Il Decalogo nell'ora presente

B106-A1

La presente ora apocalittica, che come uragano di distruzione e pioggia di sangue passa sopra la terra, chi ben ne considera gli effetti religiosi e morali, non può a meno di ritenerla bisognevole di una nuova proclamazione del decalogo, che il divino Maestro, rispondendo, a chi lo aveva interrogato quale fosse il più gran comandamento della legge, compendiò nella sua infinita sapienza in due precetti, dicendo che il massimo e primo è amare Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente; e che il secondo è simile al primo: amare il prossimo come se stesso, perché su questi due comandamenti gravitano tutta la legge e i profeti ( Mt 22,34-40 ).

In quest'ora Dio e l'uomo, tutto ciò che è religioso e spirituale, che rimaneva come fuori del mondo e della visione degli uomini, sembra che risorga e riacquisti in mezzo agli universali dolori e lamenti una speciale vivacità e un senso più profondo, che penetrano e scuotono le più oscure latebre del cuore e i più riposti pensieri delle menti.

Le verità religiose più semplici e una volta per tutti indiscusse, la divina Provvidenza che governa il mondo, la giustizia fra le genti che affanna pensatori e popoli, sono divenute grandi questioni, « pietre di scandalo », intorno alle quali dibattono, si dividono e divergono gl'intelletti e le volontà operose degli spiriti, che a difenderle e sostenerle, per informare ad esse la propria vita, sentono la necessità di grande coraggio e somma prontezza.

( Discorso ai Quaresimalisti - 1944 ).

Pio XII