Alcuni interpretano il comando "adoperatevi al compimento della vostra salvezza con timore e tremore" nel senso che la nostra salvezza non è né completa né sicura, ma che dobbiamo contribuire anche le nostre opere per completare quello che Gesù Cristo ha fatto.
Questo sarebbe contrario all'insegnamento di Paolo in altri brani sul ruolo delle opere nella salvezza ( per esempio Rm 3,20,28; Ef 2,8-9 ), ma dobbiamo comunque cercare di capire quello che questo brano dice.
È meglio capire "salvezza" qui nel senso futuro ( che è anche il senso più comune nel Nuovo Testamento - vedi il commento su 1 Pietro 1,5 ), di quando la salvezza sarà manifestata al ritorno di Cristo, quando diventeremo quello per cui siamo stati salvati - siamo salvati dal peccato per essere perfetti, santi e irreprensibili.
Così Fil 2,12 non mette in dubbio la completezza dell'opera ( e soprattutto della morte ) di Gesù Cristo per salvarci, né dice che le nostre opere sono meritevoli per guadagnare qualcosa davanti a Dio.
Il brano invece sottolinea che come conseguenza dobbiamo impegnarci per diventare nella realtà quello che in Cristo siamo agli occhi di Dio, cioè perfetti.
Nello stesso modo, Ef 2,8-9, che dicono che è solo per grazia e non per opere che siamo stati salvati, sono seguiti da Ef 2,10, che dice che questa salvezza ha l'obiettivo di fare opere buone.
Lo stesso collegamento fra l'opera di Gesù e le nostre opere è trovato in Rm 6,3-4 ed in altri brani.