Il pensiero pedagogico di Clemente Alessandrino

B64-A4

« L'Educazione è l'insegnamento della verità, la retta guida che conduce al Cielo », « l'Educazione è l'insegnamento delle azioni sante »: queste sono le definizioni che Clemente dà dell'Educazione1.

« Scopo dell'educazione, dice ancora, è di migliorare l'anima, non di ammaestrare ».

Queste proposizioni si trovaino ne « Il Pedagogo » ( che è propriamente un trattato di morale ).

Nel medesimo libro dice che l'educazione deve precedere l'istruzione, perché bisogna portare pura l'anima allo studio della scienza.

Il Pedagogo è il Verbo; dinanzi al Pedagogo, noi siamo tutti fanciulli.

Il capitolo V del primo libro è speso a chiarire che cosa debba intendersi per « fanciullo ».

Per « fanciulli » non bisogna intendere « mancanti di ragione », bensì infanti, che rinunziando ai peccati e al mondo, seguono la santa sapienza.

« Sono davvero fanciulli coloro che riconoscono Dio solo per Padre, che sono semplici, infantili, sinceri, adoratori del monocorno » ( simbolo del monoteismo ).

Il Pedagogo è Gesù Cristo, dice, e dimostra la generazione eterna della seconda persona della SS. Trinità e la chiama « logos », cioè il Verbo, la Sapienza; e afferma che è veramente Dio, come il Padre.

D. B.


1 Dobbiamo notare che proprio questi principii cristiani reagirono contro l'invadente formalismo dell'educazione dell'Impero romano decadente.

Il formalismo era appunto uno dei tre vizi dell'educazione d'allora: ( il cristianesimo aveva in sé la tendenza a correggere i tre vizi, da cui era affetto il sistema educativo e culturale da esso trovato » ( Schubert- Istruz. ed educaz. alle origini del cristianesimo. Trad. Sanna - pag. 29 ). ( n. d. r. ).