Una nazione senza re

Samuele a Saul: "Poiché hai respinto la parola di Dio, Dio non vuole che tu sia più re sopra Israele" ( 1 Sam 15,26 )

Una volta entrati nella terra promessa v'era da decidere quale organizzazione politica avrebbe retto una tale massa di gente.

Quale struttura sociale avrebbe fatto fronte alle diatribe interne e alle pressioni esterne dei popoli che potevano bramare quel territorio come gli ebrei stessi.

Prima di vedere cosa accadde, leggiamo il passo che descrive cosa "non" avrebbe dovuto accadere secondo la volontà di Yahweh:

Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti e ne avrai preso possesso e l'abiterai, se dirai: Voglio costituire sopra di me un re come tutte le nazioni che mi stanno intorno, dovrai costituire sopra di te come re colui che il Signore tuo Dio avrà scelto.

Costituirai sopra di te come re uno dei tuoi fratelli; non potrai costituire su di te uno straniero che non sia tuo fratello.

Ma egli non dovrà procurarsi un gran numero di cavalli né far tornare il popolo in Egitto per procurarsi gran numero di cavalli, perché il Signore vi ha detto: Non tornerete più indietro per quella via!

Non dovrà avere un gran numero di mogli, perché il suo cuore non si smarrisca; neppure abbia grande quantità di argento e d'oro.

Quando si insedierà sul trono regale, scriverà per suo uso in un libro una copia di questa legge secondo l'esemplare dei sacerdoti leviti.

La terrà presso di sé e la leggerà tutti i giorni della sua vita, per imparare a temere il Signore suo Dio, a osservare tutte le parole di questa legge e tutti questi statuti, perché il suo cuore non si insuperbisca verso i suoi fratelli ed egli non si allontani da questi comandi, né a destra, né a sinistra, e prolunghi così i giorni del suo regno, lui e i suoi figli, in mezzo a Israele. ( Dt 17,14-20 )

Il tono di queste raccomandazioni risuona come un monito a sfuggire la situazione già vissuta in Egitto, senza biasimarla ma evitando di emularla.

Non viene infatti tanto deprecato l'esempio egiziano di un re che regna su tutti in mezzo al fasto, quanto la necessità che gli ebrei non si organizzassero alla stessa maniera.

Tra le righe è chiaro il fatto che un paese potente come l'Egitto non poteva permettere la crescita di un regno altrettanto forte ai suoi confini, proprio quando era stato il faraone a far spostare una tale massa di gente perché generava tensioni al suo interno.

Ma questa popolazione non avrebbe dovuto costituire un pericolo per il regno d'origine caso mai, come vedremo più avanti, un cuscinetto contro le scorrerie di eventuali invasori da Oriente, insomma una specie di territorio occupato da una fedele massa inerme.

Da notare come nel racconto sia inserito il monito "Non tornerete più indietro per quella via" riferito al popolo tutto, che non è un divieto ad avere rapporti commerciali, come effettivamente sarà, quanto la proibizione ad una "retro invasione" per procurarsi mezzi militari, come si legge dalle parole: "Ma egli [ il re ] non dovrà procurarsi un gran numero di cavalli né far tornare il popolo in Egitto per procurarsi gran numero di cavalli".

Un modo per evitare un armamento in grande stile della nuova nazione a spese del regno egiziano, sua patria d'origine.

Questo non significa che l'istituzione di un re non fosse permessa, come si legge, ma tanto vincolanti erano le condizioni cui doveva sottostare da risultare poco più di un rappresentante del popolo con una forza quasi simbolica.

La sicurezza della nuova nazione avrebbe dovuto per forza basarsi sull'isolamento dalle altre e su una fiera identità da salvaguardare in base ad un primato di elezione da parte del nuovo dio Yahweh.

Ma le cose non andarono così: la spinta alla concentrazione della ricchezza si sarebbe fatta sentire anche da queste parti, facendo balenare tempi di non facile gestione.

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