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani rivolge un appello a tutti gli Stati aderenti alla Convenzione Internazionale sulla Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione Razziale, perché considerino seriamente la possibilità di fare la dichiarazione prevista nell'art. 14 della Convenzione.
22. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani si appella a tutti i Governi, affinché prendano misure appropriate, in conformità agli obblighi internazionali e col dovuto rispetto dei propri sistemi giuridici, per contrastare l'intolleranza e la violenza ad essa connessa, basata sulla religione o sul credo, comprese le pratiche di discriminazione contro le donne, la profanazione dei luoghi sacri, riconoscendo che ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, coscienza, espressione e religione.
La Conferenza invita anche tutti gli Stati a mettere in pratica le clausole della Dichiarazione sull'Eliminazione di Tutte le Forme di Intolleranza e Discriminazione Basate sulla Religione a sul Credo.
23. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sottolinea che tutte le persone che perpetrano o autorizzano atti criminali associati a pulizia etnica, sono individualmente responsabili per tali violazioni dei diritti umani e che la comunità internazionale dovrebbe esercitare ogni sforzo per portare davanti alla giustizia coloro che sono giuridicamente responsabili di tali violazioni.
24. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani fa appello agli Stati, affinché prendano misure immediate, individualmente o collettivamente, al fine di combattere la pratica della pulizia etnica e farla rapidamente cessare.
Le vittime di tale aberrante pratica hanno diritto ad un appropriato ed efficace risarcimento.
25. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani rivolge un appello alla Commissione per i Diritti Umani, affinché esamini modi e mezzi per promuovere e tutelare efficacemente i diritti delle persone che appartengono alle minoranze, come espresso nella Dichiarazione sui diritti delle persone appartenenti a minoranze nazionali o etniche, religiose e linguistiche.
In questo contesto la Conferenza Mondiale sui Diritti Umani fa appello al Centro per i diritti umani perché fornisca, su richiesta dei governi interessati e quale parte del suo programma di servizi di consulenza e assistenza tecnica, esperti qualificati sulle questioni delle minoranze e dei diritti umani, così come sulla prevenzione e risoluzione delle controversie, affinché essi diano assistenza in situazioni esistenti o potenziali che coinvolgono le minoranze.
26. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sollecita gli Stati e la comunità internazionale a promuovere e proteggere i diritti di persone appartenenti a minoranze nazionali o etniche, religiose e linguistiche in accordo con la Dichiarazione sui Diritti delle Persone appartenenti a Minoranze Nazionali o Etniche, Religiose e Linguistiche.
27. Le misure da prendersi, ove richiesto, dovrebbero includere facilitazioni per la piena partecipazione delle minoranze a tutti gli aspetti della vita politica, economica, sociale, religiosa e culturale della società e per il progresso economico e lo sviluppo del loro paese.
28. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani si rivolge al Gruppo di Lavoro sulle Popolazioni Indigene della sottocommissione sulla Prevenzione della Discriminazione e Protezione delle Minoranze, perché completi la bozza di una dichiarazione sui diritti delle popolazioni indigene, nella sua 11ma sessione.
29. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani raccomanda che la Commissione sui Diritti Umani consideri seriamente il rinnovo e l'aggiornamento del mandato al Gruppo di Lavoro sulle Popolazioni Indigene, per il completamento della bozza di una dichiarazione sulle popolazioni indigene.
30. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani raccomanda anche che i servizi di consulenza e i programmi di assistenza tecnica, all'interno delle Nazioni Unite, rispondano positivamente alle richieste di assistenza degli Stati, il che sarebbe di grande beneficio per le popolazioni indigene.
La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani, inoltre, raccomanda che adeguate risorse, umane e finanziarie, siano rese disponibili al Centro per i Diritti Umani, all'interno del quadro globale di rafforzamento delle attività del Centro, come delineato in questo documento.
31. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sollecita gli Stati, affinché assicurino la piena e libera partecipazione delle popolazioni indigene a tutti gli aspetti della società, in particolare a questioni di loro interesse.
32. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani raccomanda che l'Assemblea Generale proclami un decennio internazionale delle popolazioni indigene del mondo, ad iniziare da gennaio 1994, includendovi programmi orientati all'azione, da decidersi insieme con le popolazioni indigene.
Un adeguato fondo fiduciario volontario dovrebbe essere realizzato a tal fine.
Nel quadro di tale decennio, dovrebbe essere considerata la costituzione di un forum permanente per le popolazioni indigene nel sistema delle Nazioni Unite.
33. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sollecita tutti gli Stati, affinché garantiscano la protezione dei diritti umani a tutti i lavoratori migranti e alle loro famiglie.
34. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani considera che la creazione di condizioni, per favorire una più grande armonia e tolleranza tra lavoratori migranti e il resto della società dello Stato in cui risiedono, sia di particolare importanza.
35. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani invita gli Stati a prendere in considerazione la possibilità di firmare e ratificare, nel tempo più breve possibile, la Convenzione internazionale sui diritti di tutti i lavoratori migranti e delle loro famiglie.
36. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sollecita il pieno e uguale godimento, da parte delle donne, di tutti i diritti umani, e ciò dovrà costituire una priorità per i governi e per le Nazioni Unite.
La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sottolinea, inoltre, l'importanza dell'integrazione e della piena partecipazione delle donne, sia come agenti che come beneficiarie, nel processo di sviluppo, e ribadisce gli obiettivi stabiliti nell'azione globale in favore delle donne per uno sviluppo equo e sostenibile come previsto nella Dichiarazione di Rio, Capitolo 24 dell'Agenda 21 - adottata dalla Conferenza dell'ONU su Ambiente e Sviluppo ( Rio de Janeiro, Brasile, 3-14 giugno 1992 ).
37. L'uguale status delle donne e i loro diritti umani dovrebbero essere integrati nel flusso principale di attività dell'intero sistema delle Nazioni Unite.
Queste tematiche dovrebbero essere regolarmente e sistematicamente affrontate in tutti gli organi e meccanismi di rilievo delle Nazioni Unite.
In particolare, andrebbero fatti passi per aumentare la cooperazione e promuovere un'ulteriore integrazione di obiettivi e traguardi tra
la Commissione sullo Status delle Donne,
la Commissione sui Diritti Umani,
il Comitato per l'Eliminazione della Discriminazione contro le Donne,
il Fondo di Sviluppo delle Nazioni Unite per le Donne,
il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite ed altre agenzie delle Nazioni Unite.
In tale contesto, dovrebbero essere rafforzate la cooperazione e la coordinazione tra il Centro per i Diritti Umani e la Divisione per l'Avanzamento delle Donne.
38. In particolare, la Conferenza Mondiale sui Diritti Umani pone l'accento sull'importanza di lavorare per l'eliminazione della violenza contro le donne nella vita pubblica e privata, per l'eliminazione di tutte le forme di molestie sessuali, sfruttamento e tratta delle donne, per l'eliminazione di pregiudizi di genere nell'amministrazione della giustizia e per lo sradicamento di ogni conflitto che possa insorgere tra i diritti delle donne e gli effetti dannosi di certe pratiche tradizionali o abituali, di pregiudizi culturali ed estremismi religiosi.
La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani fa appello all'Assemblea Generale, affinché adotti la bozza di Dichiarazione sulla violenza contro le donne e fa pressione sugli Stati affinché combattano la violenza contro le donne in accordo con le sue disposizioni.
Le violazioni dei diritti umani delle donne in situazioni di conflitto armato rappresentano violazioni dei fondamentali principi del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani.
Tutte le violazioni di tale tipo, incluso in particolare l'assassinio, lo stupro sistematico, la schiavitù sessuale e la gravidanza forzata, richiedono una risposta particolarmente efficace.
39. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sollecita lo sradicamento di tutte le forme di discriminazione contro le donne, sia nascoste che palesi.
Le Nazioni Unite dovrebbero incoraggiare la meta della ratifica universale da parte di tutti gli Stati della Convenzione sull'Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne entro l'anno 2000.
Dovrebbero essere incoraggiati modi e mezzi per affrontare significativamente l'ampio numero di riserve alla Convenzione.
Tra le altre cose, il Comitato per l'Eliminazione della Discriminazione contro le Donne dovrebbe continuare il riesame delle riserve poste alla Convenzione stessa.
Gli Stati sono sollecitati a ritirare le riserve contrarie all'oggetto e al proposito della Convenzione o che, in altro modo, sono incompatibili con il diritto internazionale dei trattati.
40. Gli enti deputati al controllo dei trattati dovrebbero dare le necessarie informazioni atte a mettere le donne in grado di usare più efficacemente le procedure di attuazione esistenti, per realizzare il loro mandato di favorire un pieno ed eguale godimento dei diritti umani e la non discriminazione.
Nuove procedure dovrebbero anche essere adottate per rafforzare l'attuazione dell'impegno per l'uguaglianza delle donne e per i loro diritti umani.
La Commissione sullo status delle donne e il Comitato per l'eliminazione della discriminazione contro le donne dovrebbero esaminare celermente la possibilità di introdurre il diritto di petizione attraverso la preparazione di un Protocollo opzionale alla Convenzione sulla eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne.
La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani saluta la decisione della Commissione sui diritti umani di prendere in considerazione la nomina di un relatore speciale sulle violenze contro le donne, alla sua 50a sessione.
41. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani riconosce l'importanza del godimento da parte delle donne del migliore livello di salute fisica e mentale per tutta la durata della loro vita.
Nel quadro della Conferenza Mondiale sulle Donne e della Convenzione per l'Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne, così come della Proclamazione di Teheran del 1968, la Conferenza Mondiale sui Diritti Umani riafferma, sulla base dell'uguaglianza tra uomini e donne, il diritto delle donne ad un'accessibile ed adeguata tutela della salute e alla più ampia gamma di servizi per la pianificazione familiare, così come ad un eguale accesso a tutti i livelli d'istruzione.
42. Gli organi deputati al controllo sui trattati dovrebbero includere nelle loro deliberazioni e conclusioni lo status delle donne e i diritti umani delle donne, facendo uso dei dati specifici di genere.
Gli Stati dovrebbero essere incoraggiati a fornire informazioni sulla situazione delle donne, de jure e de facto, nei loro rapporti agli organi che si occupano del controllo sui trattati.
La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani nota con soddisfazione che la Commissione sui diritti umani ha adottato nella sua 49a sessione una risoluzione che afferma che relatori e gruppi di lavoro sul tema dei diritti umani dovrebbero essere sollecitati a fare altrettanto ( Risoluzione n. 46 dell'8 Marzo 1993 ).
Dovrebbero essere presi provvedimenti anche dalla Divisione per l'Avanzamento delle Donne in cooperazione con altri organi delle Nazioni Unite, e specificamente con il Centro per i Diritti Umani, per assicurare che l'attività delle Nazioni Unite sui diritti umani affronti regolarmente le violazioni dei diritti umani delle donne, inclusi specifici abusi di "genere".
La formazione per il personale delle Nazioni Unite che opera nel settore dei diritti umani e degli aiuti umanitari, dovrebbe essere incoraggiata per assisterlo nel riconoscere e affrontare gli abusi dei diritti umani, particolarmente nei confronti delle donne, e per portare a buon fine il suo lavoro senza prevenzione di "genere".
43. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sollecita i governi e le organizzazioni regionali ed internazionali a facilitare l'accesso delle donne ai posti di livello decisionale e la loro più ampia partecipazione al processo di formazione delle decisioni.
Richiede che vengano prese misure ulteriori all'interno del Segretariato delle Nazioni Unite, affinché si nomini e si promuovano staff di donne in accordo con la Carta delle Nazioni Unite ed incoraggia altri organi, tanto principali quanto sussidiari delle Nazioni Unite, a garantire la partecipazione delle donne a condizioni di parità.
44. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani saluta la Conferenza Mondiale sulle Donne che si terrà a Pechino nel 1995 e sollecita che i diritti umani delle donne giochino un ruolo importante nelle sue deliberazioni, in accordo con i temi prioritari della Conferenza mondiale sulle donne: uguaglianza, sviluppo e pace.
45. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani ribadisce i principi del "Primo Appello per i Bambini" e, a tal riguardo, sottolinea l'importanza di maggiori sforzi a livello nazionale ed internazionale, specialmente quelli del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia, per promuovere il rispetto dei diritti del bambino alla sopravvivenza, alla protezione, allo sviluppo e alla partecipazione.
46. Dovrebbero essere prese misure per ottenere la ratifica universale della Convenzione sui Diritti del Bambino entro il 1995 e la firma universale della Dichiarazione Mondiale su Sopravvivenza, Protezione e Sviluppo dei Bambini e del Piano d'Azione adottato dal Summit Mondiale per i Bambini, come pure per raggiungerne l'attuazione effettiva.
La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sollecita gli Stati a ritirare le riserve poste alla Convenzione sui Diritti del Bambino contrarie all'oggetto e al proposito della Convenzione o altrimenti contrarie al Diritto Internazionale dei trattati.
47. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani fa appello alle nazioni, affinché intraprendano misure al massimo grado delle risorse disponibili, con il sostegno della cooperazione internazionale, per raggiungere le mete poste dal Piano d'azione del Summit mondiale [ sull'infanzia del 1990 ].
La Conferenza richiama gli Stati, affinché integrino la Convenzione sui diritti del bambino nei loro piani nazionali di azione.
Per mezzo di tali piani nazionali di azione e attraverso sforzi internazionali, dovrebbe essere riconosciuta particolare priorità alla riduzione del tasso di mortalità infantile e materna, di malnutrizione, di analfabetismo e provvedere all'accesso all'acqua potabile e all'istruzione di base.
In qualunque momento sia richiesto, i piani nazionali di azione dovrebbero essere ideati per combattere le emergenze devastanti che derivano dai disastri naturali, dai conflitti armati e dal problema ugualmente grave dei bambini in estrema povertà.
48. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sollecita tutti gli Stati ad affrontare, con il sostegno della cooperazione internazionale, il problema dei bambini che si trovano in situazioni particolarmente difficili.
Lo sfruttamento e l'abuso dei bambini dovrebbero essere attivamente combattuti, affrontandone le cause primarie.
Misure effettive sono richieste contro l'infanticidio di bambine, contro il lavoro minorile nocivo, contro la vendita dei bambini e di organi, contro la prostituzione infantile, la pornografia che utilizza bambini e altre forme di abusi sessuali.
49. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sostiene tutte le misure prese dalle Nazioni Unite e dalle sue agenzie specializzate, dirette ad assicurare l'effettiva protezione e promozione dei diritti umani della bambina.
La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sollecita gli Stati, affinché abroghino leggi vigenti e regolamenti, e rimuovano costumi e pratiche che discriminano e causano danno alla bambina.
50. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sostiene con vigore la proposta che il Segretario Generale inizi uno studio dei mezzi per migliorare la tutela dei bambini nei conflitti armati.
Le norme umanitarie dovrebbero essere applicate e si dovrebbero prendere misure al fine di proteggere e facilitare l'assistenza ai bambini nelle zone di guerra.
Tali misure dovrebbero includere la protezione dei bambini contro l'uso indiscriminato di tutte le armi da guerra, specialmente le mine anti-uomo.
Il bisogno di convalescenza e riabilitazione dei bambini traumatizzati dalla guerra, deve essere affrontato urgentemente.
La Conferenza fa appello al Comitato per i diritti del bambino per studiare la questione dell'innalzamento dei limiti d'età per il reclutamento nelle forze armate.
51. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani raccomanda che le questioni legate ai diritti umani e la situazione dei bambini siano regolarmente riviste e controllate da tutto il sistema degli organi rilevanti e del meccanismo delle Nazioni Unite e dagli organismi di supervisione delle agenzie specializzate, in accordo coi loro mandati.
52. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani riconosce il ruolo fondamentale svolto dalle ONG nell'effettiva attuazione di tutti gli strumenti dei diritti umani ed in particolare della Convenzione sui Diritti del Bambino.
53. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani raccomanda che il Comitato per i Diritti del Bambino, con l'assistenza del Centro per i diritti umani, sia messo in grado di adempiere celermente e con efficacia al proprio mandato, specialmente in vista dell'ampiezza senza precedenti delle ratifiche e la conseguente presentazione dei rapporti nazionali.
54. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani saluta la ratifica da parte di molti Stati Membri della Convenzione contro la Tortura e altro Trattamento o Punizione Crudele, Inumano o Degradante, ed incoraggia la sua ratifica rapida da parte di tutti gli altri Stati Membri.
55. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani pone l'accento sul fatto che una delle più atroci violazioni della dignità umana è l'atto della tortura, il cui risultato è la distruzione della dignità e il deterioramento della capacità delle vittime di portare avanti la propria vita e le proprie attività.
56. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani riafferma che, in base al diritto umanitario e alle norme sui diritti umani, la libertà dalla tortura si pone quale diritto da tutelare in ogni circostanza, inclusi i periodi di disordini interni, internazionali o di conflitti armati.
57. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani sollecita, dunque, tutti gli Stati, affinché pongano immediatamente fine alla pratica della tortura e sradichino questo male per sempre, attraverso la piena applicazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e delle altre rilevanti convenzioni e, dove necessario, attraverso il rafforzamento dei meccanismi esistenti.
La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani fa appello agli Stati, affinché cooperino pienamente con il Relatore Speciale, sulla questione della tortura al fine dell'adempimento del suo mandato.
58. Una speciale attenzione deve essere data per assicurare il rispetto universale dell'effettiva applicazione dei "Principi di Etica Medica riguardanti il Ruolo del Personale Sanitario e specialmente dei Medici, nella Protezione dei Prigionieri e Detenuti contro la Tortura o altro Trattamento o Punizione Crudele, Inumana o Degradante" adottati dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
59. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani pone l'accento sull'importanza di ulteriori e concrete azioni nell'ambito delle Nazioni Unite allo scopo di fornire assistenza alle vittime di torture e assicurare risposte più efficaci per la loro riabilitazione fisica, psicologica e sociale.
Dovrebbe essere data priorità assoluta al procacciamento dei mezzi necessari a tale proposito, anche attraverso i contributi addizionali al Fondo Volontario delle Nazioni Unite per le Vittime della Tortura.
60. Gli Stati dovrebbero abrogare la legislazione che consente l'impunità per coloro che sono responsabili di gravi violazioni dei diritti umani come la tortura e dovrebbero perseguire tali violazioni in modo da fornire una solida base per lo Stato di diritto.
61. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani ribadisce che gli sforzi per sradicare la tortura dovrebbero, per prima cosa e in primo luogo, essere concentrati sulla prevenzione e dunque fa appello perché sia prontamente adottato il protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura e altro trattamento o punizione crudele, inumana o degradante che è inteso a stabilire un sistema preventivo di visite regolari nei luoghi di detenzione.
62. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani nel salutare l'adozione da parte dell'Assemblea Generale della Dichiarazione sulla protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, fa richiamo agli Stati affinché prendano misure effettive sul piano legislativo, amministrativo, giudiziario o di altro tipo, al fine di prevenire, far finire e punire atti di scomparse forzate.
La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani ribadisce che è dovere di tutti gli Stati, in ogni circostanza, compiere indagini, ovunque vi sia ragione di credere che una scomparsa forzata abbia avuto luogo su un territorio ricadente sotto la loro giurisdizione e, se le prove sono confermate, perseguire i responsabili.
63. La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani ribadisce che tutti i diritti umani e le libertà fondamentali sono universali e includono senza riserve le persone disabili.
Ogni persona è nata uguale alle altre e vanta gli stessi diritti alla vita e al benessere, all'educazione e al lavoro, a vivere in modo indipendente e all'attiva partecipazione a tutti gli aspetti della società.
Qualsiasi discriminazione diretta o altro trattamento discriminatorio negativo verso una persona disabile, pertanto, è una violazione dei suoi diritti.
La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani si appella ai governi, ove necessario, affinché adottino o adeguino la legislazione per assicurare l'accesso a questi e ad altri diritti per le persone disabili.
64. Il posto delle persone disabili è ovunque.
Alle persone disabili dovrebbero essere garantite uguali opportunità, attraverso l'eliminazione di tutte quelle barriere socialmente determinate, siano esse fisiche, finanziarie, sociali o psicologiche, che escludono o restringono la piena partecipazione alla società.
65. Richiamando il Programma Mondiale di Azione riguardante le Persone Disabili, adottato dall'Assemblea Generale nella sua 37esima sessione, la Conferenza Mondiale sui Diritti Umani rivolge un appello all'Assemblea Generale e al Consiglio Economico e Sociale perché, negli incontri del 1993, adotti la bozza di regole standard sulle pari opportunità per le persone disabili.
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