La Famiglia Cristiana  

B66-A7

3 - Santità della Famiglia

( Continuazione v. num precedente )

L'amore che si diffonde in ogni parte della vita d'una famiglia, il sacrificio dal quale si tempra l'amore non sono elementi bastanti per la costituzione d'una famiglia; è necessaria ancora la santità.

Il matrimonio che « sancta res est et sancte tractanda: cosa santa e che va trattata santamente » importa necessariamente la santità della famiglia, cioè della vita di famiglia.

Basta rivolgere un pochino i nostri sguardi sul mondo: l'esperienza quotidiana c'insegnerà che in quella famiglia in cui si pratica una vita contraria agl'insegnamenti della santa religione di Cristo, non v'è e non vi potrà mai essere pace, felicità, reciproca comprensione.

Se tutti i coniugi e specialmente i padri e le madri tenessero sempre presente che cos'è la santità del matrimonio, come la società sarebbe diversa e come non si lamenterebbe oggi la scarsità di culle e l'abbondanza di tombe.

Santo nella sua origine il matrimonio, venendo da Dio; santo nella sua definizione poiché elevato alla dignità di Sacramento; santo nell'amore e nel sacrificio, nel suo fine, deve ricordare che il focolare domestico è come un altare « presso cui il padre a guisa di sacerdote, raccoglieva ed offriva a Dio le preghiere di tutti, narrava ai figli intenti le meraviglie della Sacra Scrittura e ciascuno prima di andare a letto, baciando, benediceva ».

Ma da quando il focolare domestico è diventato un altare sconsacrato, come è ben triste la vita di una famiglia.

Pensiamo un istante ad una famiglia di questo genere costituita dalla madre, dal padre e da un bimbo sui dieci anni.

Quella donna, che dovrebbe essere conscia pienamente dei suoi doveri e delle responsabilità inerenti alla sua nobile missione, non insegna più al suo bimbo a pregare, perché essa stessa più non sa pregare; non s'accosta più ai Sacramenti, non osserva più la santificazione della festa; quell'uomo lascia i propri doveri per adempiere scrupolosamente quelli materiali e si ricorda di Dio solo quando la sventura lo colpisce: come potranno questo padre e questa madre allevare da buon cristiano il loro bimbo, come potrà Iddio benedire questa famiglia!

Non avvenga troppo presto il castigo divino che potrà anche colpirli nello stesso loro figlio.

La razza bianca va estinguendosi - si dice ai giorni nostri; - purtroppo è vero e la corsa verso alla morte si accelererà sempre più, poiché proprio ai giorni nostri - come scrive un Vescovo francese - noi abbiamo è vero magnifici alberghi con tutto il confort immaginabile e possibile, noi abbiamo scuole e collegi ove tutto s'insegna, ove tutto s'impara, noi abbiamo anche, se volete, santuari di marmi e di bronzo; ma non abbiamo più l'albergo della famiglia, la scuola della famiglia, il santuario della famiglia … il focolare domestico è spento.

Eppure i focolari spenti sono là ove più dovrebbero essere accesi se bastassero i beni materiali a ravvivarne la fiamma.

Dunque la causa prima non è nella crisi materiale.

È in quel mondo spirituale e morale la cui sensibilità reagisce a rovescio delle condizioni economiche.

L'egoismo; la smania del lusso e del divertimento, sia pure relativamente considerata; la conseguente decadenza del sentimento della famiglia; l'indifferentismo religioso e quindi l'oblio o la ignoranza delle leggi cristiane conservatrici della sanità e fecondità della casa; l'atmosfera, l'ambiente, lo spettacolo di spregiudicatezza, che malgrado l'intervento dei pubblici poteri infinitamente più vigili e più rigorosi che all'estero, incombe, circonda, s'insinua dappertutto: dalle esposizioni ai balli, dai cinematografi ai giornali, dalla letteratura spicciola all'umorismo, ai « varietà », e strania e umilia ogni ideale di amore e di sacrificio e contrasta e paralizza ogni meritoria campagna, ogni salutare provvedimento in favore della famiglia e della maternità: sono tutti elementi di fatto « presenti », ove l'indice della natalità decresce, più lontani od assenti ove essa risale.

È insomma l'assenza della santità nel focolare domestico ( cf. Osserv. Rom. della Dom. )

Si ricordino sempre i coniugi cristiani cosa vuol dire costituire una famiglia: santuario ove il nostro cuore consacra i palpiti più sacri dell'amore; ove gioia e dolore diventano comune gioia e comune dolore, ove la santità esplicata nella virtù, nella probità, nella fedele osservanza dei doveri cristiani discende dai genitori ai figli, dai figli ai nipoti per perpetuarsi, santa e legittima eredità, sino alla più lontana generazione.

« È la famiglia il santo nido dell'armonia ove ogni affetto è un canto ove ogni nota è amor ».

( Continua ) Teol. L. C.