Il trentennio degli Istituti Secolari

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Trent'anni fa, il 2 Febbraio 1947, Pio XII promulgava la Costituzione Apostolica « Provida Mater Ecclesia » con la quale fondava gli Istituti Secolari e cioè stabiliva un nuovo modo di vita consacrata a Dio, con l'osservanza dei consigli evangelici in mezzo al mondo e la piena dedizione all'apostolato, rimanendo nella propria condizione secolare.

Questa novità giuridica modificava profondamente il concetto di vita religiosa, intesa come materiale distacco e allontanamento dal mondo per vivere in convento; cosicché le Regole dei Catechisti, che presentate alcuni anni prima dal Fr. Teodoreto per l'approvazione venivano definite da un ufficiale di Curia un mostro giuridico, ora rientravano nella piena regolarità.

Fu indubbiamente una grande innovazione, che rispondeva alle necessità dei tempi e, accogliendo le istanze che fermentavano in seno alla Chiesa, sempre vivificata dallo Spirito Santo, ne ampliava le frontiere e la muniva di nuove milizie.

Ma era anche una riaffermazione che la vita cristiana perfetta si può sviluppare in tutte le situazioni e realtà sociali, comprese quelle che si erano più profanate e allontanate dalla Chiesa ( politica, cultura, mondo del lavoro, ecc. ) e che appunto esigevano una riconsacrazione con un ritorno al piano divino.

Anche il concetto di apostolato era visto in una prospettiva più ampia del tradizionale mandato ufficiale della gerarchia e insisteva maggiormente sulla carità.

Qualcuno disse che gli Istituti Secolari potrebbero caratterizzare il secolo XX come gli Ordini Mendicanti caratterizzarono la Chiesa del secolo XIII.

È certo comunque che si tratta di uno sviluppo notevole, di cui oggi non si può ancora misurare la portata, e che costituisce un merito e un segno della grandezza di Pio XII che seppe intuire le necessità dei tempi nuovi.

« Gli Istituti Secolari » disse il Card. Antoniutti al Convegno degli I.S. del 1970, « sono riconosciuti nella Chiesa attuale come una bella primavera ricca di promesse e di speranze ».

Una felice espressione della Costituzione dogmatica Lumen Gentium ( n. 31 ) definisce la caratteristica degli Istituti Secolari « cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio ».

A sua volta l'esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi dice che « il campo proprio della loro attività evangelizzatrice è il mondo vasto e complicato della politica, della realtà sociale, della economia, della cultura, delle scienze e delle arti, della vita internazionale, degli strumenti della comunicazione sociale ».

Una vastissima gamma di attività cui corrisponde una numerosa fioritura di Istituti, che si differenziano anche rispetto al modo e allo stile di apostolato, dove si va, ad esempio, dall'Unione Catechisti, apertamente confessionale, inserita nella scuola cristiana e che ha per primo oggetto l'insegnamento catechistico, agli Istituti che non vogliono avere opere proprie e non vogliono nemmeno che i propri membri manifestino il loro impegno religioso.

È assai più facile vedere ciò che differenzia i vari Istituti che non stabilire gli elementi comuni fra di loro.

Ad ogni modo sono tutte armate di prima linea, impegnate dove c'è maggiore pericolo, onde si esige nei loro membri una formazione spirituale particolarmente solida e una seria competenza professionale, che sarà valido usbergo ed efficace strumento di conquista.

La bontà ha maggiore prestigio e maggiore efficacia se è unita alla capacità e questo vale particolarmente per gli Istituti Secolari.

« Non si può non vedere » dice Paolo VI, « la profonda e provvidenziale coincidenza tra il carisma degli Istituti Secolari e quella che è stata una delle linee più importanti e più chiare del Concilio: la presenza della Chiesa nel mondo …

Gli Istituti Secolari, in virtù del loro carisma di secolarità consacrata, appaiono come provvidi strumenti per incarnare questo spirito e trasmetterlo alla Chiesa intera … A voi è affidata questa esaltante missione: essere modello di instancabile impulso alla nuova relazione che la Chiesa cerca di incarnare davanti al mondo e al servizio del mondo

.. Se rimangono fedeli alla loro vocazione propria, gli Istituti Secolari diverranno quasi il laboratorio sperimentale nel quale la Chiesa verifica le modalità concrete dei suoi rapporti con il mondo ».

La vita di perfezione con l'osservanza dei classici consigli evangelici di povertà, castità e ubbidienza è stata sempre praticata nella Chiesa; ma nei primi secoli, quando le strutture erano semplicissime ed essenziali, non erano ancora formulati i canoni della vita religiosa ed è naturale che contemporaneamente agli eremiti ed ai primi gruppi di cenobiti, molti spiriti eletti, ai quali non era possibile né l'una né l'altra maniera d vivere, abbiano praticato nell'intimità delle proprie case e nella propria condizione sociale, adempiendo ai doveri del loro stato, i consigli di perfezione dati dal Signore.

La scarsezza di informazioni storielle non è un motivo per negarlo.

Ma fu specialmente nei periodi più difficili della Chiesa, quando la persecuzione rendeva problematica la vita degli Ordini e delle Congregazioni religiose, o ne intralciava l'attività, oppure esigeva particolari strategie, che sorsero istituzioni nuove in cui la vita di consacrazione a Dio potesse svolgersi secondo le circostanze ambientali.

Così nel periodo difficile della controriforma S. Angela Merici fondò la Compagnia delle Orsoline.

Dopo la rivoluzione francese, che soppresse tutti gli Ordini religiosi il P. De La Clorivière fondò i Preti del S. Cuore di Gesù e le Figlie del Cuor di Maria.

In questi Istituti vi è tutta la sostanza della vita religiosa, ma senza vita comune e senza abito religioso.

Leone XIII aveva preparato una regola per una società di donne consacrate che avrebbero dovuto vivere nel mondo secondo la loro condizione sociale, vestire con gusto, dedicarsi al proprio lavoro professionale, ecc. ma con pieno distacco, coltivando la vita interiore per mezzo di esercizi di pietà semplici, ma efficaci.

Gli appunti di papa Leone finirono nelle mani di P. Gemelli e di Armida Barelli e costituirono il nucleo dell'Opera della Regalità.

La storia di tutte queste iniziative dimostra che la vita di consacrazione praticata nel mondo è sempre più o meno connessa con le persecuzioni contro la Chiesa e coincide con i periodi difficili di essa.

Di conseguenza i loro membri dovrebbero essere particolarmente attrezzati per la lotta contro il male e abili per afferrare ogni occasione di bene, cercando di essere « prudenti come serpenti » senza cessare di essere « semplici come colombe » e soprattutto conservare intensissimo il fervore spirituale, che è la vera forza di tutti i consacrati, anzi di tutti i cristiani.

A continuo contatto con il mondo, che anche ad essi fa sentire le sue seduzioni, come l'acqua che insidia i ponti, i membri degli Istituti Secolari hanno bisogno di rinnovarsi continuamente attingendo largamente dalla preghiera l'abbondanza di grazia necessaria per la loro perseveranza, per la prudenza del loro operare e per la fecondità del loro apostolato.

Perciò il papa raccomanda loro la preghiera: « la fedeltà degli Istituti Secolari alla loro vocazione specifica si deve esprimere anzitutto nella fedeltà alla preghiera che è il fondamento della solidità e della fecondità ».

Una preghiera che può essere liberissima nelle sue forme, ma assolutamente essenziale, una vera elevazione dell'anima a Dio, attingendo alla parola di Dio e alla vita liturgica.

Paolo VI ha ricordato anche il trentennio degli Istituti Secolari.

Durante l'udienza generale del 2 Febbraio 1977 egli ha detto:

« Ci soccorre, in questo momento, quasi ad inondarci di gaudio che oggi, proprio oggi, trent'anni or sono, un avvenimento è stato celebrato nella Chiesa cattolica, che ha comunicato a molti suoi figli il carisma di questa festività della Presentazione di Gesù al Tempio, cioè dell'oblazione di Cristo alla volontà del Padre.

Vogliamo infatti ricordare un anniversario che ricorre oggi: trent'anni fa, il 2 Febbraio 1947, la Chiesa riconobbe una forma nuova di vita consacrata, quando il nostro Predecessore Pio XII promulgò la Costituzione Apostolica "Provida Mater".

Una forma nuova, diversa da quella della vita religiosa non solo per una diversità di attuazione della "sequela Christi", ma anche per un diverso modo di assumere il rapporto Chiesa-mondo, che pure è essenziale ad ogni vocazione cristiana.

Trent'anni non sono molti, ma la presenza degli Istituti Secolari è già significativa nella Chiesa, e noi vi chiediamo di unirvi a noi nel ringraziare il Padre dei cieli per questo Suo dono.

E vogliamo mandare a tutti e a ciascuno, uomo o donna che sia, un nostro benedicente saluto, che naturalmente estendiamo a quanti ci portano oggi il loro cero benedetto, simbolo della loro vita e di quella dei loro rispettivi fratelli e sorelle associati in una simile oblazione al Signore … ».

Il trentennio della Provida Mater, ha detto il Card. Pironio, Prefetto della S.C. per i Religiosi e gli Istituti Secolari, si celebra degnamente solo comprendendo che quel documento fu un punto di partenza, non di arrivo, e quindi è un ricorso che sprona tutti a camminare, a tendere allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo.

Con la benedizione e l'incoraggiamento del Papa, sia questo dunque il frutto della celebrazione di questo trentennio.