Di paese in paese  

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Parlare di un Santo senza accennare per niente alla madre mi pare innanzi tutto uno sgarbo fatto a lui ed in secondo luogo un'imperdonabile lacuna e sciatteria, come di chi ritenga finito un quadro senza avergli dato l'ultima mano.

Spesso le madri dei Santi sono anch'esse sante.

Quasi sempre oscure, sì, ma anch'esse sante.

Ecco perché penso che tra le Anime beate sconosciute ed in vita virtuosamente eroiche, celebrate con chiara giustizia dalla Chiesa al primo di novembre, molte siano le mamme.

Ecco perché ho chiesto e cercato notizie sulla mamma di San Giovanni Battista de La Salle.

Non nascondo che ci sono rimasto male.

Chiedi di qua, cerca di là, ma nelle biografie lasalliane - dalle più remote alle più recenti - della madre si parla ben poco.

Tutto quel che si dice può essere riassunto in queste poche righe dell'Éloge historique del Blain: « La sua mamma, Nicolle Moèt, seguì le norme che gli Apostoli prescrivono alle donne cristiane, perché esse rivelino con una condotta edificante la saldezza della loro pietà ».

Tutto qui? Veramente, in quattro parole è detto moltissimo.

Ma lei, la mamma, resta sempre come sfocata, come senza volto.

Perciò ho cercato notizie degli ascendenti.

E se ho trovato qualche cosa di più soltanto sulla nonna, quest'occhiata retrospettiva ha tuttavia prodotto in me quest'impressione: che il soprannaturale vive così intimamente negli ascendenti del Santo che il loro è tutto un succedersi, tutto un mondo di anime senza volto proprio, perché riflette soltanto l'immagine del Salvatore.

E se un volto c'è, tutto quel succedersi di anime, ne prepara, ne delinea, ne assomma uno solo: quello di lui, del Santo, di San Giovanni Battista de La Salle.

Riflessione che fa cadere qui a proposito quel pensiero che si legge in una lettera di Louis Veuillot, per il quale lo sbocciare di una vocazione religiosa ( io aggiungerei, e di un Santo ) in una famiglia spesso è premio alle virtù ed alla pratica cristiana, lungamente e fedelmente vissuta, dei genitori e degli antenati.

Il volto del Santo splende nei secoli.

Gli ascendenti lo prepararono. I discendenti lo continuano a riprodurre.

In questo senso è véro ciò che, rivolgendosi ai Catechisti dell'Unione, il Fratel Teodoreto scrive nell'umile articolo, pubblicato in questo Numero del Bollettino ed intitolato Gl'insegnamenti di un'esperienza: « Considerate per vostro Modello il Santo Patrono dei maestri ».

E nello stesso senso si può anche affermare che, nei rapporti con l'Unione, il Fratel Teodoreto non è unico, ma primo in ordine di tempo.

I figli, i discendenti del gran Penitente di Reims, riproducendone il volto, lo riflettono sui suoi nipoti, i Catechisti dell'Unione.

E ciò avverrà ogni volta che un Fratello ne propagherà un nucleo, seguendo l'impulso primo del Fratel Teodoreto.

Così, a poco a poco, il volto di San Giovanni Battista de La Salle si moltiplicherà fino alle più impercettibili venature del corpo sociale.

Di paese in paese. In tutto il mondo.

Il nomade