La Pasqua delle tre encicliche |
B77-A2
Con questo titolo, dovuto alla geniale penna del Conte della Torre, direttore dell' « Osservatore Romano », diverranno celebri tre documenti importantissimi emanati da Pio XI a distanza di pochi giorni l'un dall'altro; i due primi, all'approssimarsi della Pasqua di quest'anno, e il terzo nella stessa Domenica di Risurrezione, 28 Marzo 1937.
Visione potente e commovente, quella di un Pontefice ottuagenario e appena uscito da grave infermità, che detta egli stesso ai suoi segretari, in latino, in tedesco e in spagnolo, quelle pagine di profonda sapienza cristiana applicata ai bisogni più urgenti dell'ora che attraversiamo.
Le tre Encicliche non chiamano in causa direttamente l'Italia che, grazie alla Divina Provvidenza, è ancora preservata da certi flagelli.
Tuttavia le Encicliche si rivolgono a tutti i cattolici del mondo, perché tutti hanno bisogno di quelle istruzioni, di quegli ammonimenti, di quelle esortazioni che formano il tessuto dei predetti documenti.
Il primo - che reca la data della festa di S. Giuseppe, patrono della Chiesa e dei lavoratori cristiani - è una serrata requisitoria contro il Comunismo mondiale e ateo che dalla Russia protende le sue spire per soffocare ogni religione e specialmente il Cristianesimo.
Carità verso la Chiesa, carità verso i nostri fratelli, carità verso noi stessi, ci vietano di dormire sui guanciali e di disinteressarci di questi terribili avvenimenti, dopo che dalla rocca del Vaticano è a noi pervenuto un triplice squillo di allarme.
L'Enciclica di Pio XI contro il Comunismo, principia, nel testo latino con le parole: « Divini Redemptoris ».
Ottimo inizio. Il Comunismo si diffonde nel mondo con incredibile facilità e innegabili successi, grazie all' « idea di falsa redenzione, a uno pseudo-ideale di giustizia, di uguaglianza, di fraternità nel lavoro che pervade tutta la sua dottrina e la sua attività d'un certo falso misticismo, onde comunica alle folle, adescate con fallaci promesse, uno slancio e un entusiasmo contagioso ».
Giustamente il Papa contrappone la vera e unica Redenzione di N. S. Gesù Cristo che può attuare, in tutti gli uomini di buona volontà, un autentico, non utopistico ideale di giustizia, eguaglianza e fraternità.
Nessun osservatore onesto può negare la immensa superiorità della civiltà cristiana sul paganesimo antico che teneva in schiavitù la grande maggioranza degli uomini, umiliava la donna a strumento di libidine e non aveva nessuna idea della carità.
Pensate agli orrori del mondo pagano descritti dal Sienkiewicz nel « Quo vadis? ».
Ebbene - afferma il Papa - per la minaccia del Comunismo « popoli interi si trovano nel pericolo di ricadere in una barbarie peggiore di quella in cui ancora giaceva la maggior parte del mondo all'apparire del Redentore ».
Basta esaminare, come fa l'Enciclica, sia pure per sommi capi, la dottrina, i metodi, i frutti del Comunismo per riconoscere che non è punto esagerato il nome di « flagello satanico » con cui il Santo Padre lo designa alla cristianità.
È un inganno solenne ritenere che il Comunismo si limiti alla finalità di mettere in comune i beni di natura, che ora sono divisi in modo disuguale fra gli uomini.
Peggiore sarebbe il nostro abbaglio se si credesse che il Comunismo, in sostanza, voglia solo la giustizia, la pace, il lavoro, il benessere delle classi operaie.
Se il Comunismo volesse solo questo con sincerità, anch'io sarei comunista, lo sarebbe il Vangelo, lo sarebbe la Chiesa, perché il Signore ha proclamato beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, beati quelli che si prendono a cuore la causa del povero e dell'oppresso.
Ma il Comunismo ha ben altri scopi: esso è una filosofia, una concezione della vita, un movimento rivoluzionario che pretende tramutare dal tutto al tutto la società.
Dice l'Enciclica: « La dottrina che il Comunismo nasconde sotto apparenze, talvolta cosi seducenti, in sostanza oggi si fonda sui principi già predicati da Marx del materialismo dialettico e del materialismo storico ».
Equivoco fondamentale di Hegel e di Marx è di confondere da una parte: idea, spirito, soggetto; e dall'altra: oggetto, realtà, natura, materia.
Hegel sosteneva che esiste solo il nostro pensiero e che il nostro pensiero crea il mondo esterno.
Marx - abbandonato il suo maestro - sosterrà che il mondo esterno crea il nostro pensiero; che realtà, natura, materia, sono la stessa cosa.
Non esiste anima né spirito distinto dalla materia, né angeli, né Dio.
La materia, per evoluzione, è diventata: pianta, animale, uomo.
Il principio di contraddizione che Hegel e Marx fecero valere in filosofia, fu esteso alla sociologia da Marx ed Engels.
La società umana, nel perpetuo conflitto delle sue forze, tende alla sintesi finale: una società senza classi.
Per arrivare più presto a questo fine - a far di tutti gli uomini tanti soldati di una sola caserma, tanti impiegati di una sola ditta - bisogna esasperare gli antagonismi e rifiutare tutto ciò che potrebbe portare un accordo, una transazione, un'intesa, una collaborazione cordiale.
Scoppia uno sciopero? Il comunista cosciente fa di tutto per non lasciarlo comporre pacificamente.
Lo spirito di carità cristiana si offre a sollevare le miserie delle classi operaie?
Si respinga ogni carità, si aborrisca ogni idea di rassegnazione, di sottomissione alla volontà di Dio, di speranza nei beni celesti … perché tutto ciò fiacca la resistenza dell'operaio nelle sue rivendicazioni.
Egli non vuole le briciole, vuoi tutto, egli deve preparare la società dell'avvenire che non abbia né padrone, né superiore.
Come mai una dottrina così tirannica, brutale e avvilente ha potuto diffondersi sì vastamente nel mondo?
Il Comunismo è stato diffuso e va diffondendosi con una propaganda che l'Enciclica chiama « diabolica quale forse il mondo non ha mai veduto ».
Essa dispone di grandi mezzi finanziari, di gigantesca organizzazione, di innumerevoli forze ben addestrate: cinematografo, teatro, scuola, radio.
Università … per certe nazioni o zone, dove la propaganda aperta non è possibile, si dissimula con pubblicazioni scaltre, si parla magari di alleanze coi cattolici democratici - come in Francia e nel Belgio - politica della mano tesa, che precede la politica del pugno chiuso e della violenza dichiarata.
Vogliamo vedere i primi frutti del Comunismo dove è riuscito a imporsi?
« Vescovi e sacerdoti sono stati banditi, condannati ai lavori forzati, fucilati e messi a morte in maniera inumana; semplici laici, per aver difesa la religione sono stati sospettati, vessati, perseguitati e trascinati nelle prigioni e davanti ai tribunali ».
Così nella Russia e nel Messico.
Nella Spagna il flagello comunista si è scatenato con una violenza ancora più furibonda.
« Né si può dire che tali atrocità siano isolati eccessi di esasperazione comuni a ogni guerra; no, sono frutti naturali del sistema, che manca di ogni freno interno ».
Umanamente parlando, la religione, sottoposta a una persecuzione peggiore di quella dei dieci imperatori romani, dovrebbe scomparire, domani dalla Russia, posdomani dall'Europa e, tra poco tempo, dal mondo intero.
Questo è il sogno del Comunismo imperante in Russia e quasi imperante in qualche altra nazione.
Ma questi sognatori fanno i loro conti senza Dio.
( Continua ).
Discorso del Rev. Can. Attilio Vaudagnotti, tenuto nella Chiesa delta SS. Trinità.