Cuore addolorato e immacolato

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Il celebre Padre Réginaid Garrigou - Lagrange O.P., professore di teologia dogmatica e mistica all'Angelico, negli ultimi anni di vita non cessava dal mettere in evidenza il valore inimmaginabile dei dolori patiti dalla Vergine Santissima per noi: per riparare le nostre colpe.

Più si avvicinava all'ora estrema del transito e più vi insisteva, quasi volesse rinfocolare sempre più vivace nell'ascoltatore la fiamma di riconoscenza per l'opera corredentrice della Madonna.

Quelle parole destavano in cuore come una risonanza accoratamente austera di testamento.

S'intratteneva innanzi tutto sul pensiero che la grazia dell'Immacolata Concezione è come il dado basilare della colonna che culmina nel fastigio della grazia sovrana di Maria, la Maternità di Gesù, Uomo-Dio, nostro Salvatore: grazia, quest'ultima, che la fa indissolubilmente unita al suo Figlio in ogni momento e - in modo sensibile per la prima volta anche a noi - particolarmente sul Calvario, ai piedi della Croce, ad una profondità tale da incidere - con la meditazione, a poco a poco, sempre meno superficialmente in noi - il senso del vertice vertiginoso di santità che la Madonna ha raggiunto sopra tutti i Santi insieme, conosciuti o no, come pure il senso della unicità abbagliante del privilegio del suo Essere Immacolato.

Per codesto suo Candore unico Ella ha sofferto e perciò espiato anche Lei, ai piedi della Croce, col Salvatore, per Lui ed in Lui, in una misura infinitamente minore di quella del Figlio divino, ma moralmente più efficace, da Lei sola, di quella di tutti gli eletti messi insieme da che mondo è, e sarà mondo.

Perciò si può pertinentemente affermare che « tutti gli strazi del Cuore di Gesù si sono ripercossi nel Cuore di Maria così lacerantemente che Ella ne sarebbe morta stremata di tormenti, se non fosse stata sostenuta soprannaturalmente da un aiuto eccezionale ».

Codesto sostegno spiega incontrovertibilmente l'abissale verità dello « Stabat » presso la Croce.

La Madonna non si lamenta, non geme, non piange, non si flette, non si abbatte, non crolla.

La sua com-Passione con Gesù - Vittima innocente è tutta interiore.

Il suo Cuore com-Patente è ancora una volta trafitto, e con quale inenarrabile strazio.

Ma Lei regge.

È in piedi. Sta.

Ed è davvero inarrivabilmente corregale nel Dolore che redime.

Ora, quando diciamo « Cuore Immacolato », affermiamo ciò che Ella ha ricevuto da Dio gratuitamente.

Ma, quando diciamo « Cuore Addolorato », affermiamo ciò che ha fatto e sofferto Lei stessa per noi, per avere accettato la Croce, fino a quel vertice d'amore, per offrirla in spirito di riparazione per le nostre colpe.

Da codesto angolo di meditazione, la posposizione dell'attributo Immacolato dopo quello Addolorato, col dire cioè Cuore Addolorato ed Immacolato di Maria, « è dottrinalmente fondata e riassume lo Stabat Mater, la festa dell'Addolorata, quella della com-Passione dell'Immacolata Madre di Dio, ed insieme anche le parole del vecchio Simeone ».

Non dimentichiamolo: la Madonna è Madre zelantissima del nostro bene, con un Cuore che non ha confronto neppure di lontano con quello di alcun'altra creatura, tanto eccelle su tutti.

Ma, se pure dolcissima, non è dolciastra né incaramellata.

È quanto mai compassionevole, quanto mai misericordiosa, sì; ma, nel tempo stesso, esigente, ferma, severa.

Non dimentichiamolo.

È la Serva del Signore, umilissima, che vuole fecondo ad ogni costo l'effetto del sacrificio infinito di Gesù, l'effetto salutare della Redenzione, e perciò si oppone col suo tortissimo valore a tutto ciò che è prevaricazione, prepotenza, orgoglio, odio.

È Colei che, magnificando il suo e nostro Signore, lo canta anche per la potenza del braccio che disperde i superbi; per la destituzione dei potenti che rovescia dai troni; per il tracollo dei ricchi che rimanda a mani vuote.

Se le facciamo buona compagnia, con fedele disciplina, chiede al Signore anche per noi la grazia di essere, col Salvatore e con Lei, dispensieri piccoli fin che si vuole, ma effettivi dispensieri di bene.

G. di Sales

( Dal periodico « Maria Riparattice » )