Un progetto educativo per la vita

B234-A3

Riflessioni di un genitore

( seguita dal precedente numero: n. 4 / 1984 )

20. Ideali di vita contro le erosioni

Solo qualche cenno per gli altri interventi.

In materia di droga l'opinione pubblica è abbastanza sollecitata, e nelle scuole il problema viene svolto generalmente con interesse e impegno.

Mi limito ad osservare come anche in materia non è sufficiente la denuncia della dannosità, ma occorre fare leva in via di prevenzione sui forti ideali.

Perché i giovani abbiano questi ideali, può essere opportuno che oltre a quelli proposti di norma attraverso il piano di studi, vi siano occasioni di altre riflessioni, sulla dignità e sull'impegno dell'uomo, con tematiche artistiche, culturali, sociali, tutte accomunate nel motivare il giovane nel superamento dell'edonismo conseguente al relativismo e al consumismo.

Ecco perché, e lo ripeto per sempre ravvivare le nostre riflessioni, il nostro punto di riferimento è il Verbo, in cui è vita, e la cui vita è la luce degli uomini.

Il consumismo è l'opposto della vita, la considera come un qualcosa da spremere e non da far fruttificare per donare.

Non dimentichiamo poi l'importanza di un'attività sportiva e ricreativa secondo i vecchi adagi: « mens sana in corpore sano » e « cuor contento il ciel l'aiuta ».

21. Scuola cattolica, luogo e cultura di pace

Il superamento della sessualità godereccia, dell'edonismo egocentrico e del consumismo egoista dovrebbe portare alla solidarietà nella carità, in un sentimento di fratellanza e di pace.

Il documento della C.E.I. parla, opportunamente ed originalmente, riferendosi al progetto educativo, della scuola cattolica come luogo e cultura di pace.

Che alcuni genitori scelgano la scuola cattolica perché essa non è luogo di lotta e sede di scioperi, ci addolora profondamente per la limitatezza delle motivazioni, oppure per il fatto che tale motivazione, in senso stretto, potrebbe anche essere frutto di insensibilità sociale.

22. Scuola cattolica aperta al sociale e alla giustizia

Ma poiché concordiamo sul fatto che la scuola cattolica non debba promuovere lotte ed organizzare scioperi, allora procuriamo che tale circostanza sia portatrice di frutti, si trasformi in un'ascesa, cioè che dalle nostre aule parta la valorizzazione della compresenza di persone di diverso ceto sociale e di diverso orientamento culturale, per tendere ad una esistenza pacifica nella salvaguardia di diritti, nella coltivazione della giustizia senza compromessi, nel culto della carità.

Perché queste non siano parole velleitarie, occorrono dei gesti concreti da parte dei genitori e degli allievi, in primo luogo nella solidarietà, per l'accesso alle nostre scuole, dei ragazzi impediti o per difficoltà economiche, o per handicap fisico-psichico.

Non vorrei cadere in facile demagogismo, tanto più che è doveroso sottolineare quanto è già compiuto al riguardo, magari nel sacrificio e nel nascondimento.

Ma altresì dobbiamo renderci conto del cammino da compiere, che investe un po' tutti i livelli, non solo la comunità politica e quella ecclesiale, ma anche gli istituti e le nostre famiglie.

L'AGESC ha imboccato questa strada, e qualcosa, con l'impegno degli istituti e la collaborazione dei genitori è in movimento, ma occorre perseverare nel cammino.

Gesù, modello della scuola cattolica, è il Principe della Pace, e pertanto la pace, che è il frutto della giustizia, dovrebbe essere annunciata e testimoniata dalle nostre scuole.

23. La scuola cattolica testimone della vita

Avviandoci alla conclusione, e sottolineando il ruolo fondamentale che la scuola cattolica è chiamata a svolgere per la vita, ci torna opportuno prendere l'avvio proprio dalla cultura della pace.

Se la nostra scuola saprà annunciare la pace, il suo ruolo di testimonianza dei valori cristiani sarà più credibile.

E lo sarà in particolare la sua testimonianza per la vita, secondo lo schema svolto, per una cultura sulla dignità dell'uomo, redento da Cristo.

La scuola cattolica ha peraltro una grave responsabilità in questo annuncio di pace e di vita, poiché lo deduce direttamente dalla sua ragione d'essere, cioè di luogo in cui il modello è Cristo.

Ora tale requisito non è peculiare delle scuole non di proposta cattolica per quanti altri meriti queste possano avere.

Ciò diciamo non per affermare priorità, ma per indicare le nostre responsabilità.

In particolare le scuole di Stato e degli altri enti pubblici, pur con tutto lo spazio consentito dalla libertà di insegnamento sono, in qualche modo emanazione dell'ordinamento statale, ordinamento che accanto ai principi di libertà, di giustizia, di salvaguardia della persona umana e della famiglia, prevede altresì leggi lesive di queste, come la disciplina del divorzio e dell'aborto.

La scuola statale non può quindi apertamente denunciare tali leggi lesive dell'uomo e della sua dignità, se non nello spazio, in verità circoscritto, consentito dall'obiezione di coscienza.

Viceversa un'aperta denuncia compete alla scuola cattolica, e ciò anche solo per la sua presenza.

È per questi motivi che è grave che le scuole cattoliche si riducano, che alcune scuole chiudano, inconveniente peraltro deplorato dallo stesso documento della C.E.I.

A fronte delle obiettive difficoltà che non possono essere negate, come il calo delle vocazioni religiose, occorre che tutte le forze cattoliche facciano quadrato, per così dire, intorno alla scuola, e noi genitori dobbiamo svolgere il nostro ruolo, ovviamente fatto di disponibilità.

In quale modo la scuola cattolica può esplicare questa testimonianza esterna?

Svolgendo un'opera di sostegno dei progetti educativi basati sulla vita, facendoli conoscere nel distretto e negli organismi collegiali, con dibattiti e conferenze, in atteggiamento di vitalizzazione della società.

24. Sostegno alla scuola pubblica per la lezione di religione

È in questa luce che va prospettata l'azione di sostegno alla scuola pubblica, in collaborazione con i genitori di queste scuole, affinché, in base alle nuove norme in materia, questi avanzino richieste per ottenere la lezione di religione per i loro figli.

Come abbiamo osservato, la lezione di religione è uno degli apporti sostanziali per una cultura di vita, e la sua concreta permanenza nella scuola pubblica è un fatto che coinvolge anche la nostra responsabilità.

25. La testimonianza degli insegnanti

Essenziale in quest'opera di testimonianza della scuola cattolica per la vita è il ruolo degli insegnanti.

Non c'è scuola senza maestri, e il modello è l'unico maestro, Cristo, di cui l'insegnante deve sentirsi supplente e imitatore, nella cultura e nella propria moralità.

Il maestro della scuola cattolica dovrebbe essere un autentico catechista, qualsivoglia sia la materia di insegnamento.

Sono benemerite le scuole cattoliche che conducono seminari pressoché permanenti per la formazione culturale e cristiana degli insegnanti, anche alla luce dei carismi propri dei singoli Istituti.

In buona parte da essi dipende l'avvenire della scuola cattolica.

26. I genitori in una scuola per la vita

In chiusura una parola per noi genitori.

Non siamo qui solo per chiedere, ma soprattutto per interpellarci.

Le nostre motivazioni per la scuola cattolica sono veramente per una scuola per la vita, o non piuttosto per una scuola che faciliti sistemazioni nella vita?

Teniamo fermo che la Chiesa ci affida un compito che non è enfatico definire tremendo: quello di garantire che la scuola cattolica sia coerente, nella impostazione e nello svolgimento del piano di studi, al progetto educativo che si è proposto.

È per questo che ci siamo sentiti di incentrare il tema della vita nel progetto educativo, noi genitori che siamo chiamati a perpetuare la vita.

Per attuare questi intendimenti, occorre che vi sia partecipazione viva e attiva, nella scuola, di modo che questa sia vitalizzante e vitalizzata con riguardo ai genitori.

Qui si innesta la formazione permanente degli adulti, che trova nella scuola il suo luogo naturale di sviluppo, e che dovrebbe coinvolgere tutti i nostri Istituti.

Per lo più l'avvio di tali iniziative compete agli istituti, ma spetta poi ai genitori condurle, secondo i richiamati principi formativi degli istituti medesimi.

Senza la partecipazione dei genitori la scuola cattolica non è completa.

Vi è un'impellente istanza in questo senso anche nell'ultimo documento della C.E.I., in cui i genitori sono chiamati a collaborare alla elaborazione e all'attuazione del progetto educativo, ed in tal modo essi « potranno arricchire questo progetto rendendo vivo ed esplicito il clima familiare che deve caratterizzare la comunità educante ».

Il richiamo alla famiglia è richiamo alla sorgente naturale della vita, ed anche questa connotazione è un elemento che gioca a favore della vita, riqualificando ulteriormente tutte le componenti della scuola.

27. Maria. Regina e Madre della vita

Abbiamo iniziato con la missione compiuta da Maria incinta di Gesù.

La vastità del lavoro che ci attende, la consapevolezza delle difficoltà cui andiamo incontro, le inevitabili delusioni che ci potranno abbattere, soprattutto i nefasti attentati alla vita che continuano a perpetrarsi, ci inducono a concludere le nostre riflessioni tornando a Maria, che è madre di Dio e nostra, e pertanto è Madre della vita.

Ritorniamo a Lei, ma per invocarLa, ben sapendo, per esprimerci con un verso che ci ha insegnato la scuola, « quanto i devoti preghi le son grati », soprattutto coscienti di essere suoi figli.

La invochiamo Madre della vita, perché Lei è la Madre effettiva dei figli non nati, uccisi dalle loro madri.

Non disperiamo! Per questi bimbi c'è pur sempre il grembo di Maria che li accoglie; e il suo amore materno c'è anche per le madri sventurate, perché recuperino la maternità perduta.

Questa maternità di Maria è pertanto regale, perché va al di là della morte, per cui invocandola madre, dobbiamo invocarla anche Regina della vita.

E vorrei che, come segno sensibile di questo nostro ritrovarci in preghiera e in riflessione, rivolgessimo una supplica al Cardinale arcivescovo, come ulteriore risposta al suo appassionato appello per la vita, affinché ai diamanti incastonati nella mistica corona delle litanie lauretane, ne aggiunga un altro, particolarmente splendente, anche perché attuale, cioè « Regina e Madre della Vita ».

In tal modo tutti i fedeli potranno unirsi a noi nell'invocazione che ora le eleviamo: « Regina e Madre della Vita, prega per noi! ».

Vita Moccia