La messa del povero e la Vergine dei poveri

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I° - Nel 1933 la Madonna appariva a Banneux, nella notte e nel freddo dell'inverno, e si dava un nome "nuovo".

Un nome, che fino allora nessuno le aveva ancora dato, malgrado la litania quasi interminabile di bei titoli con cui la Chiesa, i Santi, i popoli l'hanno sempre invocata.

La Madonna stessa dice: "Io sono la Vergine dei Poveri".

La Madonna, che è sempre stata per tutte le miserie degli uomini, si direbbe che vuoi così dirci una Sua preferenza per "i poveri".

Anticipava i tempi.

I tempi in cui viviamo: in cui i poveri hanno più che mai posto un problema di "categoria" al resto dell'umanità.

Un problema sociale.

Precedeva la Chiesa, che con i suoi ultimi documenti ha fatto sue le aspirazioni giuste di coloro che, in condizioni di sottosviluppo chiedono ai ricchi di considerare più attentamente il loro problema: perché tutti alla fine siamo ugualmente uomini.

II° - La Vergine dei Poveri anticipa i tempi nuovi: senza tradire però il Vangelo.

Che, quando parla di povertà, parla di uno spirito particolare e di una visione particolare del tempo.

Per cui alla fine non ci si arrabbia troppo per le cose di questo mondo: tutte cose molto relative, soprattutto se messe a confronto ai "tesori del Cielo".

Il Vangelo - questo grande "dono di Dio", questa "acqua viva", di cui Gesù stesso parla al pozzo di Sichar alla Samaritana - la Vergine dei Poveri lo ricorda portando la bambina a metter le mani nell'acqua in una fontana, da Lei scoperta sull'orlo del bosco.

Questo è il vero tesoro del mondo: il mistero della Persona e della Grazia di Gesù: in cui solo c'è la salvezza: mistero di amore.

È un perfetto equilibrio quello che così caratterizza il Suo messaggio: in cui l'appello a tutti per migliorare la situazione sociale si ispira e si completa in un discorso che, tra l'altro, ci trattiene dalle faziosità che solo finiscono di peggiorarle, e ci impegnano per la salvezza spirituale del mondo almeno quanto per il benessere temporale.

La giustizia non verrà mai dall'odio, ma dall'amore.

Un cristianesimo tutto esaurito nelle lotte di classe è un cristianesimo sprecato.

IlI° - Anche la Messa del povero è del '33.

È nata "insieme" al messaggio di Banneux.

Ma più che una data - forse anche fortuita - a collegare insieme le due cose sono i contenuti: del Messaggio ai poveri della Vergine, da una parte; dell'attività per i poveri della Messa, dall'altra.

Del messaggio, abbiamo detto.

Della Messa del povero, chi la conosce sa che, come pochi tra quanti si occupano dei poveri, essa equilibra bene l'assistenza materiale con quella spirituale.

Da un umile servizio di … barba e di mensa, essa non disgiunge l'assistenza spirituale; che purifica dentro lo spirito e lo nutre della Parola, di cui ha bisogno l'uomo: che "non vive di solo pane".

Essa, fin dal primo momento, inconsapevolmente, fu la risposta pronta, di uomini di buona volontà al messaggio della Vergine dei Poveri.

Poi la Messa del povero Le aprì la porta: prima in Via Moncrivello, dove la Sua immagine salì sopra l'Altare.

E la Vergine tornò ad essere più povera che mai proprio lì, dove si rifugiavano ogni notte la miseria più squallida del dopoguerra, e dove dal soffitto a volte, fin sulla tovaglia della Mensa del figlio Suo, cedevano di tanto in tanto le cimici …

Poi arrivò alla sede principale della Madonna degli Angeli: dove sulla porta accoglie i poveri; e guarda chi dall'Opera Pia Lotteri, nella povertà estrema della morte, per tornare alla terra, le passa proprio davanti.

È lì. E cerca di non dar fastidio a nessuno, come sempre.

È proprio la Vergine dei Poveri: nel silenzio di un angolo.

Ma se l'anima la guarda: sente che questa Messa del povero Lei l'ha tutta nel cuore.

L'ha fatta Sua.

La vuol fare sempre più secondo il Vangelo.

Perché, chi vi viene, abbia veramente a trovare la Vita.

Un po' di sollievo, per la vita di tutti i giorni; un grande aiuto per il Pellegrinaggio alla Vita eterna del Cielo.

Don G. B. Arbinolo