Anno santo 1975; Rinnovamento e riconciliazione

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Perché tanto silenzio

Perché tanto silenzio da parte di certa stampa sull'Anno santo?

Perché tante notizie più o meno esatte, più o meno tendenziose, tante riserve e tanti sospetti?

A noi pare che la risposta possa essere una sola: perché l'Anno Santo da fastidio a molti, laicisti e soci; perché l'Anno Santo ottiene dei frutti tanto più insperati quanto più intollerati da certo laicismo.

Le previsioni della vigilia erano scandalistiche se non addirittura catastrofiche.

Si tirava in ballo l'ecologia da una parte e la speculazione dall'altra.

Ci si è accorti che ne l'una né l'altra previsione si sono avverate, anzi l'Anno Santo si svolge in un equilibrio insospettato, e i frutti per lo spirito sono veramente rilevanti.

Ci si accorge che l'Anno Santo non è solo cosa per vecchiette e bigotti ma smuove moltitudini di giovani, ci si accorge che l'Anno Santo incide profondamente anche nelle regioni meno sviluppate, che una nuova comunione è nata tra paesi cattolici e paesi in via di sviluppo, ci si accorge che tanti fratelli separati ritrovano la via di Roma anche soltanto per uno scambio di vedute.

È ancora presto per fare un primo bilancio anche imperfetto dell'Anno Santo 1975: bilancio esterno, si intende, perché il bilancio interno di rinnovamento e di riconciliazione può essere noto soltanto a Dio.

È questo il segreto di ogni anima conosciuto solo in parte dai più di cento confessori che sono a disposizione, quasi ininterrottamente, ogni giorno, delle migliaia di pellegrini nelle Basiliche e nelle chiese di Roma.

Manifestazioni indicative:

Tuttavia si possono già registrare manifestazioni indicative dell'accoglienza che l'invito di Paolo VI ha avuto in tutto il mondo a celebrare l'Anno Santo.

Forse lo stesso Pontefice si era trovato nella perplessità quando ha dovuto decidere la celebrazione dell'Anno Santo, che una prassi di calendario venticinquennale gli presentava.

Risentiamo tale perplessità nelle parole stesse del Sommo Pontefice quando ne diede l'annuncio: « Dopo aver pregato e pensato, noi abbiamo deliberato di celebrare nel prossimo 1975 l'Anno Santo.

Ci siamo domandati se una simile tradizione meriti di essere mantenuta nel tempo nostro tanto diverso dai tempi passati, e tanto condizionato, da un lato, dallo stile religioso impresso dal recente Concilio alla vita ecclesiale e, dall'altro, dal disinteresse pratico di tanta parte del mondo moderno verso espressioni rituali di altri secoli; e ci siamo subito convinti che la celebrazione dell'Anno Santo, non solo può innestarsi nella coerente linea spirituale del Concilio stesso, alla quale preme a noi dì dare fedele svolgimento, ma può benissimo corrispondere e contribuire altresì allo sforzo indefesso e amoroso che la Chiesa rivolge ai bisogni morali della nostra età, all'interpretazione delle sue profonde aspirazioni, ed anche alla onesta condiscendenza verso certe forme delle sue espressioni preferite ». ( Udienza generale 9 maggio 1973 ).

Ancora una volta lo Spirito Santo manifesta la sua presenza nella Chiesa; ancora una volta lo Spirito Santo ci fa comprendere che la guida della Chiesa di Gesù è sempre la sua e che ispira uomini e conduce avvenimenti secondo il suo piano divino!

Anno Santo e Maria Santissima

« Chi può ottenerci l'esito prodigioso ( notiamo le parole profetiche! N.D.A. ) che seguendo le esigenze logiche del Concilio, ci siamo proposte?

La Madonna, figli carissimi, Maria Santissima, la Madre di Cristo Salvatore, la Madre della Chiesa, la nostra umile e gloriosa Regina.

Noi dovremo avere fiducia nel ricorso alla intercessione della Ma donna.

Dovremo pregarla, invocarla. alla è ammirabile per sé, è amabile per noi.

Ella, come nel Vangelo, interviene presso il Figlio divino e ottiene da Lui miracoli, che l'andamento ordinario delle cose per sé non ammetterebbe. ( Ed è vero! ).

È buona, è potente. Conosce i bisogni e i dolori umani.

Dobbiamo rinverdire la nostra devozione alla Madonna, se vogliamo ottenere lo Spirito Santo ed essere sinceri seguaci di Cristo Gesù.

La sua fede ci conduce alla realtà del Vangelo e ci assiste a ben celebrare l'Anno Santo che viene » ( Udienza generale 30 maggio 1973 ).

A distanza di due anni, queste espressioni del Papa ci sembrano profetiche sia per le previsioni fatte in momenti di incertezza, sia per la fiducia che rinnovano in noi nel constatare che veramente la Madonna ha ottenuto lo Spirito Santo sulla Chiesa in una rinnovata vita spirituale, e veramente ha ottenuto il miracolo.

Certa stampa

Per illustrare, almeno in parte, quanto, in questi primi sei mesi dell'Anno Santo è stato realizzato, cercherò di farne una breve sintesi, servendomi ampiamente di relazioni apparse sull'Osservatore Romano.

È la fonte più attendibile a cui possiamo attingere e che purtroppo è conosciuta così poco anche nel mondo cattolico.

Certo, la stampa laica da maggior spazio alla riunione di 5.000 giovani in uno stadio o in una sala per ascoltare i divi della canzone, lasciandosi poi magari andare a distruzioni e pazzie, che non all'incontro di oltre 20.000 giovani a Roma, presso il Papa, per ascoltarne la voce, uniti nella preghiera, nel canto, nella comunione fraterna.

Ma dobbiamo dire, con pena, che anche molti che si professano cattolici, ignorano o sorvolano su queste ultime notizie e danno molta più importanza alle prime.

Dobbiamo scoraggiarci o restare delusi e amareggiati? No, assolutamente!

Le parole del Papa che abbiamo letto sono parole di luce, di speranza, di gioia e non di tenebre, di scoraggiamento, di lamento.

La gioia Cristiana

Certo non è senza sorpresa, o per caso, che a metà dell'Anno Santo, quando già si poteva fare un primo parziale consuntivo dell'Anno Santo, che il Santo Padre, in data 9 maggio, invita il Popolo di Dio a condividere quella gioia sovrabbondante che è un dono dello Spirito Santo, con una Esortazione apostolica.

« Noi - ha scritto fra l'altro Paolo VI nella premessa - abbiamo dunque sentito come una felice necessità interiore di indirizzarvi nel corso di questo Anno Santo di grazia, e molto opportunamente in occasione della Pentecoste, una Esortazione Apostolica, il cui tema è precisamente la gioia cristiana, la gioia dello Spirito Santo ».

Il documento è diviso in sette parti:

nella prima il Santo Padre tratta del « bisogno di gioia nel cuore di tutti gli uomini »;

nella seconda, dell'« annuncio della gioia cristiana nell'Antico Testamento »,

nella terza, d'ella gioia « secondo il Nuovo Testamento »;

nella quarta della « gioia nel. cuore dei Santi »;

nella quinta, della « gioia per tutto il popolo » ;

nella sesta, « della gioia e della speranza nel cuore dei giovani »,

nella settima, « della gioia del pellegrino dell'Anno Santo ».

Non è possibile dilungarci oltre sul tema della gioia in un mondo di tanti timori, di tante incertezze, di tante previsioni catastrofiche, ma penso che sia bene ritornarci su più a lungo in un prossimo scritto, perché « ricordiamolo bene: un cristiano, un cattolico specialmente, deve essere forte.

Diciamo, forte spiritualmente e moralmente.

Un seguace di Cristo non deve avere paura.

Egli si sente avvolto in una atmosfera di Provvidenza, che volge a bene anche le cose avverse, le quali possono anch'esse cooperare al nostro bene, se noi amiamo Dio » ( Udienza generale 4 giugno 1975 ).

La linea dell'anno Santo 1975

Ogni Anno Santo, dal primo, indetto da Bonifacio VIII, al presente, si svolge su di un una certa linea, sostanzialmente immutabile.

Per restringere il discorso ad un confronto tra l'Anno Santo 1950 e il presente, si può dire che le somiglianze sono notevoli, perché in entrambi sono emergenti i valori della, fede, della penitenza, della liberazione dello spirito umano dalle incrostazioni del peccato.

Ma forse c'è una prima differenza tra i due Anni Santi, ed è di ordine psicologico e insieme sociologico.

Nel 1950 prevaleva un sentimento di speranza e di impegno per la ripresa successiva alla guerra e al dopoguerra; si accorreva alla Chiesa per sentire parole di incoraggiamento, promesse di pace.

Non mancava un entusiasmo ardente e generoso.

Nel 1975 si nota nei pellegrini - individui e gruppi - un certo accoramento, un bisogno di fiducia e di conforto, la espressione di un senso dì responsabilità e di riserbo dinnanzi agli avvenimenti, un appello a Dio nel quale solo ritengono che sia la salvezza.

Può essere il segno di una fede purificata dalla prova e vittoriosa sulle delusioni intorno alle cose umane.

Una cosa è certa: che i pellegrini venuti a Roma nel 1975, dopo un anno di preparazione col Giubileo celebrato nelle chiese locali, e vincendo il timore dei pericoli intorno ai quali certa stampa ha artificiosamente insistito, sono persone convinte e mature che affrontano il viaggio e compiono le pratiche giubilar! con molta serietà.

Basta accostarli, o solo osservare il comportamento di queste centinaia di migliaia di pellegrini che si riversano a Roma da ogni parte del mondo, anche e soprattutto dei giovani, per rendersi conto di questo spirito che anima la loro presenza.

Vi è poi un'altra differenza rispetto ad altri Anni Santi e ad altre occasioni di confluenza a Roma.

La maggior parte del tempo è dedicata alle celebrazioni comunitarie nelle Basiliche e nelle Catacombe, alle visite guidate per fare recepire il senso religioso dei monumenti, agli incontri di gruppi qualificati, specialmente giovanili, per pregare e rimettere insieme, mentre un'importanza molto relativa è data agli aspetti turistici, anche se questi non possono mancare.

Il programma del soggiorno romano è tutto concentrato nelle pratiche giubilari fondamentali

Pellegrini in cerca di Dio

Le udienze del Santo Padre hanno avuto un crescendo straordinario, e si è passati dai 7-12 mila fedeli del gennaio-febbraio, agli oltre 35.000 fedeli a settimana dal mese di marzo in poi, tanto che si è dovuto dividere le Udienze in tre riprese: nell'Aula delle Udienze, nella Basilica di S. Pietro, nel Cortile di S. Damaso.

Anche le funzioni a cui partecipa il Papa, ormai frequentissime e quasi settimanali, vedono la Basilica e la piazza rigurgitanti di fedeli.

Sembra che gran parte del turismo di massa abbia quest'anno motivazione religiosa tanto che moltissimi, compiute le pratiche giubilari, sono tornati ai luoghi di provenienza senza ulteriori soste in Roma: come è stato finora per i grandi pellegrinaggi giovanili.

Tra gli avvenimenti particolarmente importanti va ricordata la celebrazione giubilare per i gruppi familiari nella festa di S. Giuseppe, che ha visto un'affluenza numerosa di famiglie di tutto il mondo, e l'impegno attivo dei rappresentanti italiani ed esteri dei movimenti familiari; la benedizione degli ulivi con relativa processione e S. Messa della Passione in Piazza San Pietro ella domenica delle Palme - 23 marzo - con una partecipazione massiccia di giovani - circa 20.000 - molti dei quali appartenenti al Movimento "Comunione e Liberazione".

La Settimana Santa ha visto una grande affluenza di pellegrini, specialmente alla Via Crucis del Venerdì Santo al Palatino, presieduta dal Santo Padre; nella veglia Pasquale vi è stata l'amministrazione del Battesimo e della Confermazione a 20 adulti africani, asiatici e ad una protestante svizzera.

La Santa Messa nella Pasqua di Risurrezione, celebrata dal Santo Padre in piazza San Pietro, gremita di fedeli di ogni parte del mondo, che occupavano anche via della Conciliazione e tutte le zone adiacenti è stata il segno di una rinnovata risurrezione nel cuore di molti.

È stato anche preparato un programma settimanale dell'Anno Santo dei giovani che ha, luogo alle Catacombe di S. Callista, alle Tre fontane e alla Basilica di Santa Cecilia, con un'ottima collaborazione dei gruppi giovanili.

Tre volte alla settimana si riuniscono in tali luoghi da 70 a 200 giovani, per pregare, riflettere, scambiare esperienze e pensieri.

Altri giovani - da 100 a 1500 - si sono riuniti più volte nella Chiesa di S. Ignazio per i convegni su "Vangelo e Liberazione".

È da ricordare anche la Marcia della Riconciliazione cristiana da Assisi a Roma, che ha avuto una ispirazione ecumenica e ha favorito i contatti tra i giovani appartenenti a diverse Chiese, con preghiere comuni.

Notevole è l'affluenza a Roma di cristiani appartenenti ad altre Chiese.

La loro presenza si e intensificata con la Quaresima e il tempo pasquale.

Si può sottolineare una particolare presenza luterana, originaria dì paesi nordici.

Il Comitato Centrale è lieto di poter rilevare che l'Anno Santo attira innumerevoli pellegrini, e si svolge con ordine, impegno religioso, spirito di fede e di penitenza secondo gli intenti e i programmi fissati dal Santo Padre fin dal primo momento della sua indizione.

Segno che, nonostante le difficoltà e pur nella modesta entità dei mezzi a disposizione, opera veramente la grazia divina e lo Spirito Santo, per intercessione della Madre della Chiesa, agisce e conduce uomini e avvenimenti.

E la stampa di informazione?

Quelli che abbiamo riportato non sono che alcuni degli avvenimenti più importanti e significativi di questi primi mesi dell'Anno Santo 1975: la panoramica è certamente incompleta.

La stampa laica di informazione, dopo grandi titoli e articoli sui pericoli presunti o immaginari di carattere ecologico e speculativo sull'Anno Santo che stava per iniziare, preferisce sorvolare o ignorare completamente i fatti nella loro realtà, quale si è venuta determinando.

Il Comitato Centrale per l'Anno Santo ha espresso viva deplorazione per la campagna condotta da tali giornali contro la celebrazione giubilare, inventando difficoltà e pericoli inesistenti, distorcendo i fatti, ignorando volutamente i grandi avvenimenti che erano sotto gli occhi di tutti.

Ha quindi rivolto a tutti gli organi di stampa l'invito a comportarsi secondo il criterio di gentilezza e di onestà professionale al quale solamente intende fare appello il Comitato stesso, tenendo presente che il messaggio di rinnovamento e di riconciliazione, rappresentato dall'Anno Santo, è di una importanza decisiva non solo per i credenti, ma per tutti gli uomini di buona volontà, sicché ogni operatore nel campo della cultura e della vita sociale non può non sentirsi impegnato a collaborare al suo successo, o almeno a dare una informazione veritiera su tutto quanto lo riguarda.

Fr. Gustavo Luigi Furfaro f.s.c.


Grande e diffuso è lo smarrimento del pensiero speculativo moderno

La cultura umanistica, abbandonata la sperimentata sapienza della tradizione, preferisce, e spesso esclusivamente, compiacersi nella scienza del calcolo e della osservazione sperimentali, limitandosi alla conoscenza del mondo esteriore, empirica e sensibile, per cui è tanto difficile alla mente dell'uomo contemporaneo assurgere alla conoscenza razionale e metafisica, e tanto più a quella, pur sempre ragionevole, della religione e della fede.

… una inquieta e talvolta ribelle ricerca è preferita al possesso sicuro e fecondo della verità conosciuta, un'opinione spesso servile e volubile è preferita alla coerenza positiva e dinamica della ragione, un'ipotesi gratuita e di moda è preferita alla esigenza sempre valida del senso comune, e così una critica aprioristica ed eversiva prevarrà facilmente alla analisi obiettiva della realtà, come pure uno stato di dubbio sistematico all'adesione equilibratrice e feconda della certezza. ( discorso di Paolo VI, 30-6-74 - O.R. 1-2/7 )


Il compito della evangelizzazione spetta a tutti i fedeli

Tutti, senza distinzione, sono effettivamente mossi dallo Spirito Santo a dare testimonianza a Cristo e al suo Vangelo, secondo la precisa promessa del Signore: « quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza ».

Noi siamo certi che siete consapevoli della priorità dell'evangelizzazione nell'ora presente, e vi esortiamo a darle il valido contributo del vostro apostolato laicale ».

Paolo VI al Cons. Naz. dell'Az:. Cattolica ( O. R. 12-1-57 )