Origine e significato dell'anno Santo

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Anno Santo, Anno Giubilare, Giubileo: che cosa significa?

Quale è la sua origine e quel è il suo scopo?

Bisogna risalire molto indietro.

Il giubileo ha la stessa età del Decalogo e fa parte delle norme date da Dio stesso a Mosé.

La sua istituzione è narrata nella Bibbia al Cap. XXV del Levitico.

« Conterai sette settimane di anni, sette volte sette anni, e avrai il periodo di sette settimane di anni, cioè 49 anni.

Il settimo mese, il dieci del mese farai echeggiare la tromba, ( j'obel, da cui jobeleus o giubileo ).

Dichiarerete santo l'anno cinquantesimo ».

« Proclamerete nella terra la liberazione per tutti i suoi abitanti.

Sarà per voi un giubileo: ognuno ritornerà al proprio patrimonio, ognuno ritornerà alla propria famiglia. ( Lv 15,8-10 ).

Il diritto di proprietà in Israele aveva dei limiti notevoli.

Non era assolutamente il romano « jus utendi et abutendi » assoluto ed esclusivo, e impediva anche la formazione del latifondo, la ricchezza eccessiva degli uni e la miseria degli altri.

In caso di grave necessità ciascuno aveva il diritto di servirsi dei beni altrui.

Nell'anno giubilare poi, il terreno che si era dovuto vendere per necessità, ritornava senz'altro all'antico proprietario.

« La terra non si potrà vendere irrevocabilmente, poiché la terra è mia e per me voi siete forestieri e inquilini » ( Lv 25,23 ).

La norma giuridica è appoggiata ad un energico richiamo alla provvisorietà della vita terrena, onde staccare l'animo da beni che sono di Dio e che si possono godere per così poco tempo.

In Israele vigeva la schiavitù, come in tutti i paesi dell'antichità ( e purtroppo ancora oggi in qualche paese ) ma era assai più mitigata e anch'essa cessava con l'anno giubilare: « Se tuo fratello che è presso di te, ridotto in miseria, si vendesse a te, non imporgli un lavoro da schiavo.

Sarà per te come un avventizio, come un inquilino: lavorerà con te fino all'anno del giubileo.

Allora se ne andrà libero lui e i suoi figli, e ritornerà alla sua famiglia, ritornerà al patrimonio dei suoi padri » ( Lv 25,39-41 ).

Indubbiamente Israele era il popolo più umano ( o meno disumano ) dell'antichità, non per un genio della stirpe, ma perché governato da Dio stesso.

Il giubileo ebraico non aveva soltanto un aspetto sociale, ma aveva un significato principalmente religioso, voleva essere un ritorno a Dio, uno sforzo per giungere all'osservanza più genuina della sua legge, una revisione di vita, un tempo di vacanza dalle cose temporali per attendere a quelle dello spirito: « Non seminerete, non mieterete le biade nate dopo il raccolto dell'anno, né vendemmierete l'uva della vite non potata …

Praticherete i miei statuti e i miei decreti: li osserverete e li metterete in pratica; così abiterete tranquilli sulla terra …

Io ho disposto per voi la mia benedizione nell'anno sesto perché dia il prodotto di tre anni » ( Lv 25,11,18 ).

Peccato che Israele non sia stato fedele all'osservanza di queste norme, meritandosi il rimprovero dei profeti e non abbia saputo entrare nello spirito di esse, cadendo nel formalismo.

Dopo il ritorno dalla schiavitù babilonese i giubilei probabilmente non furono più celebrati.

Le istituzioni del Vecchio Testamento erano una figura e un abbozzo del Nuovo: « Non crediate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti.

Non sono venuto per abolire, ma per portare a compimento » ( Mt 5,17-18 ).

Il popolo cristiano non si preoccupò del giubileo durante i primi tredici secoli della sua storia.

A parte le terribili prove che dovette superare a motivo delle persecuzioni, delle eresie, delle invasioni barbariche nei secoli di ferro, ecc. tutta la vita cristiana è già un continuo sforzo di interiorità, di superamento, di rinnovamento con l'ausilio dei mezzi forniti da Gesù alla sua Chiesa, che sono assai più potenti di quelli che erano a disposizione degli ebrei.

Tuttavia neanche il cristiano si sottrae ai pericoli dell'abitudine, che svuota le pratiche del loro contenuto spirituale, della tendenza al basso, cui lo inclina la natura decaduta; tant'è che tutta la storia della Chiesa è un susseguirsi di fioriture spirituali, periodi di decadenza e periodi di ripresa.

Tanto il singolo quanto la Chiesa hanno un bisogno continuo di riprendersi, di acquistare nuovo slancio, di rinnovarsi nel fervore e nei mezzi di santificazione, e perciò assai presto nacquero dei movimenti di reazione al lassismo e sorsero iniziative di rinnovamento come missioni, esercizi spirituali, associazioni varie, ecc.

Una delle pratiche più comuni del Medioevo per rinfervorare la vita religiosa e consolidare l'unità e l'ortodossia della fede era il pellegrinaggio a Roma, presso la Sede di Pietro e le tombe dei martiri, al centro cui tutti facevano capo e da cui tutti i fondatori e promotori di movimenti religiosi attendevano il suggello.

Il Sommo Pontefice Bonifacio VIII indicendo per la prima volta nel 1300 l'anno giubilare cristiano dava una nuova forma ai pellegrinaggi che da tutte le parti del mondo giungevano a Roma e li arricchiva di contenuto, concedendo un'indulgenza generale ai pellegrini che si accostavano alla confessione e comunione.

Tra i pellegrini più illustri di quel giubileo vi fu Dante Aligheri.

I successori di Bonifacio VIII con l'andare del tempo determinarono sempre meglio le modalità e l'oggetto dell'anno santo: la sua stretta relazione con il foro penitenziale, le eccezionali facoltà dei confessori, le Basiliche da visitare, le opere buone da compiere ( preghiere, digiuni, sacramenti, elemosine ) le indulgenze da lucrare.

Successivamente si estesero i benefici dell'anno santo a tutti i cristiani che non avevano potuto pellegrinare a Roma e si indicarono le condizioni sostitutive da osservare per conseguirli.

Bonifacio VIII aveva stabilito che il giubileo si celebrasse ogni cento anni.

Clemente VI, nel 1350 indisse il secondo giubileo e ne ridusse il periodo a cinquant'anni.

Bonifacio IX nel 1389 celebrò il terzo giubileo, stabilendone il periodo a trentatre anni, corrispondente agli anni della vita terrena di Gesù.

Paolo II nel 1475 ridusse ulteriormente il periodo dei giubilei ordinari a venticinque anni, com'è in uso attualmente.

Non tutti i giubilei si poterono celebrare alla loro scadenza, a motivo delle avversità dei tempi, ma in compenso oltre ai giubilei venticinquennali, detti ordinari, i Papi introdussero dei giubilei straordinari, in occasione di particolari circostanze:

Pio IX nel 1854 per la proclamazione del dogma della Immacolata Concezione;

Leone XIII nel 1879 per l'inizio del suo pontificato;

Pio X nel 1913 per il centenario dell'editto di Costantino;

Pio XI nel 1929 per il suo giubileo sacerdotale e nel 1933 per il centenario della Redenzione, ecc.

Le condizioni per l'acquisto del giubileo sono contenute nella Bolla papale di indizione.

Nel 1950 si celebrò l'ultimo giubileo ordinario, e in tale occasione il Papa Pio XII definì il dogma della Assunzione al cielo della SS. Vergine, sottolineando così che i giubilei costituiscono delle grandi tappe nella vita della Chiesa.

La durata dell'anno santo è compresa tra la cerimonia di apertura e quella di chiusura della porta santa nelle Basiliche romane da visitare.

Non c'è bisogno di ricordare che viviamo in una delle epoche più terribili della storia:

la minaccia incombente di una guerra atomica, che distruggerebbe il genere umano e da cui ci divide l'esilissima parete della paura reciproca;

l'assurda situazione di un progresso tecnico che si è risolto in un'insidia alla vita;

l'organizzazione esplicitamente atea di grandissime nazioni, con la guerra dichiarata e condotta implacabilmente contro ogni religione;

l'esautoramento di ogni autorità, nazionale e internazionale, e il ricorso sistematico alla violenza in tutti i campi;

la rottura di ogni argine morale e lo straripamento di una marea di corruzione incontenibile …

Quando mai nella storia si è verificata una simile condizione?

Ormai non c'è più speranza che nell'intervento di Dio: salvaci, Signore, che siamo in procinto di perire.

Dio è misericordioso. Dio è onnipotente.

Egli non vuole la rovina dell'uomo, ma la sua conversione e salvezza: Egli l'ha pagata troppo cara per rinunciarvi, e perciò Egli prevarrà.

L'anno santo, anno di preghiera e di penitenza, a cui tutti sono vivamente esortati, non passi invano per nessuno e ottenga la salvezza del mondo.

Il Sommo Pontefice Pio XI che indisse tre giubilei: 1925 - 1929 - 1933