Lettere dai nostri amici  

B181-A7

Caro Tessitore,

ho letto con molto interesse il Bollettino.

Trovo il contenuto della commemorazione di Conti realistico, Fratel Teodoreto era così.

Egli nell'interlocutore cercava il soffio Spirituale che gli veniva dato dal Signore, ed in possesso di questo grande bene, il suo volto prendeva luce e a sua volta rendeva partecipi di questo immenso bene l'interlocutore stesso.

Quanta grandezza in quest'umile Servo del Signore.

Ho letto con vera compiacenza il ricordo del nostro caro Giustino Nicoara.

Me lo rivedo vero amico presente, come Cesone ed altri che ci hanno preceduto.

Di Nicoara ti voglio raccontare un episodio che certamente non conoscerai, ma che ti farà piacere sapere.

Frequentavo il primo anno al Politecnico di Torino, ed ero compagno di Enrico di Rovasenda, se non erro membro direttivo, se non Vicepresidente della Fuci.

lo, ex allievo salesiano, provenivo dal Collegio di Ferrara, mi trovavo a disagio nell'ambiente esterno Torinese, come un pesce fuori acqua.

Mi rivolsi a lui per vedere di trovare un ambiente coetaneo dove trascorrere il mio tempo libero.

Fu proprio lui che mi indicò l'Unione del SS. Crocifisso, e mi additò Mario Ughetto, colui che mi ci poteva accompagnare.

Fu cosi che il primo sabato successivo, alle nove di sera, mi presentai, insieme con l'ingegnere De Luca mio compagno, dal Fratel Teodoreto e partecipai alla vostra prima adunanza.

Poiché l'indomani domenica vi era il ritiro, la mattina dopo, per tempo, andai in Corso Dante a chiamare l'altro mio fedele compagno Achille Gagliardi.

Questo per raccontarti quel che segue.

Sopra Gagliardi abitava Nicoara, che conoscemmo poi all'Unione e l'avemmo caro amico.

Egli il sabato sera, dalle 10,30 alle 11,30, s'era da poco messo a letto, ed anzi era seduto sul letto, quando udì una voce: « quelle mani, quei piedi, che ne saranno fra poco, quando ti decidi? … ».

« Ma cosa devo fare? dove devo andare? ».

« Domattina segui quei due del piano di sotto e saprai … ».

Ciò che fece e ce lo ritrovammo insieme nell'Unione; dico insieme perché ci si mostrò vero amico sia di me che di Gagliardi che di De Luca.

Cordiali saluti a tutti i cari amici dell'Unione, ai vecchi un affettuoso ricordo, ai giovani sempre uniti nella preghiera, a te con ogni bene un fraterno abbraccio.

Tuo Santone

Livorno 14 luglio 1971