La fede in Gesù eucaristico

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La prima e più importante condizione per accostarci a Gesù Eucaristico è la fede: la fede nella sua reale presenza nell'Ostia santa; la fede di colui che è pienamente convinto essere la sacra particela non più pane ma Gesù stesso dopo che è avvenuta la Consacrazione nella S. Messa.

Al credente, a noi che crediamo a questa verità, Gesù ripete quelle parole che un giorno disse a S. Tommaso: « Beati coloro che non hanno visto ed hanno creduto! ».

Appena proferite le parole durante la Consacrazione nella Messa: « Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue » l'Ostia diventa corpo, sangue, anima e divinità di Gesù Cristo.

Questo è ciò che dobbiamo credere, ciò che crediamo.

Il dogma della presenza reale si prova specialmente con l'insegnamento della Chiesa, con la Sacra Scrittura, con la Tradizione, e con i miracoli eucaristici.

La Chiesa ha solennemente definita questa verità molte volte e specialmente nel Concilio di Trento il quale, tra l'altro, dice: « Se alcuno dirà che nel Sacramento della Santissima Eucaristia non si contiene veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo e il Sangue del Signor Nostro Gesù Cristo, insieme coll'Anima e la Divinità, e pertanto tutto Gesù Cristo; ma dirà ch'Egli vi si trova soltanto come in segno o in figura o virtualmente: sia scomunicato ».

La Sacra Scrittura parla in modo evidente della presenza reale di Gesù Cristo; è Lui stesso che ci parla di essa: ascoltiamolo: « Il pane che io darò è la carne mia …

La mia carne è veramente cibo ed il sangue mio è veramente bevanda » ( Gv 6,52-56 ).

« Se alcuno mangerà di questo pane vivrà in eterno e il pane che darò è la mia carne per la vita del mondo …

In verità, in verità vi dico: Se non mangerete la carne del Figliuol dell'uomo e non berrete il suo sangue, non avrete la vita in voi …

Perché la mia carne è veramente cibo ed il mio sangue è veramente bevanda » ( Gv 6,52.54.56 ).

S. Paolo ci dice: « Quello che io ho trasmesso, anche a voi, l'ho ricevuto dal Signore; e cioè che il Signore Gesù la notte in cui fu tradito prese del pane, e dopo rese grazie a Dio, lo spezzò e disse: « Prendete e mangiate; questo è il mio corpo che sarà immolato per voi; fate questo in ricordo mio ».

E parimente, dopo cenato, prese il bicchiere dicendo: « Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue e quante volte ne beviate fate questo per ricordo di me » ( 1 Cor 11,23-26 ).

Con la tradizione della Chiesa si prova ancora la presenza reale di Gesù nell'Eucaristia.

Infatti in tutti i secoli, da Gesù Cristo a noi, i Padri e Dottori della Chiesa hanno testimoniato la loro fede in essa.

Così nel primo secolo dopo Cristo, Sant'Ignazio martire e via via S. Giustino, S. Ireneo, Tertulliano, S. Cipriano, i Santi Ilario, Cirilio di Gerusalemme, Ambrogio e Giovanni Crisostomo, i Santi Agostino e Cirillo d'Alessandria.

E potremmo citare altri nomi dei secoli successivi.

Ma basterà riportare un brano d'uno di questi grandi santi.

S. Ambrogio dice: « Quel corpo che noi produciamo in questo sacramento è il corpo stesso, il quale è nato dalla Vergine Maria …

È la vera carne di Cristo stesso, crocifissa e seppellita …

Prima della consacrazione, la quale si fa mediante le parole celesti, si da a questo il nome di pane; ma dopo la consacrazione si chiama il corpo di Cristo.

Prima della consacrazione ciò che è nel calice si chiama vino, ma dopo la consacrazione si chiama il sangue di Cristo …; e voi rispondete « Amen » che vuoi dire « Così è … ».

Gesù, poi, ha operato innumerevoli miracoli che provano la sua reale presenza nell'Ostia sacrosanta.

Quello di Torino è uno tra i più noti ed è riassunto in altra parte di questo Bollettino.

Eccone, schematicamente, alcuni altri.

Nella storica città di Lanciano, in tempi remotissimi, esisteva una chiesa dedicata ai Santi Leonziano e Domiziano ed era officiata dai monaci dell'Ordine di S. Basilio.

In detta chiesa, un monaco del medesimo Ordine, celebrando il divin Sacrificio, venne assalito dal dubbio che nell'Ostia e nel vino fossero realmente presenti il corpo e il sangue di Gesù Cristo.

Ed ecco che appena pronunciate le parole della consacrazione, vide l'Ostia divina convertita in carne pur rimanendo in alcuni punti le apparenze del pane e le specie del vino tramutate in sangue che, raggrumatosi, si divise in cinque globetti di diversa grandezza.1

Nel 1225 S. Antonio da Padova confuse l'eretico Guialdo che negava la reale presenza di Gesù in sacramento.

Alla sfida del santo, l'eretico portò dinanzi all'Ostia esposta alla venerazione, una mula digiuna da tre giorni e porse all'animale della biada fresca.

La mula scosse la testa, la rifiutò e si pose in ginocchio, né ci hi verso di farla alzare.2

Anche ai sacrileghi Gesù si manifestò più volte nella SS.ma Eucaristia.

Nel 1557, a Sachazet in Polonia, alcuni Ebrei pugnalarono un'Ostia da cui uscì così copioso gettito di sangue che i sacrileghi ne rimasero inorriditi.

Dinanzi a questi e tanti altri miracoli operati da Gesù eucaristico non abbiamo che da dire con S. Tommaso: « Signor mio e Dio mio! ».

Credo!

E dovremmo avere la fede di S. Luigi, re di Francia, del quale si racconta questo fatto.

Una mattina, mentre si celebrava la S. Messa nella cappella reale, Gesù Cristo volle confondere i numerosi eretici che negavano la presenza reale di Gesù nell'Eucaristia.

Alla vista di tutti, apparve nell'Ostia consacrata, in forma di bellissimo bambino.

I cortigiani corsero a darne la nuova al re, dicendo: « Sire, venite a vedere un gran miracolo! Gesù vivente nell'Ostia! ».

Rispose San Luigi: « Vadano a vedere Gesù in quell'Ostia coloro che dubitano della sua reale presenza; io credo già a questo miracolo, più che se lo vedessi: perciò non mi muovo ».

Faccia Iddio che la celebrazione del quinto centenario del Miracolo di Torino accenda in molti increduli la stessa fede di San Luigi re.


1 Da « Istruzioni catechistiche » del P. Idelfonso da Bressanvido, Vol. II, parte 1a

2 Opera citata.