Responsabilità educazione

Non e' ugualmente facile sapere ciò che si deve fare e farlo.

Così come sono cose diverse indicare la via a un cieco e provvedere un mezzo di trasporto per uno stanco .

Non ognuno che indica la strada offre anche il mezzo di sostentamento a chi e' in cammino .

Altro è ciò che gli indica chi non lo fa andare fuori strada e altro ciò che gli dà chi non lo fa venir meno per via.

Così non chiunque insegna ciò che è bene , per ciò stesso anche lo dà, qualunque cosa abbia insegnato. Perciò due cose mi sono necessarie : essere istruito ed essere aiutato.

dal De Gratia et libero arbitrio di San Bernardo di Clairwaux . scritto intorno al 1134)

Nota introduttiva. (Riccardo M.)

Nell' esperienza nasce una proposta responsabile.

Il valore di questo nostro incontro è , come sempre, nelle nostre mani , nella nostra "comprensione" e non solo nel valore dei relatori .

La nostra presenza, l'esperienza cristiana che ci distingue nel modo di essere, seppur giudicata da qualcuno modesta e superata , ha in sé tutti i contenuti migliori per continuare a proporsi come un sistema educativo capace di adeguarsi alla realtà del tempo presente e di porsi responsabilmente come insegnamento per il futuro.

La lettura del passo di San Bernardo ci richiama ,in un certo modo alla responsabilità che dobbiamo agli altri.

È importante cercare di comprendere cosa vuol dire essere responsabili dei mezzi necessari al fine del nostro impegno educativo.

E questo, per un cristiano, in una visione obbligata pedagogico-esistenziale (dire, fare, dare per crescere)

Via Paradiso

Abbiamo tutti incontrato o incontreremo persone che ti lasciano un ricordo indelebile e un vero sentimento di riconoscenza tanto forte da sperare di poter fare altrettanto… ma poi scopriamo che all'evenienza non siamo capaci di tanta generosità … di tanto amore gratuito

Credo siamo concordi nel ritenere che la vera capacità di vivere non sta nel prendersi delle soddisfazioni individuali , ma nel godere dello sforzo di soddisfare il bisogno degli altri , della gioia che ne deriva.

Non è come qualcuno potrebbe pensare il masochismo di chi adora ed espone come emblema un uomo crocifisso ma la Buona Novella alla luce dell'esperienza cristiana autentica.

Amarci è gioire insieme ,e per questo aiutarci a vincere la gravità della necessità , il buio spirituale, la fragilità e i bisogni di un bambino.

Possiamo davvero svoltare in Via Paradiso se riusciamo a crescere, cioè a vivere, con lo sguardo che va dal volto di un figlio a Gesù Crocifisso che , chiamandoci sale al cielo.

La generosità ci innesta nell'eternità

È bello essere troppo generosi. La generosità è lo spirito di una visione pedagogica della vita.

Nella vita siamo tutto quando aiutiamo chi può contare solo su di noi .

i sentiamo tutto quando siamo amati più di tutto.

E questo ci riporta a mamma e a papà, alla moglie e al marito che si amano.

In quante situazioni abbiamo riposto nell'altro ,fiduciosi di essere amati, tutta la nostra vita.

La fiducia è la logica del rapporto interpersonale, a tutti i livelli .

Quanto è grande la responsabilità di amare.

Quanto è grande l'impegno di avere per poter dare gratuitamente.

Siamo in una dimensione che umanamente ci appare contraddittoria .

Sembra il contrario dell'economia che si impegna ad avere per avere di più dove di gratuito non c'è più nulla, anche la pietà è morta davanti al denaro.

È la logica del dono che anima un vero processo economico degno della creatura umana salvata dall'Amore Crocifisso.

La generosità ci innesta nell'eternità come tempo vero dell'essere umano, ci apre e da spazio a Dio , chiamandoLo subito ad agire.

Ecco che acquisiamo da Lui la forza e la grazia necessaria e sufficiente per affrontare con impegno e fede una vita-cultura-mentalità pedagogica e quindi, in coscienza, personalmente e socialmente corresponsabile e non speculativa e individualista.

Gesù ci insegna l'amore e per questo si assume la responsabilità di tutte le nostre colpe e soffrendone ci chiama dall'alto della Croce. Padre perdona loro…

La stagione dell'educazione non finisce mai .

Quando pensiamo all'educazione pensiamo subito a un bambino o a un giovane senza soffermarci anche su noi stessi .

La stagione dell'educazione non finisce mai .

Comincia con l'infanzia ma è solo una preparazione alla vera educazione che si costruisce fino all'ultimo giorno.

Non siamo mai abbastanza adulti da dirci educati e per questo davvero responsabili.

Anche l'ultimo giorno di vita terrena ci riserverà insegnamenti e forse quelli più importanti per cui è valsa la pena di cercare di imparare a vivere.

L'umile apertura all'ascolto degli altri, della natura e l'accoglimento de loro insegnamento è un dono.

Diceva un vecchio monaco trappista che da decenni passava molte ore al giorno in confessionale : ".. quando due si incontrano, anche nel confessionale, non si sa mai chi dei due ne trarrà maggior vantaggio…"

L'umiltà , la modestia dell'ascolto fa apprendere più di quello che si crede di poter dare.

Sempre, in rapporto a Gesù Cristo.

L'esperienza, positiva o negativa secondo il nostro giudizio,ma sempre seriamente vissuta (in questa serietà si può trovare il senso attuale della prudenza cristiana come virtù morale) , è maestra di vita se messa, sempre, in rapporto a Gesù Cristo.

Non è facile imparare e insegnare ad educare. L'umanità cresce e sulla base dell'esperienza fa crescere .

I momenti di regressione , come le guerre, passano ma hanno purtroppo il grande significato, forse cinica consolazione dei sopravvissuti ( sarebbe bello sentire l'opinione dei morti), di dimostrare la loro inutilità .

Possiamo aiutare a crescere solo mentre cresciamo, è la dinamica del nostro essere che è chiamato e chiamante… educare un figlio è educarsi , è diventare più responsabile.

Dobbiamo imparare a vivere, insegnare a vivere per Lui, con Lui e in Lui.

Questa è la base della responsabilità educativa di un cristiano.

Dire, dare, fare

L'educazione diventa così un patrimonio di piccole e grandi virtù indispensabili per superare i momenti difficili che ci possono far lasciare "Via Paradiso" .

La vita ci pone degli obiettivi esistenziali obbligatori che mettono alla prova tutti.

Pensiamo al dramma famigliare di tanti apparentemente benestanti…importanti… potenti…

Ecco perché abbiamo insistito tanto e ci siamo detti più volte che bisogna credere che la vita dei nostri figli dipende dal valore dell'impegno di ognuno, dalla nostra buona e mite battaglia quotidiana … e non dall'eredità economica che lasciamo.

È solo così che abbiamo davvero da dire, da dare e da fare per il maggior bene possibile da offrire come risposta alla Croce.