Vita dell'Unione

B147-A3

Un eccezionale corso di Esercizi Spirituali

I catechisti lo considerano così, quello tenuto a Villa Luigina, pressa gli ospitalissimi pp. Gesuiti di Chieri, nei primi quattro giorni dello scorso mese di Novembre.

Alla chiusura degli Esercizi Spirituali annuali, predicati dal Rev, P. Arturo Piombino S. P.
( in prima fila, al centro, a Villa Luigina, Chieri ( Torino ). ( foto 79 )

La sua importanza deriva dal fatto che venne predicato dal p. Arturo Piombino, rettore del Real Collegio C. A. di Moncalieri e già direttore spirituale del fr. Teodoreto.

Colui che guidò e sostenne il nostro Fondatore negli ultimi dodici anni della sua vita e cioè nel periodo della sua piena maturità spirituale, espose a noi la stessa dottrina che aveva tanto consolato il Fr. Teodoreto al suo tramonto e l'aveva condotto alle più alte vette del puro amore e del perfetto abbandono al Signore Gesù.

L'itinerario dei nostri pensieri si svolse attorno al Verbo di Dio per il quale tutte le cose furono fatte, il quale per la nostra salvezza si fece uomo e crocifisso, divenuto medico divino delle anime nostre, maestro ed amico ineffabile, senza del quale non possiamo far nulla, ma uniti al quale porteremo molto frutto.

Ma chi può esprimere l'intimo sapore di quelle istruzioni che eccheggiavano con semplicità le verità più ampie e profonde, più solide ed eterne, comunicando alle nostre anime tanta sicurezza e consolazione e gioia?

Non mancò neppure la dotta parola del Fr. Emiliano, venuto apposta ogni giorno da Torino.

Che peccato che tanta dovizia fosse riservata ad un piccolo numero di persone e non partecipata ad altre migliaio di migliaia.

È stato davvero un gran privilegio quello concesso ai catechisti, ma non certamente destinato a rimanere sterile e già essi vedono la pasta, sotto la silenziosa azione del lievito, diventare soffice e gonfia …

L'Unione Catechisti, vivaio di vocazioni

Ogni volta che si costituisce un ambiente dove la vita cristiana sia intensamente vissuta questo diviene sicuramente un vivaio di vocazioni religiose.

La grazia della vocazione alla vita perfetta è largamente distribuita, come le manciate di frumento lanciate generosamente dal seminatore della parabola evangelica, e attende solo il terreno buono per fruttificare.

La vocazione poi è anche molto varia e si sviluppa in piena libertà: lo spirito spira dove vuole.

È proprio quello che si è verificato all'Unione Catechisti, sin dall'inizio.

Alla luce ed al calore che da essa irradiava molti giovani hanno scoperto in se stessi l'intimo e profondo anelito deposto dalla grazia e l'hanno potuto maturare e seguire con fedeltà, nelle più diverse direzioni.

Non è questo l'ultimo merito di quel sapientissimo educatore che fu il Fr. Teodoreto, il quale, pur apprezzando in tutto il suo valore il sussidio della pedagogia e della didattica, non da esso principalmente attendeva l'efficacia della sua missione, ma la considerava una paternità, che solo nella propria maturità e con la grazia di Dio si può attuare, una collaborazione con Dio che è divenuta necessaria solo perché è piaciuto a Dio di richiederla, e che esige la totale disponibilità di se stessi quale strumento nelle mani di Dio.

Mentre da tutte le parti si lamenta la scarsità delle vocazioni religiose può essere opportuno meditare sull'opera del pio Fratello per conoscere il segreto della sua fecondità, che non è ancora apparsa in tutta la sua importanza, ma che ha già un indice nei dati che seguono.

Ecco l'elenco statistico delle vocazioni religiose uscite dall'Unione, come l'abbiamo potuto ricostruire dai nostri registri e senza poter garantire che sia completo.

Sacerdoti secolari ( tra cui un Vescovo ) N. 15

Fratelli delle Scuole Cristiane N. 21

Domenicani N. 4

Camillini N. 3

Salesiani N. 2

Religiosi di altri Ordini ( uno per ogni famiglia ) N. 8

Totale N. 53

Catechisti Congregati, che hanno fatto la professione dall'inizio dell'Istituto Secolare a tutt'oggi, N. 35

Totale N. 88

Come si vede, in quésto svariato drappello di eletti i catechisti congregati non sono nemmeno la maggioranza.

Oltre al clero secolare, e senza tener conto dei catechisti congregati, hanno attinto all'Unione Catechisti ben 12 famiglie religiose specialmente l'Istituto dei Fratelli d. S. C.

È chiaro che l'Unione Catechisti è stata preparata dalla Provvidenza di Dio per suscitare, coltivare ed accogliere le vocazioni laiche, nutrite di fede, di umiltà e di zelo.

Tuttavia non mancarono nel suo seno le vocazioni sacerdotali, che, sempre riconosciute ed aiutate, raggiunsero felicemente il santuario.

E ci è caro pubblicare una lettera di colui che fra i sacerdoti ex soci dell'Unione e salito più in alto di tutti nella gerarchia, Mons. Maurizio Raspini, vescovo di Oppido Mamertina ( Reggio Calabria ).

Esprimiamo a S. E. la nostra gratitudine per la devozione che serba al Fr. Teodoreto e per il ricordo, la simpatia, l'unione di spirito con gli antichi condiscepoli dell'Unione, che oggi si prostrano a ricevere la sua benedizione di Vescovo.

Ecco la lettera inviataci da Mons. Raspini in data 12 Dicembre 1957.

Carissimi Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata

Eccomi tra voi, in fotografia; espressione della mia presenza spirituale.

Eravamo due Novaresi nel 1917 Soci dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso.

Il sottoscritto ed il Tenente Rag. Terrini, che, dopo il 1918, entrò in Seminario, divenne Sacerdote esemplarissimo, così sacrificato nell'educazione e nella formazione dei giovani studenti, che assai presto offrì la sua giovinezza terrena per assicurarsi quella celeste.

Lo ricordate? Era alto di statura, sguardo aperto, volto irradiante pietà e purezza.

Fece con me scuola serale in via delle Rosine; Egli, però, titolare e competente: io, invece, occasionale e sottosupplente dei buoni Religiosi chiamati alle armi.

Da quel tempo ad oggi, quanto spazio, quanti luoghi, quante persone che la bontà di Dio fece trascorrere davanti a noi.

Ma i sotterranei di via delle Rosine, le belle giornate di Ritiro passate sui colli di Torino, le sante esortazioni di Fratel Teodoreto mai si annebbiarono nella nostra presenza.

« Bisogna lanciare i giovani nell'apostolato tra i giovani »; era il concetto dominante di Fratel Teodoreto.

E, vi confesso con sincerità, che questo assioma sempre mi ha guidato nei molteplici anni di vita pastorale, massimamente nel decennio di Assistente Ecclesiastico della Giac Novarese.

Ora, come allora, si rinnova il problema di conquista dei cuori giovanili: sport o apostolato?

E l'uno, e l'altro possono essere via di orientamento spirituale nella vita; ma il primo è un semplice mezzo, assai lento e aperto a molte sorprese; il secondo invece è un sicuro e potente « razzo vettore » che porta il cuore giovanile diritto verso la finalità della Creazione e della Redenzione; il giovane è così portato a seguire il precetto evangelico « Vieni e seguimi »; con Gesù, si viene Missionario di vita.

Così ci ha insegnato l'indimenticabile Fratel Teodoreto; e ci siamo trovati in un'altra atmosfera di orientamento spirituale, personale e sociale.

Così ci appare più piena una giornata di Missione Catechistica, che non una maglia rosa o bianca sulle piste degli stadi umani.

Così ci risulta più ripiena la nostra giornata, quando è dedicata - come per voi Fratelli Torinesi - a raccogliere ed educare nella carità di Cristo i ragazzi della strada, che non un orario intenso di scuola, soltanto umana e professionale.

Deo gratias! L'assioma di Fratel Teodoreto dovrà moltiplicare i suoi corollari benefici; e, come dai sotterranei di via delle Rosine, così dalle vostre aule scolastiche escano i migliori operai, qualificati, del Catechismo; nella vita affascinante di virtù, nelle opere, nell'apostolato, che vuole, che ama il sacrificio e la dedizione.

Perdonate, cari Fratelli del 1917; non vi ho scritto una preghiera, ma una meditazione, che rinnova in me, e certamente anche in voi, preziosi ricordi, ancor'oggi vitali e benefici.

Con gran cuore benedico tutti voi, i vostri alunni, i vostri Ven. Superiori, augurandovi sante Feste Natalizie ed un ottimo Anno Nuovo nella luce di Maria SS.ma Immacolata.

Il volto amabile di Fratel Teodoreto a tutti sorrida, Deo gratias!

+ Maurizio Raspini

Vescovo

Maurizio Raspini Vescovo Foto 82

Corde pieno, benedico ai Catechisti del SS. Crocifisso e dal Cielo ci benedica il Car.mo Fratel Teodoreto, dal 1917 nostro indimenticabile Maestro di pietà, di bontà, di sacrificio.

Oppido M. ( Reggio Calabria ) Natale 1957.

Pellegrinaggio Mariano al Santuario rii N. S. della Misericordia in Savona

( 15 settembre 1957 ).

« Virgo dolorosissima » è l'invocazione accorata che un folto gruppo di Zelatori e Zelatrici dell'Unione, di studenti del Collegio S. Giuseppe accompagnati dal loro professore Fratel Emiliano, rivolge alla Madonna nella mistica penombra della Cappella di N. Signora del Sacro Cuore della Chiesa di S. Tommaso, accanto alle venerate spoglie di Fra Leopoldo.

Così inizia il tradizionale pellegrinaggio annuale, che prevede una prima tappa presso il Santuario di Vicoforte ( Mondovì ).

Sotto l'immensa cupola ellittica, il nostro Padre Callista celebra il Divin Sacrificio, distribuendo la S. Comunione alla grandissima maggioranza dei pellegrini.

Poi il pullman riprende la sua marcia inerpicandosi lentamente pei dolci declivi monregalesi, che si stagliano nel cielo tersissimo, ostentando, nell'imminente vendemmia, i vigneti rigogliosi.

Superato l'Appennino presso il Col di Cadibona, incomincia la discesa in territorio ligure.

Verso mezzogiorno eccoci finalmente alla meta: il Santuario di N. Signora della Misericordia, presso Savona, nella valle del Letimbro detta anche di S. Bernardo.

Al canto del « Magnificat » si rende omaggio alla SS. Vergine nella pia cripta sotterranea.

Quale commozione pervade l'animo nostro, mentre riecheggia l'inno dell'amore riconoscente, proprio nel luogo dove la Madonna apparve nel 1536 al contadino Carlo Botta, invitando il popolo savonese alla penitenza e promettendo la sua materna e misericordiosa intercessione presso il Divin Figliolo!

Quale profonda somiglianza col messaggio di Lourdes!

Gruppo dei partecipanti al pellegrinaggio mariano al Santuario di Nostra Signora della Misericordia in Savona

Nella visita dell'ampia chiesa a tre navate, con due ordini di cappelle, ci interessa particolarmente « La Visitazione », altorilievo di Lorenzo Bernini, il famoso architetto del colonnato di S. Pietro.

Le due figure di Donne, di età e di atteggiamento così diverso, sono modellate nell'altorilievo con ricchezza di linee e sicurezza di tratto: La Vergine, nella consapevolezza della Divina maternità, vi appare in lutto il suo mistico splendore, mentre S. Elisabetta, pur nella gioia dell'incontro, rispecchia ancora nel volto sofferente le tracce della sua lunga e dolorosa sterilità.

L'arte è qui non salo ancella della fede, ma anche della carità.

L'insegnamento di dedizione verso il prossimo che la Madonna imparte nel mistero della « Visitazione » è, presso il Santuario, una realtà viva ed operante poiché intorno vi sorgono: l'Ospizio dei poveri, già adibito per i pellegrini ed ora capace del ricovero di trecento infermi, e l'Orfanotrofio femminile della Città di Savana.

Ammiriamo poi i quadri in tarsia, adamanti il coro, e particolarmente quello rappresentante l'incoronazione di N. Signora della Misericordia ad opera del Pontefice Pio VII il quale, com'è noto, trascorse in Savona, la maggior parte della prigionia ( 1809-1815 ) impostagli da Napoleone.

L'8 Maggio 1815, in segno di riconoscenza per l'avvenuta liberazione, Pio VII, seguito da dieci cardinali, da numerosi principi, discendeva nella cripta, incoronando d'aureo diadema la Sacra Statua.

Fu quello, certo, il giorno più bello e più grande che il Santuario di Savona abbia mai vissuto; ormai la sua vita e la sua storia erano legati alla storia della Chiesa.

Nel pomeriggio il nostro pellegrinaggio pio e raccolto nella meditazione delle stazioni della « Via Crucis » s'inerpicò per l'erta del colle sovrastante il Santuario.

Infine, dopo brevi soste a Savona per la visita del Duomo e ad Albissola, dove sotto un cielo plumbeo ci apparve un mare agitato ( quale differenza dal mattino! ), s'intraprese la via del ritorno.

Lo spirito di preghiera e di riparazione furono il clima costante di questo pellegrinaggio, compiuto proprio nel giorno dedicato alla SS. Vergine Addolorata.

Durante il percorso venne recitato per intero il S. Rosario, intercalato dal canto di laudi sacre, memori del « detto » del Crocifisso, che si legge in data 22 Maggio 1914 nel « Diario » di Fra Leopoldo: « Stiano guardinghi di non cercare svago di passeggiate di piacere, il che sarebbe inganno del demonio in questa pia Unione tanto seria e Santa, eccetto che sia un vero pellegrinaggio col trionfo del S. Rosario.