L'Immacolata

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Alle 11 precise dell'8 Dicembre 1854, dalla torre dello storico Castel S. Angelo, s'udiva un colpo di cannone seguito tosto dal suono festoso di tutte le innumerevoli campane dell'Urbe.

Era il segno voluto dal Sommo Pontefice Pio IX per annunziare a Roma e al mondo la solenne definizione del domma dell'Immacolata Concezione.

In quell'istante stesso, nel più vasto tempio del Cristianesimo, il Successore di Pietro, in nome dell'autorità suprema di cui era da Dio rivestito, alla presenza di un popolo che non si contava, proclamava, rivelata da Dio, la dottrina insegnante l'Immacolata Concezione di Maria sempre Vergine.

Si compiono ora settantacinque anni da quella data memoranda, e, rileggendo la cronaca di quei giorni, noi, giovani figli di quell'Italia che diede alla Vergine il suo più sublime cantore, ci sentiamo intimamente commossi e ripieni di un sacro entusiasmo.

Commozione ed entusiasmo pienamente giustificati dal fatto che la Gioventù Italiana, è posta, in modo speciale, sotto la protezione di Maria.

La festa dell'Immacolata è dunque per noi un giorno di santa letizia, perché ci sentiamo più vicini alla nostra Mamma Celeste e Le possiamo meglio esprimere il nostro affetto.

La nostra gioia ha tutta la ragione di esistere, non solo perché abbiamo il conforto di poter invocare come Madre nostra una Creatura che Dio ha voluto immune da ogni più lieve macchia; ma anche perché dalla Vergine Immacolata, ci possiamo ripromettere un validissimo aiuto nelle lotte che ci circondano da ogni lato; uno stimolo fortissimo nell'adempimento dei nostri doveri.

Quando ci sentiamo storditi dal tumulto delle passioni; quando ci vediamo circondati e minacciati dall'onda fangosa del vizio che tenta di salire fino a noi, confidiamo in Maria ed Ella ci preserverà.

Nelle prove e nei dolori, che ci arrecherà l'adempimento esatto del nostro dovere di Cattolici e di Italiani, ricorriamo fiduciosi in Maria, ed otterremo l'aiuto che ci è necessario.

Dobbiamo amare l'Immacolata, perché siamo suoi figli, perché siamo giovani e quindi, a Lei più accetti.

Anche come Italiani, dobbiamo alla Vergine un amore particolare, perché la nostra Patria è sempre stata da Lei prediletta.

Non possiamo abbandonare le nobili tradizioni di molti grandi uomini, di cui la Patria nostra si onora, e che dall'affetto verso la Madre Celeste trassero l'ispirazione dei loro capolavori.

Le tele del Beato Angelico e di Raffaello, il canto XXXIII del Paradiso Dantesco, la canzone « Alla Vergine » del Petrarca, sono altrettanti monumenti di fede e di amore verso la Madre di Dio.

In questi ultimi anni si è notato un grande risveglio di amore verso l'Immacolata, specialmente per opera della Gioventù Cattolica, che si gloria di venerare in Maria la propria Patrona.

Patrona e Madre di giovani ardenti e generosi, che formano le più belle speranze della Chiesa e della Patria nostra.

Fra le nobili iniziative eccitate da questo nuovo fermento di divozione alla Vergine, non citerò che il geniale e delicato pensiero di tutti i fanciulli e giovani d'Italia, che contribuirono col loro piccolo obolo, al collocamento di una grande statua di Maria Immacolata fra i ghiacci eterni e le candide nevi del Rocciamelone, affinché Ella, dall'ardua vetta, proteggesse, come dice l'epigrafe, i confini d'Italia.

E non invano la Gioventù italiana ripose nella Vergine la sua fiducia, perché Ella gradì l'omaggio filiale del loro cuore e ne assecondò mirabilmente i desideri.

Vigile sentinella fra le solitudini delle Alpi, Ella vegliò sulla Terra che le aveva date tante prove di affetto, e quando l'Italia nostra, stretta tra gli orrori della guerra mondiale si rivolse a Lei per aiuto, Ella seppe infondere in cuore ai giovani soldati d'Italia, quel coraggio eroico, che li portò alla vittoria.

Dalle file della Gioventù Cattolica Italiana, cresciuta alla scuola di Maria Immacolata, uscirono schiere innumerevoli di giovani ardimentosi, che diedero alla Patria pericolante il sangue e la vita di oltre 10 mila caduti e meritarono che il loro eroismo fosse ufficialmente riconosciuto dalla autorità col conferimento di ben undici medaglie d'oro al valore militare.

Basti ricordare per tutti l'eroico Damiano Chiesa universitario, cattolico, il quale mantenne a costo della morte, la sua fede di soldato, dimostrando così in faccia al mondo, che non invano la Gioventù d'Italia era stata consacrata alla Regina dei Martiri.

Se dunque la Vergine corrisponde al nostro amore con altrettanto affetto e ci infonde nel cuore quelle virtù, che ci possono condurre fino all'eroismo, è nostro dovere e vantaggio di onorarla sempre più.

E, siccome non e possibile dimenticare che quest'anno di grazia è consacrato fra l'altro, alla storia della conciliazione tra la Chiesa e lo Stato, il nostro cuore deve innalzare un inno di particolare ringraziamento alla Vergine, la cui intercessione ha ottenuto che l'auspicata pace si compisse I'11 febbraio, giorno anniversario della sua apparizione a Lourdes, quasi ad indicare, che voleva Ella stessa ridonare « L'Italia a Dio e Dio all'Italia ».

Maria gradirà l'omaggio figliale del nostro cuore e, come già alla grotta di Massabielle, si manifesterà a noi quale ideale purissimo della bellezza eterna, lasciando cadere a profusione sul nostro capo rose candide e vermiglie, simboli d purezza e di generosità.

Ella gradirà il canto di gioia che, erompendo dal nostro petto giovanile, Le dirà col divino poeta:

« In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate ». ( Paradiso XXXIII - 19 - 21 )

e rendendoci degni figli di quell'Italia che ormai si può dire veramente e sinceramente Cattolica, ci proclamerà veri Cavalieri dell'Immacolata.

Accingiamoci dunque a celebrare la festa con entusiasmo e letizia, quali si covengono a giovani sani e sicuri della propria verità, a giovani, che si propongono seriamente di fare in modo che la protezione di Maria produca nel loro animo frutti copiosi di virtù religiose e cittadine.

Celebrate con questi sentimenti efficacemente coadiuvati dalla preghiera umile e fervorosa la festa di Maria Immacolata, e sarà per noi è rinnovamento di buoni propositi, presagio di sviluppo fecondo, di attività generosa, pugno di vera vita cristiana e Italiana; vita la cui utilità consacrata alla Chiesa, gioverà certamente anche alla Patria.

Giuseppe Berrino

Scuola Arti e Mestieri - Classe VI