Crocevia

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Insegnare, chiamare, curare

Insegnare, chiamare, curare.

Nessuno può fare questo in senso vero e completo.

È sempre una promessa non mantenuta.

Noi spesso diciamo a qualcuno: "ti voglio bene".

Lo diciamo quasi sempre perché siamo corrisposti.

Amiamo chi ci ama.

Abbiamo dei dubbi che Gesù ci ami?

La croce d'amore non basta?

Mi rivolgo ai massoni che contestano la storicità di Gesù, a chi si è costruito una logica esistenziale marxista o socialista, agli atei, agli agnostici ai teisti, a tutti coloro che non hanno ancora avuto il coraggio di affrontare l'impegno di Gesù, non tanto facendone un problema religioso in senso istituzionale ma facendone un problema di proposta.

Come è possibile che si possa conoscere la Sua proposta e non seguirla?

La giustificazione di una Chiesa che blocca, che rappresenta il rischio cristiano, non può bastare.81

È storicamente superata da casi come i sette cari trappisti trucidati in Algeria nel 1996.

Gesù che parla, se ascoltato, vale infinitamente e decisivamente di più di qualunque altro "grande iniziato", come li chiama lo scrittore Édouard Schurè; Budda, Maometto, Laotse, Ramacrhisna, Krishnamurti, insegnano un pezzo di cammino verso la vita eterna ma nessuno sa dire all'uomo parole di vita come Gesù.

Anche loro aiutano l'uomo, ma lo chiamano a rivivere uno stato di perfezione in fondo disumano, fondato sulla ricerca di uno stato che auto-realizza la dimensione umana.

Ma la speranza di vedere il Padre e di sentirsi amati da Lui è sconosciuta.

Senza l'amore non c'è vita.

Tutti in fondo propongono morti più o meno indolori, ma solo morti, Gesù ci propone di vivere e di vivere d'amore.

Questo non basta?

Possiamo vivere coniugando questi tre verbi - insegnare, chiamare, curare - in modo sempre nuovo per rinnovare una nuova personalità umana illuminata da Gesù, sempre nuovo sole della nostra esistenza storica.

Pensiamo a questo proposito alle immagini che vediamo sempre e sulle quali non ci soffermiamo.

In spiaggia davanti a me ci sono una bambina intorno ai 7 anni, la mamma intorno ai 30, la nonna intorno ai 55 e la bisnonna sui 75.

La continuità genetica è evidente, sembra la pagina di un libro di antropologia.

Però la dimensione umana nella sua interezza evidenzia in modo chiaro che l'esistenza di queste persone ha il suo punto alto, per le nostre convenzioni, nell'età forte, i 30 anni.

Prima c'è una fase coccolata dopo fasi di accettazione del proprio stato e rassegnazione un po' "depravata" lasciata libera.

Sono le 4 fasi della vita non riproducibili nella realtà che si manifestano.

Sono evidentemente occasioni per capire l'errore esistenziale che commettiamo: è lo sguardo che conta.

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81 Bruno Forte, Avvenire. "La Chiesa ha bisogno di intraprendere coraggiosamente la via della riforma e della conversione nell'umile riconoscimento delle proprie colpe e nella confessione gioiosa del dono divino che è poi la via alla quale Giovanni Paolo II ha chiamato con l'Enciclica in preparazione del III Millennio"