Palestina e Siria nella media e tarda età del bronzo (2000-1200 a.C.)

Verso la fine della tarda età del bronzo, allorché le tribù d'Israele migrarono in Palestina, questa non costituiva uno spazio vuoto: si trattava al contrario di una regione che aveva già dietro di sé una storia movimentata.

Nell'antica età del bromo (III millennio a.C.) era stanziata in Palestina una popolazione di lingua semitica.

Come mostrano gli scavi, vi erano città ben costruite, come Meghiddo, Bet-Sean, Gerico, Ai, Bet-Iera.

All'epoca della costruzione delle piramidi (dal XXVI al XXIII secolo a.C.) anche in Palestina fiorì un'alta civiltà, che intratteneva vivaci scambi culturali con l'Egitto.

La prima metà della media età del bromo (2000-1800) fu caratterizzata dalle lotte delle tribù palestinesi in conflitto fra loro: molte città furono distrutte, e la densità della popolazione decrebbe.

Nel XIX e XVIII secolo si impose in Palestina una nuova classe dominante costituita da semiti provenienti da occidente che, assoggettata al proprio potere la Mesopotamia, aveva fondato uno stato, il regno antico, e dato origine alla I° dinastia babilonese.

La seconda metà della media età del bronzo (dal XVIII al XVI secolo) fu caratterizzata dal dominio degli Hyksos (egiziano hk' eh' st = «capi dei paesi stranieri»), un popolo di stirpe semitico-occidentale e hurrita che nel corso della XIII dinastia era migrato in Egitto, dove giunse al potere ed instaurò, con la XV dinastia, una dominazione straniera ( con capitale Avaris, sul delta orientale del Nilo ).

Il territorio controllato dagli Hyksos comprendeva quanto meno la parte meridionale della Palestina.

Nomi propri d'origine semitico-occidentale e hurrita sono documentabili per questo periodo presso dinastie locali siriane, con le quali gli Hyksos intrattenevano relazioni commerciali.

Sulle caratteristiche del predominio degli Hyksos abbiamo sì e no fonti indirette; qualche notizia possiamo in compenso ricavare da quanto conosciamo del periodo successivo.

Gli Hyksos introdussero nuove armi e nuove tecniche di guerra: spade a lama ricurva, asce a becco, corazze a scaglie e soprattutto il carro da guerra tirato da cavalli, che ebbe a sua volta come conseguenza una nuova tecnica nella costruzione delle fortificazioni e un mutamento nei rapporti sociali, determinando il formarsi di una società di tipo feudale: un'aristocrazia di cavalieri liberi, che erano al tempo stesso proprietari terrieri, dominava su una popolazione soggetta a tributo.

Le città furono trasformate in salde fortezze mediante la costruzione di robuste mura erette a scarpata.

La tecnica dei carri da combattimento richiedeva ampie porte, che erano protette da due o tre passaggi e da robuste torri.

Installazioni simili sono state scoperte, per esempio, a Siohem e a Meghiddo.

Nella tarda età del bromo (XVI-XIII secolo) la Palestina fu sottoposta alla dominazione egiziana.

I faraoni della nascente XVIII dinastia ( a partire dal 1580 a.C. ) riuscirono a ricacciare sempre più indietro gli Hyksos.

Nella battaglia di Meghiddo (1479) Tutmosi III infranse definitivamente il loro predominio; gli Egiziani, di conseguenza, poterono estendere alla Palestina e alla Siria, fino all'Eufrate, il territorio sottoposto al proprio controllo.

Essi conservarono il sistema feudale che risaliva agli Hyksos, riducendo i signori feudali, divenuti re delle città-stato, al rango di vassalli.

I faraoni del XIV secolo, Amenofi III (1411-1375) e Amenofi IV (1375-1358), poterono mantenere il loro predominio sulla Palestina solo nominalmente.

Nel 1887 venne scoperto a teli el-'Amarna, capitale sotto Amenofi IV, un archivio contenente la corrispondenza dei due faraoni con i principali vassalli (re delle città-stato ) palestinesi, e composto di tavolette in terracotta incise coi caratteri cuneiformi del babilonese, la lingua diplomatica del tempo: da esso apprendiamo che i faraoni non erano in grado di far valere le loro pretese di dominio, ne di ridurre all'obbedienza i re delle città-stato che si erano sottratti al loro dovere di vassalli, ne di mettere un freno alle contese che li opponevano l'uno all'altro.

Così, la richiesta d'aiuto di Abdi Chepa, re di Gerusalemme, che si sentiva minacciato dalle aggressioni della dinastia Labaia di Sichem e l'accusava di defezione dall'Egitto, rimase a quanto pare senza risposta.

I faraoni della XIX dinastia, soprattutto Seti I (1319-1301) e Ramesse II (1301-1234), riuscirono ancora una volta ad imporre il predominio egiziano sulla Palestina e la Siria.

Frattanto, però, gli Hittiti erano stati ricacciati dall'Asia minore verso la Siria settentrionale: nel 1297 si giunse così alla battaglia di Cades, sull'Oronte, il cui esito restò incerto.

L'espansione dell'Egitto verso nord e l'avanzata degli Hittiti a sud si arrestarono.

Nel 1280 Ramesse II e Hattusili conclusero un trattato di pace in cui Cades venne fissata quale «confine perpetuo» fra Egiziani e Hittiti.

Quando, intorno al 1200, la potenza dell'Egitto declinò ed ebbe fine, di conseguenza, il predominio egiziano in Palestina, in quest'area venne a mancare un potere centrale qualsiasi.

La regione era frazionata in numerose città-stato i cui re erano in lotta fra loro, e ognuno dei quali tentava di estendere il suo limitato territorio a spese degli altri.

Fu in questo contesto che ebbe luogo la conquista di Canaan da parte degli Israeliti.