Gli Esseni

B202-A6

Si è tornato a parlare recentemente dei papiri scoperti nel 1947 attorno al Mar Morto, nelle grotte di Qumran.

Lo studio di questi documenti è ricco di rivelazioni sulle condizioni storiche di quell'epoca e l'attenzione oggi si è appuntata.

Sui due rotoli contenenti rispettivamente le regole di vita degli Esseni e la raccolta dei loro inni per uso liturgico.

Nessun libro della Bibbia accenna a questa setta religiosa, ma ne parlano diversi scrittori dell'epoca, come Filone e Giuseppe Flavio e qualcuno ha perfino avanzato l'ipotesi che vi appartenesse S. Giovanni Battista.

Questi invece appartiene alla schiera degli eremiti, mentre gli Esseni erano dei cenobiti.

Sorti circa due secoli prima di Cristo gli Esseni prosperarono in Israele; quando i Romani distrassero Gerusalemme furono dispersi e non si ripresero più.

La loro importanza, rivelata dai papiri di Qumran, sta nel fatto che chiariscono meglio la ricchezza spirituale di Israele, la quale era più grande di quanto finora si pensasse e gettano una nuova luce sull'ambiente stesso dell'Incarnazione.

Gli Esseni erano uomini consacrati a Dio e viventi in comune, osservando una stretta povertà, sotto la disciplina di superiori eletti fra di loro.

Tenevano in grande onore la castità e si mantenevano celibi, salvo un gruppo di associati i quali si potevano sposare, ma dovevano usare del matrimonio esclusivamente per la procreazione.

Vi si accedeva dopo lunga preparazione e una prova severa e si poteva accogliere solo chi dimostrava una vera vocazione.

il loro numero doveva essere rilevante, se erano organizzati in gruppi di decine e di centinaia, con superiori per ogni gruppo, presieduti da un superiore generale.

Non frequentavano il Tempio di Gerusalemme e non offrivano sacrifici, ma inviavano delle offerte per il culto.

Le loro relazioni con i Sommi Sacerdoti non erano forse molto cordiali, a motivo del basso livello spirituale dei Sadducei.

La loro giornata trascorreva tra il lavoro e la preghiera e il Sabato era dedicato naturalmente al riposo.

Un preludio, dunque, della vita religiosa cristiana, anche se ira questa e quella c'è un abisso, mancando Gesù Cristo.

E non era vero, dunque, che in Israele fosse apprezzato esclusivamente il matrimonio, a motivo del Messia che doveva nascere.

La preparazione del Messia atteso era fatta anche di maturazione spirituale, di ricchezze interiori, di santità insomma, che come l'alba prelude il giorno, dovevano preludere, anche se inconsciamente per molti, alla maniera straordinaria con cui Gesù volle venire al mondo, concepito verginalmente per opera dello Spirito Santo da una madre immacolata.

L'archeologia supplisce un poco al silenzio degli Evangelisti e ci permette di conoscere meglio l'ambiente evangelico.

I rapporti tra Maria SS. e S. Giuseppe ci paiono più comprensibili e le parole della SS. Vergine all'Arcangelo Gabriele ci riescono più chiare.