Il venticinquesimo di una zelatrice

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Venticinque anni fa, precisamente nella primavera del 1945, a Torino, ebbi la gioia d'incontrare la prima volta Fratel Teodoreto, S.C. autore di « Fra Leopoldo » o.f.m., libro che avevo letto qualche tempo prima.

Mi rallegrai molto con Lui per l'efficacissima narrazione e per gli ottimi esiti che avrebbe creato nei lettori un'opera così edificante ed educativa.

Gli dissi che lo scopo del richiesto incontro era di avere una chiarificazione ed un consiglio.

Mi ero ripromessa, e recitavo giornalmente, più volte, la « Devozione » a Gesù Crocifisso e la diffondevo, forse con troppa alacrità, a svariate categorie di persone.

Tuttavia certi individui, che più avrebbero dovuto prenderla in conto, la deprezzavano, come superiori a tale piccineria e perché il paese donde erano oriundi era composta di gente devota.

Volevo dunque sentire da Lui se tale entusiasmo fosse esagerato ed inconsulto.

Ebbi dettagli specifici e profusi.

Come terminai, Egli prese la parola, assicurandomi che lo stato d'animo createsi in me in seguito alla lettura de « Il Segretario del Crocifisso » ( da parecchi anni viene così intitolato ) era un dono e un desiderio di Gesù; che io continuassi, sia a recitare, sia a diffondere tale preghiera.

Concludeva assicurandomi che mi sarei preparata un tesoro nel Cielo.

Nel suo dire teneva gli occhi bassi; non un gesto od una parola da cui affiorassero vanità o compiacimento.

Compresi che Egli era equilibrato ed umile e mi riconfermai in tale impressione le altre volte che ebbi la gioia di avvicinarLo.

L'ultima, fu il 7 agosto del 1949, a Biella; era venuto in quella cittadina per illustrare ai suoi Confratelli, che si trovavano in ritiro, la « Devozione » e si sentì ispirato, mi disse, di passare a trovarmi, anche per rifornirmi di materiale inerente alla « Devozione.

« In qualsiasi luogo vada, mi ordinò, non si faccia riguardo di dare lavoro ai « Figli della Pia Unione » ( ora Istituto Secolare ) chiedendo pagelline da diffondere gratuitamente ».

Il ragionier Cesone ed il dott. Tessitore sanno quante volte io abbia bussato alla porta del loro « Istituto ».

Tale « Devozione » viene rispettosamente accolta anche da persone per nulla disposte alla pietà, ma serie, di carattere leale, mai inclini a giocare il gioco di terzi, umili e aperte al dialogo.

Più che in Piemonte, in Lombardia e nel Veneto, in Emilia e nel Lazio, in Europa e nel mondo extra europeo, giunse la « Devozione ».

Arrivata in un paese, domandai sempre all'autorità religiosa il permesso di diffondere tale preghiera.

Ebbi incondizionati consensi; creai pure delle Zelatrici, come si è invitati a fare, ma poiché la mia scelta fu abitualmente quella di arrivare ai più umili, non sempre risultò la possibilità che si sostenessero.

Un parroco mi diceva: « In settimana andrò di famiglia in famiglia a portarvi l'esemplare, perché pratichino la preghiera ».

Giovanette e sposi novelli la fecero apporre sotto il cristallo dell'inginocchiatoio, per recitarla prima di coricarsi.

Giovani spose in attesa di divenire madri, la portarono sempre sul cuore e dichiararono di aver constatato aiuti divini.

Nelle nostre missioni di America, di Asia, di Africa e di Australia la « Devozione » viene praticata nelle comunità e dalle alunne appartenenti a religioni e a lingue più svariate.

Un esempio fra tanti: Giunse qualche anno fa dalla pianura del Gange, una consorella italiana; in quelle missioni prevale l'elemento indiano.

La suora si fermò pochi giorni, in uno dei quali le parlai fraternamente della « Devozione », della sua importanza e come fra gli Stati del mondo, la Russia sola non ne avesse permesso l'entrata.

Concluso il mio dire, sorridendomi, tale consorella estrasse dal portafogli e mi mostrò un esemplare della « Devozione » in inglese e mi assicurò che, a 3000 metri, sull'Himalaja, consorelle ed alunne inglesi, turche, ebree e di svariate caste e religioni, recitassero indistintamente la preghiera a Gesù Crocifisso.

Segnalazioni di grazie ottenute, molte: sistemazione di famiglie scucite - guarigioni tempestive - ritrovamento di documenti indispensabili - riuscita negli studi, perdoni dati con generosità a facinorosi smascherati.

Potrei continuare il lungo elenco a gloria di Gesù Crocifisso e a consolazione dei Catechisti che Gesù chiamò « Pupilla dei suoi occhi »!

Non più giovane, verranno a poco a poco meno le mie possibilità di far conoscere le meravigliose promesse del Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, ma rimarrò Zelatrice fino « al tramonto dell'ultimo mio sole! » ( Carcano G. ) e dopo di me altre consorelle continueranno nel nostro Istituto fra la gioventù la bella missione.

La Madonna sostiene i suoi in ogni tempo, anche e specialmente, quando gli sbandamenti sono gravi nel mondo cattolico.

Senza offendere nessuno, più che molte discussioni a massimo livello, a mio avviso valgono i calli alle ginocchia e le braccia alzate in vissuta preghiera.

Al mondo di oggi occorrono i santi, non i blateramenti; occorre che il monumento per eccellenza, la Croce di Cristo, scenda profondo in ogni cuore.

Gli uomini tutti Lo sospirano da opposte sponde, per questo temono e tremano: sono privi di Lui.

Nulla di più, nulla di meglio è impellente dare agli uomini di oggi.

Via, via gli ideali suggeriti dal demonio: le creature hanno sete di ideali divini, tutti, anche quelli che ingiustamente giudichiamo i più avversi a Dio e al Cristo Redentore.

Febbraio 1970

M. Gabriella De Donà