Nel ricordo di Claudio Brusa

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Claudio Brusa

Catechista congregato dell'Unione SS. Crocifisso e M.I. ed ex-allievo dei Fratelli S.C.

Nato a Torino nel 1927, aveva frequentato l'Istituto Arti e Mestieri dei F. S. C. e là aveva conosciuto il Fr. Teodoreto e l'Unione Catechisti, dandovi prontamente la sua adesione.

Entrò poi nell'Istituto Secolare dei Catechisti quando questo fu fondato e fece la sua professione religiosa nel 1944, all'età di 17 anni.

Per temperamento era poco loquace, ma assai attivo, come lo dimostrano le sue molte iniziative in vari campi.

Durante il servizio militare tra gli Alpini ( per i quali conservò sempre una certa nostalgia ) frequentò il corso Radiotelegrafisti e il corso Sciatori.

Ritornato alla vita civile si iscrisse al Liceo Artistico e conseguì l'abilitazione all'insegnamento del disegno.

Quindi si diede all'insegnamento e all'apostolato catechistico presso la Casa di Carità Arti e Mestieri, fino a diventare ViceDirettore dei corsi diurni.

L'attività scolastica non gli impedì di esercitare la catechesi parrocchiale, presso le parrocchie di N.S. della Divina Provvidenza, di San Giuseppe Cafasso e del SS. Crocifisso.

Il suo apostolato giovanile mirava non solo a fare dei buoni cristiani, ma anche degli apostoli, specialmente dei catechisti.

E così organizzò la Sezione giovanile dell'Unione Catechisti, presso la Casa di Carità, affiancandola con varie iniziative, specialmente il soggiorno estivo in montagna, a Valprato Soana, Ronco Canavese, Chatillon, Gressoney S. Jean, Fiéry, Bijoux, ecc. che gli costarono molti sacrifici e anche delle delusioni.

Organizzò giornate di studio per la catechesi ( a Gressoney e Selvaggio ).

Partecipò assiduamente ai Convegni Diocesani per la catechesi, al fine di concorrere all'unità del movimento catechistico in Diocesi.

L'apostolato giovanile era la sua passione e i suoi contatti con la gioventù non ebbe mai interruzioni, sia attraverso le adunanze settimanali, che per mezzo dei colloqui personali.

Per moltissimi giovani egli fu di guida, di esempio e punto costante d riferimento nello spazio di molti anni, finché non gli fu impedito dalle dolorose circostanze esterne che amareggiarono gli ultimi anni della sua vita, prematuramente stroncata.

Nel 1966 venne eletto membro del Consiglio Generalizio dell'Unione Catechisti e successivamente Consigliere della Casa di Carità A. e M.

Nel 1968 a Porte di Pinerolo fu investito da una automobile giunta a grande velocità mentre egli si accingeva ad attraversare la strada.

Ricoverato all'Ospedale di Pinerolo subì un intervento chirurgico durato circa sei ore, durante il quale fu più volte agli estremi.

La sua forte fibra resistette, ma egli rimase per sempre gravemente invalido, specialmente alle gambe.

Questo sinistro determinò naturalmente una svolta radicale nella sua vita e nella sua attività esterna, ma egli seppe valorizzare la sua lunga e dolorosa tribolazione, soffrendo in silenzio, accettando tutto dalle mani di Dio e offrendo i suoi dolori in luogo della sua attività, che però rimase ridotta e difficile, sebbene non annullata.

Il suo calvario durò 14 anni.

Fu un ricercatore meticoloso di tutti i documenti relativi alla storia dell'Unione Catechisti e della Casa di Carità, alle figure e direttive di Fra Leopoldo e Fr. Teodoreto, ai loro scritti, all'adorazione a Gesù Crocifisso, ai rapporti dei catechisti con i Fratelli S. C.

Ne ordinò la raccolta e l'archivio.

Riunì abbondante materiale didattico-catechistico ( fotografie, fotocopie, diapositive, didascalie, ecc. ) e curò la produzione di audiovisivi, coordinando il lavoro di un gruppo di catechisti e di ex-allievi sulla Casa di Carità, l'Unione Catechisti, l'adorazione a Gesù Crocifisso, la S. Sindone.

Della S. Sindone si occupò in modo particolare e ne aveva acquisito una notevole conoscenza, organizzando una biblioteca specializzata sull'argomento, ricca di libri e documenti, anche a livello internazionale.

Rimase in contatto assiduo con il Centro Internazionale di Sindonologia e con esperti di chiara fama.

Pur non trascurando gli aspetti scientifici, diede però a questo studio una impronta decisamente spirituale e apostolica, che fu molto apprezzata.

Era anche, nonostante i suoi dolori e la sua minorazione fisica, membro del Consiglio della Casa di Carità, presidente del gruppo giovanile dell'Unione e maestro dei novizi.

Tutta questa attività, che sarebbe notevole per una persona sana, fa meraviglia nelle sue condizioni.

Ed era svolta quasi in silenzio.

Il vuoto che lascia è assai grande, ma il suo ricordo è vastissimo e richiamo a far bene.

Confidiamo che sotto altra forma e ancor più efficace egli continui a operare per la causa a cui aveva consacrato la sua vita.