Il bimillenario della nascita di Maria SS.

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Gli scrittori sacri dei primi secoli avevano difficoltà a stabilire le date, perché mancava un punto fisso universalmente riconosciuto a cui riferirsi.

Questo punto fisso ora c'è, ed è la nascita di Gesù, anche se stabilita con più o meno esattezza, e rappresenta la centralità di Nostro Signore nella storia.

A partire da esso noi contiamo i 1984 anni della data odierna.

Che dire dei dati anagrafici della SS. Vergine Maria, rispetto alla quale i libri sacri, e anche la tradizione, sono così avari di notizie?

Bisogna procedere per induzione e per approssimazione, e ragionar così: se l'anno N. 1 della nostra storia è l'anno della nascita di Gesù allora la SS. Vergine Maria doveva aver circa 16 anni ( perché era consuetudine presso il popolo ebraico che le ragazze si sposassero verso i 15 o 16 anni ).

Quest'anno dunque la madre di Gesù compirebbe 2000 anni.

È una bella età, che nessun uomo ha mai raggiunto, e non c'è nulla da obiettare, perché anche se Maria SS.ma non è più in questo mondo, essa però non è mai morta, ma è stata solamente portata in cielo.

So bene che su questo punto la S. Chiesa non si è ancora pronunciata.

Il Papa Pio XII quando definì il dogma della Assunzione della SS. Vergine al Cielo scartò la questione se essa fosse morta e poi risuscitata, oppure portata semplicemente in Cielo senza morire.

E a me ( e non solo a me ) persuade meglio questa seconda opinione.

Comunque sono circa duemila anni che è apparsa al mondo la creatura capolavoro di Dio, elevata assai al di sopra di ogni altra creatura, talmente da toccare quasi le soglie della divinità, e costituita Regina del Cielo e della Terra.

In questa persuasione la S. Chiesa ha deciso di non lasciar cadere la memoria e di celebrare in tutto il mondo un tale evento il quale costituisce l'aurora di un mondo nuovo, l'annunzio del tempo della salvezza, il preludio della civiltà cristiana, il pegno della vita eterna.

In tutti i paesi cristiani, e anche in molti di quelli non cristiani ci sono chiese, talora splendide, dedicate alla SS. Vergine, immagini di lei, centri di devozione verso di lei.

È proprio attorno ad essi che più si addensano sempre le folle popolari, perché Maria SS.ma venne costituita non solo Regina, ma soprattutto Madre.

È intorno alla mamma che i figli si rifugiano di preferenza, come anche la mamma è quella che più di ogni altro ha sempre il pensiero rivolto ai figli.

È dunque una festa di famiglia: gioisce il popolo cristiano di festeggiare sua madre.

Certo, l'Immacolata Vergine Maria, prima dell'annuncio portatele dall'Arcangelo Gabriele, era lontana dal conoscere il destino che Dio le aveva assegnato, ma non poteva ignorare totalmente i doni straordinari di cui Dio l'aveva arricchita.

Se all'annunzio che la chiamava « piena di grazia » essa si turbò, non era perché non sapesse nulla, ma perché non sapeva tutto.

Esentata, essa sola, dal peccato originale e perciò stesso da tutte le miserie che affliggono i figli di Adamo nell'anima e nel corpo, possedeva anche, oltre alla vita soprannaturale in grado eminente, le qualità e i doni che rendono perfetta la natura umana sia nell'anima che nel corpo.

Poteva Gesù tollerare che in qualche essere umano o anche angelico vi fosse un pregio di cui non godesse, e anche in maggior misura, la madre sua?

Prescindendo da Gesù, che non è solamente uomo, ma anche Dio, la SS. Vergine Maria è dunque il più alto e più perfetto esemplare dell'umanità.

Dio creando l'uomo ha voluto subito che fosse partecipe della natura divina, per mezzo della grazia.

Dio è un gran signore, la cui liberalità, generosità e bontà è semplicemente infinita e ha sempre trattato l'uomo « en grand seigneur » come direbbero i francesi.

E invece l'uomo si è dimostrato verso di Lui un vero miserabile.

Dio però non si è lasciato vincere in questa gara tra la sua generosità e la nostra meschinità, anzi, dove aveva abbondato la miseria ha sovrabbondato la munificenza.

Ed ecco apparire il capolavoro della creazione, in cui Dio si compiace più che in ogni altra creatura, sia umana che angelica.

La grandezza di Maria è preparazione alla venuta di Gesù ed è in funzione della salvezza dell'umanità.

La SS. Vergine ha partecipato più di chiunque altro alle vicissitudini della vita, della passione e della morte di Gesù, dal presepio di Betlemme alla croce del Calvario.

Più di tutti Essa ha goduto della Risurrezione, della Ascensione e della Pentecoste, e più di tutti Ella ha cooperato alla redenzione degli uomini.

Dall'anima sua, perciò, più che da qualunque parte della Chiesa, si innalza a Dio l'inno di lode, di gratitudine e di amore, che è la vita degli eletti, in terra e in cielo.

Nessuno come lei è partecipe della sollecitudine di Gesù per la salvezza di tutti gli uomini e di ciascun uomo.

Essa è la corredentrice, la mediatrice universale, la madre tenerissima e potente, consacrata sul Calvario, mentre una spada le trapassava l'anima, secondo la profezia di Simeone.

È dunque doveroso, utile, necessario che il popolo cristiano celebri questa ricorrenza bimillenaria e ci auguriamo che lo celebri con la maggiore solennità possibile e con la maggiore partecipazione di cuore.

Partecipazione autentica, che non si limiti all'assistenza delle funzioni nelle chiese, ma che sia un vero avvicinamento spirituale a colei che per antonomasia è chiamata Santissima.

Due secoli or sono il Santo Cottolengo insegnava ai suoi discepoli e ai suoi ricoverati a pregare così: « Vergine Maria, madre di Gesù, fateci santi ».

All'oratorio di S. Martino, in via Aosta angolo corso Firenze, tenuto dai Giuseppini del Murialdo e frequentato da un esercito di ragazzi ( oggi purtroppo chiuso, con immenso danno spirituale della zona ) il cappellano don Bortoli faceva recitare un coroncino di giaculatorie che erano abituali al Santo Cottolengo: « Vergine Maria, madre di Gesù, fateci santi » oppure, con una piccola variante: « Vergine Maria, madre di Dio, fateci santi ».

Auguriamoci che come frutto di questo bimillenario mariano le due giaculatorie diventino abituali a tutto il popolo cristiano, e soprattutto che si estenda davvero il più possibile un aumento di quello che è incomparabilmente il più gran dono di cui possa godere un uomo: la santità.

C.T.


Inno alla Vergine ( S. Efrem )

Canterò per tua grazia, o Signore, inni eletti alla Vergine, la quale divenne madre in modo prodigioso, la quale è vergine e pur madre.

Lode a Colui che la prescelse.

Ella è la nave onusta del tesoro dei tesori, e portò ai poverelli le ricchezze del cielo; i morti si arricchirono da lei che era onusta di vita.

Di Maria, di lei si vantano tutte quante le vergini, perché Ella è la vergine che divenne la causa del bene, e da lei spuntò la luce per coloro che sedevano nelle tenebre.

Per Maria ebbe speranza il sesso femmineo poiché l'onta era entrata nelle loro orecchie e l'ignominia sul loro volto, essa le liberò sì che rimasero senza colpa.

Ecco s'allietano oggi tutte quante le spose; poiché a loro somiglianza, ella porta il frutto, il quale comunica la vita ai loro figli.

Gloria a colui che lo ha inviato!

Per Maria spuntò la luce, la quale scacciò le tenebre che s'erano diffuse per mezzo di Eva offuscando l'umanità: e per mezzo di Maria fu illuminato il mondo già tenebroso.