Un educatore delle nuove generazioni

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Fratel Goffredo delle Scuole Cristiane

All'alba del 1° aprile, c. a. si spegneva in una clinica di Milano, dov'era stato trasportato da Erba, sua ultima residenza, il giorno innanzi, il fratel Goffredo delle Scuole Cristiane, ch'era stato direttore del Collegio San Giuseppe di Torino dal 1938 al 1944.

Aveva 61 anni.

Religioso eminente, viveva riempiendo di Dio il forzato riposo, cui era costretto da una molesta turbe facciale, che gli aveva strappata la parola - ch'era pur stata una delle sue attività preferite - da alcuni anni.

Fu uno degli uomini più rappresentativi della sua provincia religiosa.

Riorganizzò la biblioteca del Collegio San Giuseppe portandola a primeggiare fra le migliori degli istituti di educazione; volle il corso classico accanto agli altri rami di insegnamento, per quel suo amore della cultura che lo distingueva, aprì e tenne corsi di perfezionamento per i giovani maestri della sua Congregazione; fondò e diresse dal 1954 al 1959 la Rivista Lasalliana, trimestrale di formazione e informazione pedagogica; fatto direttore del Collegio San Giuseppe, in cui insegnava lettere dal 1914, gli diede un altissimo impulso organizzativo sia sotto l'aspetto disciplinare che didattico; e si mostrò sempre largo d'aiuto come di consigli verso l'Unione Catechisti.

A questo proposito ricordiamo la cessione, sia pure temporanee, della Villa Superiore, come sede d'una nostra sezione; la compilazione e la stampa d'una monografia illustrata, in francese, sull'opera dei catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata per divulgarne la conoscenza in tutto il mondo, oltre le dotte sue conferenze a vari gruppi dei nostri Associati e Congregati.

Lascia una biografia, stampata a cura della famiglia, dell'Ing. Tita Carboneri; ( 1937 ) e tre mirabili vite di Fratelli delle Scuole Cristiane, una tradotta dal francese.

« Vita del Fratel Muziano ( 1944 ) », e l'altre due rifatte su quelle primitive « Un educatore apostolo, il fratel Augusto - Uberto » ( 1946 ) e « Frafel Benildo » ( 1948 ); un aureo libro di Elevazioni su S. Giuseppe, ch'era la sua devozione preferita, intitolato: « Il grande San Giuseppe » ( 1945 ), e numerosi studi, pubblicati di preferenza sulla sua Rivista.

Attendeva, per incarico dei Superiori, alla revisione del testo italiano delle Regole Comuni della sua Congregazione, e doveva coordinare gli studi sulla « Spiritualità lasalliana » del suo Distretto religioso.

Scrittore di vaglio, d'uno stile personalissimo rivelò nelle sue opere uno spirito religioso e un ascetismo consumato.

Chi l'ha conosciuto, nel fervore dell'azione e poi nell'annientamento di questi ultimi anni può indovinare appena il cammino di santità percorso dalla sua grande e forte anima.

Gli si potrebbe applicare quanto egli scrisse del beato fratel Benildo: fu una grande anima, un gran cuore fasciato di silenzio, che scontò fino all'eroismo la sua ascesi di annientamento e di solitudine.

Nulla faceva prevedere la catastrofe: s'era appena rimesso da una leggera forma influenzale, quando lo sorprese il male che doveva trarlo al sepolcro, togliendogli, d'un subito, i sensi e la parola, che più non riprese se non davanti a Dio.

I suoi Antichi Alunni, che non possono dimenticare ne la dottrina ne la bontà del vecchio Professore, gli hanno tributato uno splendido omaggio affollandosi intorno alla sua bara.

Rimangono, custodite dall'alacre amore dei suoi Confratelli, le opere ch'Egli con altissimo spirito rinvigorì, creò, presagì.

I poveri, sia quelli della Conferenza di San Vincenzo del Collegio San Giuseppe, come quelli delle nostre Messe del Povero, e la folla degli umili, che a lui ricorreva fiduciosa per il doppio aiuto materiale e spirituale, lo piangono e lo pregano benedicenti.

E la nostra Pia Unione s'inchina alla Venerata Sua memoria, ed inscrivendolo nel novero dei suoi benefattori più cari l'invoca, ad un tempo, protettore presso Dio.

fr. Em.