L'ottavo cent. nascita di S. Francesco d'Assisi ( 1182 - 1982 )

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Da questa costa … nacque al mondo un sole …

Però chi d'esso loco fa parole - non dica Ascesi che direbbe corto -

Ma Oriente, se proprio dir vuole.

Così Dante, nel suo immortale poema accenna indirettamente a S. Francesco d'Assisi nel canto XI del Paradiso ed aggiunge che la sua « mirabil vita - meglio in gloria di ciel si canterebbe ».

Difatti otto secoli di storia non hanno minimamente attenuato lo splendore di questa figura, a cui tante migliaia di persone si ispirano, ne allentato il fervore del movimento ascetico ed apostolico suscitato nella Chiesa da quest'uomo sprovvisto di ogni mezzo e sdegnoso di ogni bene terreno.

A lui solo, se non andiamo errati.

Gesù stesso assicurò una discendenza che non sarebbe cessata fino alla fine del mondo.

Lo sviluppo meraviglioso dell'Ordine francescano in tutto il mondo e la stupenda fioritura di santi in seno ad esso stanno a provare che il Signore non ha dimenticato le sue promesse.

Anche l'Unione Catechisti ha attinto, tramite Fra Leopoldo, a questo immenso fiume di vita spirituale e si ispira all'amore per Gesù Crocifisso di colui che « da Cristo prese l'ultimo sigillo, che le sue membra due anni portarne ».

L'amore di Francesco per il suo Signore divenne così vivo che desiderò di essere associato alla Sua Passione e ottenne, forse primo nella Chiesa, il mirabile privilegio delle Stigmate.

Non crediamo di meritare la disapprovazione di cui parla l'Imitazione di Cristo al libro III, LVII, 2 se affermiamo che S. Francesco d'Assisi è uno dei massimi santi che siano sorti nella Chiesa, giacché questa è l'opinione comune, ormai consolidata.

Ma, poiché ogni Santo ha un messaggio da trasmettere a questo mondo tanto tribolato, e soprattutto così pieno di contraddizioni e di confusione, cerchiamo piuttosto di comprendere qual è il messaggio che viene da S. Francesco d'Assisi al nostro secolo, o per lo meno di raccogliere qualche suo insegnamento.

Il primo che si presenta alla nostra mente è quello della povertà.

Una povertà assoluta: niente, niente, niente.

Perfino al Papa di allora parve esagerata, ma Egli dovette arrendersi alle argomentazioni di S. Francesco, che non voleva aver niente anche per non dover questionare con nessuno.

Per questo suo distacco assoluto il Santo venne soprannominato « il Poverello » per antonomasia.

Che cosa direbbe oggi S. Francesco se dovesse passare per le strade delle nostre città?

Ma sì, i tempi sono cambiati, e la povertà virtuosa non è quella effettiva, ma quella affettiva.

Però fra l'una e l'altra vi sono molti vasi comunicanti …

E se la povertà affettiva fosse almeno tale da far evitare ogni ingiustizia, come sarebbe diverso il mondo!

Il secondo grande insegnamento che vogliamo sottolineare è quello dell'amore.

Abbiamo incominciato con una citazione dantesca e vogliamo concludere con un'altra, celeberrima, che lo definisce « tutto serafico in ardore ».

S. Francesco è esattamente l'opposto di quel vescovo di Laodicea, di cui nell'Apocalisse si lamenta la tiepidezza: « Fossi tu freddo o caldo! … ma poiché sei tiepido … sto per vomitarti dalla mia bocca » ( Ap 3,15-16 ).

Non sono attualissimi questi richiami?

Qual male oggi è più diffuso tra i cristiani e più deleterio per la società?

« Se il sale diventa scipito con che cosa si salerà? ».

Oh se l'esempio di S. Francesco scuotesse questa massa di gente, che è ufficialmente cristiana, ma che ha conservato ben poco di cristiano nella sua vita pratica e perfino nei suoi giudizi!

Questo è l'auspicio migliore che si può fare per le celebrazioni francescane, e questo ci ottenga la potente intercessione di questo gran Santo.