Crociata della sofferenza  

B227-A7

Anno XX - Lettera N. 80 - Aprile 1983

« Ecco sto alla porta e busso.

Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me ». ( Ap 3,20 )

Fratelli,

questo nostro incontro fraterno si svolge in tempo di Anno Santo straordinario della Redenzione, indetto da Giovanni Paolo II il 25 marzo 1983 con la Bolla « Aprite le porte al Redentore » e si concluderà il 22 aprile 1984, Domenica di Pasqua.

Inizia nel giorno dell'Annunciazione del Signore, che ricorda l'istante provvidenziale in cui il Verbo eterno, facendosi uomo per opera dello Spirito Santo nel grembo della Vergine Maria, diviene partecipe della nostra carne « per ridurre all'impotenza, mediante la morte, colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo e liberare così quelli che per timore della morte erano tenuti in schiavitù per tutta la vita » ( Eb 2,14s ).

Si conclude nella Pasqua, giorno della pienezza di gioia procurata dal Sacrificio redentore di Cristo, per il quale la Chiesa sempre rinasce e si nutre.

Comprende quindi tutto l'arco della dimora di Cristo con il suo corpo di uomo, fra di noi e ci invita a riflettere sull'avvenimento centrale e risolutivo della Redenzione.

A quanti lo vivranno nella loro esistenza, offre il grande dono dell'Indulgenza che, dopo il perdono dei peccati, ottenuto mediante la Confessione sacramentale e dopo l'incontro eucaristico con Cristo, cancella anche la pena dovuta per le mancanze commesse.

Per meglio comprendere il significato di questa grande grazia di perdono e di remissione della pena, può essere utile riflettere sulla parabola del figliol prodigo.

Il figlio più giovane che se ne va di casa, portando con sé le ricchezze che il Padre gli dona, reca una grave offesa al Padre, rifiutando il suo amore e la vita di comunione con lui.

Ma oltre a questo, egli sperpera anche le ricchezze, frutto del lavoro del Padre.

Quando si ritrova nella solitudine del cuore, perché l'amore del Padre era l'unico che poteva riempirgli la vita, sente anche la estrema miseria a cui si è ridotto.

E pensa di tornare.

Formula il suo proposito di ritorno sotto due aspetti: tornare dal Padre, chiedergli perdono e ottenere nuovamente il suo amore; chiedere di essere accolto in casa almeno come servo per riparare, nei lavoro, al grande spreco della ricchezza del Padre.

Così cerca la via del ritorno: è il suo Anno Santo, il suo Giubileo.

É pentito e vuole riparare.

Il Padre Io accoglie con tutto l'affetto di una lunga attesa, gli dona il perdono della grave offesa che gli ha arrecato, e nello stesso tempo dimentica anche che questo figlio deve risarcire un grosso danno.

Il figlio si ritrova così nell'amore del Padre e anche il suo debito è pagato.

Tale è la situazione dell'uomo che offende Dio con il peccato: all'offesa aggiunge anche un debito da pagare, una pena da espiare.

Alla prima il Padre risponde con il perdono, alla seconda con il concedere l'Indulgenza che proprio perché rimette tutta la pena, è totale, si chiama plenaria.

Ma poteva l'uomo da solo ottenere tanta grazia?

Il Figlio di Dio soltanto poteva fare ciò: si fa uomo per essere come uno di noi per presentarsi al Padre come uomo, unico Mediatore tra Dio e gli uomini.

Per questo, nell'Annunciazione pone la sua dimora tra di noi, vive come uomo, « è messo a morte per i nostri peccati e risuscita per la nostra giustificazione » ( Rm 4,25 ).

In Lui tutti gli uomini ottengono nuova vita perché « Egli è morto per tutti, affinché quelli che vivono non vivano per se stessi, ma per Colui che è morto e risuscitato per loro » ( 2 Cor 5,14 ).

É questo il significato di Redenzione.

« Tutta la Chiesa è immersa nella Redenzione, respira la Redenzione.

La Redenzione è comunicata all'uomo mediante la proclamazione della Parola di Dio e i Sacramenti » ( Bolla 3 ).

Chiariti così alcuni termini pensiamo, fratelli e sorelle, alla nostra personale partecipazione a questo mistero di Grazia.

Tutto questo è avvenuto anche per me.

Siamo così portati ad ascoltare queste grandi verità riferendole agli altri, ma possiamo mettere al posto del termine « uomo » il nostro nome, per renderci consapevoli che nella nostra vita si realizza la grande opera della Redenzione.

Sì, per me, solo per me.

Sono io quel figlio! prodigo, sono io quell'uomo fatto oggetto di tante premure e di tanto amore.

Significativa la parola che ci riferisce l'Apocalisse: « Ecco io sto alla porta e busso.

Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me ».

Quella porta, che solo dal di dentro si può aprire e a cui c'è Qualcuno che bussa in questo Anno Santo, è la porta di casa mia. É il campanello che suona insistente e che invita: « Apri la porta al tuo Redentore ».

San Paolo nella sua focosa insistenza scrive ai Corinti: « Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio » ( 1 Cor 5,20 ).

La Chiesa oggi ci ripete quella supplica: « Fratello, sorella ti supplico lasciati riconciliare con Dio ».

É voce nuova che si inserisce nella monotonia delle voci quotidiane: voci dell'anima sovente angustiata per tante sofferenze, voci dell'esterno sovente e così vuote e talora anche ostili.

Giovanni Paolo II ci dice che questa voce nuova « è una sfida lanciata all'uomo di oggi, un invito ad ogni cristiano ad aprire la porta a Cristo, a riconciliarsi con Dio e con i fratelli, a promuovere la giustizia e la pace tra tutti i popoli ».

Preghiamo Dio che ognuno di noi abbia deciso di accettare questa sfida, di provare finalmente a prendere sul serio il Vangelo, accettandolo fino alle ultime conseguenze.

Se apri la porta del tuo cuore al Redentore che bussa, la Parola di Dio ti assicura che Lui verrà da tè, cenerà con tè e tu con Lui.

É spezzata così quella solitudine che tante volte angustia la tua vita, è condivisa così quella sofferenza che tante volte è così pesante da portare da solo, è allietata la tua cena che sovente ha tanti bocconi amari, perché Lui è con tè.

E ti conforti il pensiero di poter finalmente parlare a tu per tu con un Amico.

Gli potrai parlare di tè, delle tue pene, dei tuoi problemi, delle tue sofferenze, delle ingiustizie e delle ingratitudini che ti circondano.

Gli potrai parlare delle persone che conosci e che avvicini, quelle più care e quelle meno care.

Gli potrai parlare delle difficoltà di tante vocazioni che non-trovano il clima adatto per fiorire e di tante vocazioni che stanno inaridendo per mancanza di linfa e di calore.

Così l'Anno Santo trasformerà la tua vita e il tuo rapporto con i fratelli.

La Redenzione ti riconcilierà con Dio in un nuovo incontro con Gesù Redentore e in una nuova comunione con i fratelli redenti.

La Madre del Redentore, il primo frutto della Redenzione, interceda per noi e a tutti noi ottenga la grazia di accogliere l'invito che la Chiesa ci fa di « Aprire le porte al Redentore ».

Alle sue mani e al suo cuore di Madre, affidiamo le chiavi del nostro cuore e del cuore delle anime consacrate, e lasciamo che sia Lei ad aprire questa porta perché vi entrino, nell'Anno Santo, la luce di Cristo e la gioia della nuova primavera.

Intenzione generale per il prossimo trimestre

Preghiamo perché tutti noi e tutti i fratelli consacrati accolgano l'invito della Chiesa ad aprire le porte al Redentore.

Intenzioni particolari

Ricordiamo nelle nostre preghiere e nelle nostre offerte di sofferenze le seguenti intenzioni che ci sono state raccomandate:

- le vocazioni di religiosi educatori;

- le vocazioni dell'Unione Catechisti;

- le intenzioni degli iscritti: P.E. ( Rivoli TO ); Sorelle O. ( Villafranca Piemonte ); P.C.v.B. ( Comiso ) per i suoi cari; F.P., G.R., G.A., S.M., C.M., R.V., F.S., C.L.M., S.D., D.M.I. per la guarigione della figlia e per una conversione, C.A. per ottenere una grazia ( Catania ); G.P. ( Windsor - Canada ) per la nipote; M.M. ( Melbourne - Australia ); C.A.F, V.F., F.G, S.A, B.M. ( Torino ); D.S.S. ( Andria ); Suor M.G. ( Cassano ); R.F. ( Avigliana ); G.G. e P. ( Schio ); R.F.R. ( Cittadella ); F.T.B. ( Asti ); G.R. ( Marina di Andora ) per i suoi cari; A.S. ( Busto Arsizio ); Z.M. ( Cartigliano ); P.G. ( Onigo di Piave ) per una grazia; D.D.L. ( Vigo di Cadore ) e tutte le intenzioni, anche non segnalate, degli iscritti.

Ricordiamo nelle preghiere di suffragio:

- le anime di Farò Angelo, Tommaso Bellino, Teresa Ferreri Graffi, zelatrice Viarisio Lina, defunti della famiglia Cavaliere ( Torino ); Olga Salvini ( Avigliana ); Virgilio Frignani ( Sistiana ); Giovanna Ragusa e Venera Bonaccorso ( Aci Bonaccorsi ); i defunti delle sorelle O. ( Villafranca Piemonte ), di P.C.v.B. ( Comiso ), di G.R. ( Marina di Andora ) e tutte le anime dei defunti della famiglia della Crociata.

La Vergine Immacolata ci guidi a Gesù Crocifisso e Gesù viva sempre nei nostri cuori!

Fate conoscere a persone particolarmente sofferenti nello spirito, la Crociata: è un'opera di apostolato anche questa.

Ricordiamo a questo proposito che la Crociata ha carattere esclusivamente spirituale: l'adesione non comporta nessun altro obbligo oltre quello della offerta settimanale delle sofferenze per le Vocazioni Sacerdotali e Religiose mediante la pratica della Adorazione a Gesù Crocifisso; inoltre richiede la recita di una « Ave Maria » per le intenzioni particolari raccomandate dal Centro.

È quindi un impegno da prendersi liberamente e coscientemente.

La Presidenza