Evangelizzazione e promozione umana nella scuola cattolica |
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Per trattare della specificità della scuola cattolica, è necessario rifarsi innanzitutto al testo del Vaticano II nella « Dichiarazione sull'educazione cristiana » la « Gravissimum educationis » là dove ne mette in rilievo il carattere particolare: « Suo elemento caratteristico è di dar vita ad un ambiente comunitario scolastico permeato dello spirito evangelico di libertà e carità, di aiutare gli adolescenti perché nello sviluppo della propria personalità crescano insieme secondo quella nuova creatura, che in essi ha realizzato il battesimo, e di coordinare infine l'insieme della cultura umana con il messaggio della salvezza, sicché la conoscenza del mondo, della vita, dell'uomo, che gli alunni via via acquistano, sia illuminata dalla fede » ( G.E. 8 ).
È questo un testo particolarmente ricco.
Esso indica tre piste da seguire per lo sviluppo di una idea fondamentale unica.
Le componenti umane e naturali ( comunità scolastica, i giovani nello sviluppo della loro personalità e la cultura umana generale ) costituiscono gli elementi della promozione umana.
I valori religiosi e soprannaturali ( spirito evangelico, i giovani in quanto battezzati, l'illuminazione della fede ) costituiscono gli elementi della evangelizzazione.
L'edificazione di una comunità scolastica cristiana ( l'ambiente comunitario, la crescita insieme, il coordinamento della cultura umana con il messaggio della salvezza ) costituisce elemento della crescita dell'uomo sociale nella libertà e nella carità.
Il testo del Concilio così continua: « Solo così la scuola cattolica, mentre - come è suo dovere - si apre alle esigenze determinate dall'attuale progresso, educa i suoi alunni a promuovere efficacemente il bene della città terrena ed insieme li prepara al servizio per la diffusione del Regno di Dio, sicché attraverso la pratica di una vita esemplare ed apostolica diventino come il fermento di salvezza della comunità umana » ( G.E. 8 ).
Questo testo assegna chiaramente una duplice missione alla scuola cattolica.
I cristiani che la organizzano e che realizzano il suo progetto educativo, vogliono rendere servizio alla comunità promuovendo, con l'educazione scolastica, la cultura e la scienza, nei loro valori umani temporali.
Questa missione si situa perfettamente nella linea della Costituzione « Gaudium et spes » in cui la Chiesa si rivolge al « mondo che essa ha presente … quello degli uomini, ossia l'intera famiglia umana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa vive; il mondo che è teatro della storia del genere umano, e reca i segni dei suoi sforzi, delle sue sconfitte e delle sue vittorie; il mondo che i Cristiani credono creato e conservato dall'amore del Creatore, mondo certamente posto sotto la schiavitù del peccato, ma liberato da Cristo crocifisso e risorto … » ( G.S. 2 ).
I cristiani sono chiamati, sollecitati alla promozione progressiva dell'umanità, al miglioramento della società con la crescita del sapere, con l'allargamento nella carità delle relazioni interumane, con lo sviluppo di una coscienza sociale, con l'aumento del benessere e della felicità per tutti e per ognuno, con la costruzione di un mondo migliore.
Poiché l'umanità è in continuo cammino e noi siamo chiamati ancora a collaborare all'opera creatrice di Dio in un'epoca ricca di tante possibilità, questa missione di promozione umana ha in se stessa un grande significato di fede.
E sarebbe in ogni caso un errore, da parte dei credenti, non fare più alcun sforzo per le istituzioni di educazione cattolica, proprio nel momento in cui questa alta missione di promozione e di formazione d'un uomo nuovo è al centro delle preoccupazioni della società.
I cristiani hanno in ogni caso un notevole contributo di valori umani da apportare alla concezione dell'uomo, partendo dal loro proprio concetto di vita.
La vita concepita come missione, come servizio per la giustizia, per la libertà, per la fraternità, per lo sviluppo degli uomini e delle società non sono scoperte di oggi ma sono parte fondamentale del messaggio evangelico.
È cecità voluta o autolesionismo o ignoranza il non riconoscere quanto la Chiesa ha compiuto per la promozione umana nel corso della sua esistenza, evidentemente in risposta alle esigenze del tempi e dei luoghi, e quindi in modi e iniziative diverse.
Se oggi la Chiesa si interroga ancora sul problema della promozione umana lo fa per scoprire e leggere i tempi e i luoghi di oggi e per dare una risposta di oggi ai problemi di oggi.
Il testo conciliare assegna anche una seconda missione altrettanto specifica alla scuola cattolica, e cioè l'evangelizzazione integrale e aperta dei giovani, con l'annuncio del messaggio di salvezza e con la loro preparazione ad una vita a cui tale messaggio da un profondo significato.
Questo non significa che questa possibilità non sia offerta in una scuola non dichiaratamente cattolica in cui l'insegnante di religione può svolgere una missione tanto preziosa.
Ma è evidente che una scuola che si dichiara cattolica deve offrire maggiori possibilità per la realizzazione di questa missione.
In questa prospettiva, è chiaro che i cristiani devono guardare alla scuola cattolica non solo come a una scuola che può favorire la crescita nella fede del loro figli, ma a un ambiente in cui l'ispirazione cristiana deve agire mediante e attraverso il processo dell'insegnamento stesso, al servizio di un mondo migliore per tutti.
Da qui ne deriva che la scuola cattolica si pone non tanto come rivendicazione di un diritto, quanto piuttosto come campo di realizzazione delle possibilità e delle risorse proprie di cristiani che credono nel messaggio e nei valori del Vangelo.
Per questo la comunità cristiana e in particolare coloro che si dedicano alla scuola cattolica devono riflettere costantemente sulla utilizzazione di queste possibilità e di queste risorse e sulla maniera più efficace di applicarle.
Una scuola cattolica che si interroga costantemente nella ricerca dei mezzi migliori per realizzarsi giunge veramente a rendere un servizio autentico alla comunità umana.
« Il rinnovamento della scuola cattolica è tanto questione di rinnovato orientamento verso la visione di fede cristiana - orientamento che ha talvolta anche il significato di « ritorno verso » - quanto questione di analisi approfondita della realtà e delle possibilità che essa offre per incarnare in modo nuovo la concezione cristiana della vita.
Per questo la scuola cattolica resta sempre un "banco di prova".
Essa non è qualche cosa che si possa "programmare" con la certezza assoluta di raggiungere il risultato perseguito.
Essa resta un "banco di prova" che merita di essere pienamente sostenuta, ai nostri giorni come nel passato » ( van Melsen ) proprio perché eviti la sclerotizzazione e dimostri tutta la sua vitalità nella evoluzione e nel miglioramento secondo la dinamica evangelica.
È evidente innanzitutto che la scuola cattolica realizza la sua missione con i mezzi concreti di un edificio scolastico e tenendo conto della missione specifica di ogni scuola in quanto scuola.
Il fine della scuola è quello di orientare gli allievi in un mondo reale permettendo loro di acquisire le conoscenze, le nozioni e le attitudini necessario allo sviluppo della loro personalità - « imparare ad essere » come dice il rapporto dell'Unesco.
Se applichiamo questo principio alla scuola cattolica, le conoscenze che gli allievi vi apprenderanno e la formazione che vi riceveranno, saranno evidentemente analoghe a quelle che potrebbero ricevere in altre scuole.
La formazione nella scuola elementare comprende l'abc delle tecniche di base che aprono l'accesso alla cultura, quella dell'insegnamento secondario comprende soprattutto una introduzione alla comprensione della realtà totale con l'apprendimento dei principi delle discipline del sapere.
Ma questa formazione consiste nello stesso tempo anche in un incontro con la realtà in tutti i suoi diversi aspetti e soprattutto nel suo « significato » e in un contatto con il mondo dei valori.
È questo uno degli obiettivi fondamentali della scuola al quale essa non può in alcun modo sottrarsi: essa deve rivelare agli allievi i significati dell'uomo e di tutta la realtà.
Nella scuola cattolica si dovrà imparare quindi non solo ad analizzare e a strutturare la realtà ma si aiuteranno gli allievi a scoprire il senso delle cose per il cristiano.
Nel quadro della ricerca di questa morale della verità, come funzione liberatrice per l'uomo e per la società, la scuola cattolica può integrare l'orientamento del mondo e quindi dello studio delle diverse scienze nella concezione cristiana della vita che, da parte sua, procede senza sosta alla sua autocritica con l'aiuto di queste stesse scienze.
L'incontro religioso e cristiano della realtà avviene anche in funzione stessa della verità.
È quanto la Dichiarazione sulla educazione cristiana esprime quando dice « la conoscenza del mondo, della vita, dell'uomo, che gli alunni via via acquistano, sia illuminata dalla fede ».
La scuola deve anche impegnarsi nell'insegnamento delle attitudini e delle forme di relazione interpersonale, e cioè « insegnare a vivere »
Nella scuola cattolica gli allievi impareranno ad incontrare la realtà, tutto ciò che esiste, nella vita morale e nella carità.
Il senso della realtà per il cristiano indurrà gli allievi ad imparare a vivere secondo il messaggio di salvezza che stimola i giovani a realizzare liberamente e positivamente del valori, a praticare la carità e l'impegno cristiani.
Una scuola cattolica deve dunque preoccuparsi dell'azione liberatrice del processo scolastico: il modello di relazioni, l'incontro didattico, le opzioni sociali, la scelta dell'insieme delle materie …
Il sistema scolastico è orientale essenzialmente verso l'amore della verità, verso una attitudine di dialogo, verso il senso di responsabilità, il senso del mistero di Dio, dell'uomo e del mondo.
Tutto questo deve avvenire in uno spirito di libertà.
Gli obiettivi della scuola cattolica potranno essere difficilmente raggiunti se non si considerasse come punto essenziale quello di edificare in questo spirito la comunità scolastica.
Una comunità educativa scolastica composta da insegnanti, famiglie, allievi che elabori da un punto di vista critico un progetto educativo concreto su una base veramente cristiana, è una condizione indispensabile per ottenere che nel futuro la scuola cattolica resti fedele al suo specifico carattere.
Ai nostri tempi, la pastorale ha acquisito una prospettiva di insieme in cui le parti devono essere legate organicamente le une alle altre.
Nell'ambito dell'educazione alla maturità cristiana, la scuola cattolica ha un suo determinato e proprio compito da svolgere.
Essa ha una funzione ecclesiale e pastorale e tutti quelli che partecipano alla educazione in una scuola cattolica esercitano un autentico apostolato, secondo le espressioni della Dichiarazione conciliare.
Ora, è precisamente il compito della scuola cattolica che è posto in questione in questi tempi da alcuni: vale ancora la pena che la comunità cristiana impegni tanti uomini e tanti fondi in organismi scolastici cattolici?
Questi sforzi sono proporzionati ai risultati ottenuti su un piano pastorale?
E ancora: le scuole cattoliche, in quanto istituzioni di Chiesa, danno ancora una testimonianza evangelica?
Non costituiscono esse, piuttosto un freno all'annuncio del messaggio evangelico in tutta la sua purezza?
Questi interrogativi inducono a fare un esame di coscienza.
È una realtà che tutte le strutture devono osare di sottomettersi incessantemente alla critica del Vangelo, e non soltanto la scuola cattolica.
Tuttavia questi interrogativi, che restano sempre aperti e che non è così facile risolvere in astratto, possono ricevere un tentativo di risposta in un impegno più deciso di insegnamento cristiano che risponda alla sua missione di servizio al mondo e alla evangelizzazione dando una educazione cristiana in un clima di libertà.
Per concretizzare questo impegno, è necessario che tutta la comunità cristiana senta la responsabilità pastorale della realizzazione di una scuola veramente cristiana.
I laici impegnati hanno un ruolo essenziale da svolgere nella vita della scuola cattolica e questo ruolo deve essere svolto a livello di organizzazione, di direzione, di insegnamento.
Le famiglie che mandano i loro figli alla scuola cattolica non devono soltanto accettare passivamente il progetto educativo cristiano, ma devono anche aiutare a sostenerlo e a svilupparlo completando l'apporto della scuola e dando il loro contributo e il loro sostegno agli insegnanti per realizzare insieme l'educazione cristiana.
Il corpo insegnante non ha soltanto il dovere di perfezionarsi senza sosta nei suoi impegni di carattere pedagogico, ma deve anche riflettere e interrogarsi regolarmente e collegialmente sulle sue responsabilità di ordine pastorale.
Così la comunità scolastica cattolica assolverà il suo compito di evangelizzazione e di promozione umana non soltanto nei confronti degli allievi, ma anche nel confronti degli insegnanti e delle famiglie.
fr. Gustavo Furfaro