Nel quarantennio del transito di Fra Leopoldo

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Quanto sia sempre più viva ed onorata la memoria del Servo di Dio Fra Leopoldo M. Musso ofm. l'hanno ancora dimostrato a luce meridiana le recenti commemorazioni del suo quarantesimo anniversario di morte: svoltesi a Torino, a Casale ed a Terruggia Monferrato, rispettivamente cioè dove morì, si avviò a vita religiosa francescana e nacque l'autore umano della Divozione a Gesù Crocifisso.

Dovunque numeroso concorso di fedeli, di ammiratori, di autorità ecclesiastiche, religiose e civili, con tridui solenni predicati da oratori valenti - inframmezzandosi ad essi due Vescovi ed anche dei laici - in onore del Santissimo Crocifisso.

Celebrazione del quarantenario di Fra Leopoldo nella Chiesa di San Tommaso di Torino - Parla il vescovo coadiutore

A Terruggia le funzioni celebrative concluse nella domenica di Passione 8 aprile rivestirono il carattere particolare di preparazione degli uomini alla Comunione pasquale, col risultato di una notevolissima percentuale di comunicati ( oltre centocinquanta, in un piccolo paese ).

Ciò che da un lato costituisce un lusinghiero pio successo della parola dell'ottuagenario P. Giustino Turco ofm., e dall'altro conferma il grado edificante di pietà eucaristica delle secolari tradizioni locali, che meritatamente si assommano esprimendo la figura di Fra Leopoldo, apostolo di Gesù Ostia, com'ebbe a rilevare con felice allocuzione conclusiva il P. Agostino Allamano, Guardiano del Convento torinese di San Tommaso, e di « Segretario del Crocifisso », come illustrò poi con sentita convinzione di concetti esortativi il catechista prof. Pietro Fonti.

Ne certo Casale Monferrato fu da meno per concorso di folla, nella chiesa di Sant'Antonio abate dei francescani minori - presenti il Prevosto, il Sindaco e molti concittadini di Terruggia -, col triduo intercorso fra il 2 ed il 4 marzo, animato dal caldo eloquio del predicatore P. Giorgio Racca ofm., il quale si ritrasse umilmente perché gli succedesse - nella pausa della messa vespertina domenicale - la parola piana, sciolta, misurata, suadente di Monsignor Vescovo, l'Eccellenza Giuseppe Angrisani, col prendere lo spunto dal Vangelo di quella domenica, predicente la Passione prossima, per porre in efficacissimo rilievo il grande amore del nostro Servo di Dio per Gesù Crocifisso « amabilissimo Signore » e per infondere animo a non rinnovare col peccato la causa della morte del Redentore.

Al che fece eco attiva e consona il catechista Rag. Giovanni Cesone, distribuendo migliaia di foglietti della « Divozione a Gesù Crocifìsso » ed intrattenendo infine un bel gruppo di terziari francescani sulle origini di quella santa preghiera.

Ma Torino - com'era logico prevederlo - segnò il vertice e la pienezza delle funzioni commemorative, fra il 25 ed il 28 gennaio, nella chiesa di San Tommaso dei Frati minori, le cui mura - specialmente quelle della cappella di Nostra Signora del Sacro Cuore - pare continuino a ripetere i sospiri ed a proteggere d'ombra le estasi ed i colloqui dell'Amante del Crocifisso.

Le commemorazioni furono due.

Una quella solita annuale con la messa celebrata in San Tommaso alle 8,30 del 27 gennaio per la Casa di Carità Arti e Mestieri - presenti direttore, insegnanti e tutti gli allievi dei corsi diurni -, seguita da una breve visita alla cappella di Nostra Signora e da un conciso commento del catechista dottor Domenico Conti volto a lumeggiare l'intensità della preghiera fraleopoldina ai piedi di quell'altare per le scuole professionali dei catechisti nel mondo, e particolarmente per quella di Torino.

L'altra invece, col triduo, aveva aspetto di eccezione, cominciando dal cartellone fissato sopra la cornice superiore dell'accesso alla chiesa e recante questa dedica: A Gesù Crocifisso - Autore della vita e di ogni salvezza - si eleva da questo tempio - l'inno della pietà e dell'amore - ricorrendo - il quarantennio del pio transito - di Fra Leopoldo M. Musso - Servo di Dio - apostolo della divozione - alle Sante Piaghe - 1922-1962.

Celebrazione del quarantennio di fra Leopoldo nella Chiesa di San Tommaso di Torino

Giornate di eccezione.

Non solo per la coincidenza esatta del triduo col quarantennio della morte ( 27 gennaio ); né per l'affluenza insolita che si notava verso la chiesa di San Tommaso all'ora della messa vespertina delle 18,30; né ancora soltanto per il valore oratorio del Padre Paolo Maglioni ofm. del convento cuneese del Beato Angelo, il quale parlò con penetrante competenza e trasporto del mistero della Redenzione e della santificazione nel dolore; ma sopra tutto per l'autorevole intervento di Mons. Vescovo Coadiutore di Torino, l'Ecc. P. Felicissimo Tinivella ofm., assistito dal Can. Michele Peyron, celebrante la chiusura del triduo con la messa delle 10 di domenica 28 gennaio e con la predica del Vangelo sul Crocifisso, traendone motivo di delicato riferimento a Fra Leopoldo e di affettuoso accenno a Fratel Teodoreto, poiché non si può parlare dell'uno senza ricordare immediatamente l'altro.

E questo, mentre al Vescovo faceva corona un'assemblea qualificata che assumeva quasi veste ufficiale di testimonianza pubblica della fraterna armonia esistente - nella luce dei due Servi di Dio - fra un grande Ordine, il francescano, ed una grande Congregazione, la lasalliana: questa, impersonata dal C.mo Fratel Leone di Maria F.S.C., assistente generale, dal Fratel Visitatore Alfredo e dai Direttori di tutte le case del Distretto; quella, rappresentata - oltre che dal Vescovo stesso - dai Reverendi PP. Agostino Allamano e Agnello Giubergia, rispettivamente guardiano del convento e parroco di San Tommaso, col vicepostulatore P. Giuliano Gennaro; e l'una e l'altra liete della presenza di una terza famiglia religiosa, a loro così strettamente legata: la Unione del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, col presidente generale dottor Carlo Tessitore, attorniato da tutti i catechisti di Torino; zelatori, zelatrici e patronesse ; insegnanti, allievi della Casa di Carità Arti e Mestieri, dell'Istituto Arti e Mestieri e della Scuola Vittorio Amedeo III; Avv. Vincenzo Morelli di Popolo, presidente dell'O.M.I.; i chierici dello Studentato Teologico di Sant'Antonio ed un gruppo di alunni del San Giuseppe, compatti intorno alla bandiera del collegio.

Con i quali tutti, concorrevano a rendere omaggio al Servo di Dio i rappresentanti dei comuni di morte e di nascita: per Torino l'assessore Comm. Mario Enrico e per Terruggia Monferrato personalmente il Sindaco.

Assemblea eloquente di per sé, pur nel silenzio raccolto della sua preghiera, trasparente dal viso di ciascuno, fraterna ed egualmente versa, alla mattina ed al pomeriggio dello stesso giorno, con lo stesso cuore come se appartenessero alla stessa famiglia.

Non ne può nascere che Unione!

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