Un angelo di più in Paradiso

B67-A10

Egli è il giovanotto Paolo Barbero di Castelnuovo Don Bosco, convittore nel Collegio San Giuseppe di Torino.

Da due anni egli apparteneva all'Unione del SS. Crocifisso del Collegio ed era tra gli aspiranti.

All'inizio di questo anno scolastico ( che sarebbe stato per lui il terzo anno dell'Unione ), si suddivise la Sezione in Aspiranti Maggiori ed in Aspiranti Minori.

Per età egli avrebbe dovuto trovarsi tra gli aspiranti maggiori, ma per la classe che frequentava doveva appartenere agli aspiranti minori.

Egli però bramava di trovarsi coi compagni dell'anno precedente i quali erano stati promossi alla Terza Istituto Inferiore, mentre egli era stato rimandato.

Al Fratello incaricato degli aspiranti maggiori egli diceva: « Mi permetta di stare con i miei compagni dell'anno passato che già conosco e che amo tanto ».

Ma il Fratello gli rispondeva: « Senti, mio caro, tu sai che per appartenere all'Unione occorrono tre condizioni: essere buono, e tu lo sei; essere pio, e lo sei pure; essere studioso, e tu non lo sei; rassegnati dunque per quest'anno; se studierai di più, ti riaccetterò l'anno venturo.

Ma egli amava troppo l'Unione e piuttosto che abbandonarla, si rassegno a rimanere cogli aspiranti minori.

Poveretto! Noi credevamo che egli fosse negligente, ed invece un tumore nel cervello gli impediva di attendere allo studio.

Gesù voleva purificare quest'anima eletta col dolore e coll'umiliazione.

Ed egli sopportò santamente e l'uno e l'altra: mentre i suoi Genitori si struggevano per il male che si aggravava di giorno in giorno, egli li animava a rassegnarsi al volere di Dio; mentre tutti lo riputavano svogliato, egli non si preoccupava di far conoscere la cagione della sua cattiva riuscita negli studi.

Durante la non breve malattia egli ripeteva la giaculatoria a lui prediletta: « Viva Gesù nei nostri cuori! Sempre! » colla quale salutava ogni mattina Papa e Mamma.

La Suora che l'assisteva negli ultimi momenti, volendo sapere se era ancora in sé, bastava che dicesse: « Viva Gesù nei nostri cuori! » che egli tosto rispondeva con affetto: « Sempre! ».

E con questo soave saluto egli spirò per unirsi eternamente col suo Gesù che sempre gli era rimasto nel cuore.