Il Crocifisso tesoro dell'Umanità

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( Seguito - vedi num. precedente ).

S. Alessandro Sauli, zelantissimo Vescovo della Corsica e gran divoto di Gesù Crocifisso, fu avvisato un giorno che una nave di pirati stava accostandosi all'isola, con gran pericolo della popolazione priva di difesa.

Il santo Vescovo corse alla spiaggia, mentre la gente alzava grida e lamenti in vista della triste sorte dalla quale era minacciata.

« Preghiamo Gesù Crocifisso - esortò il pio Pastore - Egli solo ci libererà ».

Fatta breve preghiera, il Santo tracciò col suo Crocifisso un gran segno di Croce verso la nave saracena che già stava per gettare l'ancora.

A quel segno si alzò un vento impetuoso, che, nonostante gli sforzi della ciurma, sospinse sempre più la nave in alto mare, costringendola ad allontanarsi dalla Corsica, senza mai più ritornarvi.

Il SS. Crocifisso è stato un tesoro di grazie per il Beato Giovenale Ancina, Vescovo di Saluzzo, per il B. Antonio Gianelli, Vescovo di Bobbio, e per il B. Vincenzo Strambi, Vescovo di Macerata, che per mezzo di Lui fecero rifiorire nelle loro Diocesi, la fede, la pietà e i buoni costumi, operando prodigi di carità e di eroismo senza numero.

E che dire della divozione a Gesù Crocifisso professata dai Sommi Pontefici Pio X e Benedetto XV?

Il primo col segno della Croce guarì tanti malati che ricorrevano a Lui in Vaticano per ricevere la sua benedizione; il secondo benedisse la nostra Unione del SS. Crocifisso, raccomandando a tutti, sacerdoti e fedeli, di predicare sempre con la voce e con l'esempio « Jesum Christum et hunc Crucifixum ».

Un grande Vescovo moderno, Mons. Guido Maria Conforti, morto a Parma nel 1931, imperniò tutta la sua vita sul Crocifisso, e quali frutti di santità personale e di vastissimo apostolato non seppe mai ricavare!

Alunno dei Fratelli delle Scuole Cristiane nel Corso elementare, andava a prostrarsi dinanzi a un grande Crocifisso nella Chiesa di N. Signora della Pace nell'andare o nel ritornare da scuola.

Fu là che sentì la chiamata di Gesù al Sacerdozio non solo, ma all'apostolato missionario.

Formato così alla scuola del Crocifisso poté scrivere nella sua prima lettera pastorale quando fu fatto Vescovo: « In omnibus Christus; mio programma è quello di far conoscere, amare, servire Gesù Cristo da tutti, sempre e dovunque ».

Gli toccarono due diocesi una più difficile dell'altra: quelle di Ravenna e di Parma, proprio in quei tempi in cui il Crocifisso era stato bandito dalle Scuole, da tante famiglie e dalla società ufficiale.

Lavorò trent'anni ed ebbe la consolazione di vedere il trionfo di Gesù Crocifisso non solo nelle due diocesi, da lui governate, ma anche in una vasta regione della Cina orientale, dove mandò i suoi Missionari dell'Istituto per le Missioni Estere da lui fondato.

Ogni volta che spediva in Cina un gruppo di questi Missionari, era bello vedere Mons. Conforti far loro la consegna del Crocifisso in Duomo.

La più grande gioia gli traspariva dal volto in quel momento ed esclamava: « Ecco il vostro tesoro!

Andate e fate conoscere, amare e servire Gesù Crocifisso da tutte le genti ».

L'apostolato di Mons. Conforti appoggiato al Crocifisso, è stato dei più fecondi, ed egli prima di morire poté andare in Cina e vedere con i suoi occhi le meraviglie operate da Gesù Crocifisso nelle due diocesi fondate dai suoi Missionari.

Morendo poté esclamare: « Sì, Gesù Crocifisso è stato davvero il mio tesoro ».

( Continua )

Fr. Ernesto d. S. C.