La parola del Papa

B245-A1

Il Santo Padre, in preparazione del Sinodo dei Vescovi che si tiene in Ottobre, ha continuato la sua catechesi negli incontri domenicali dell'Angelus.

Ne abbiamo già riportati alcuni sui precedenti Bollettini.

Il primo sulla domanda: « Chi sono i laici? La risposta del Concilio » il secondo sulla missione tipica dei laici e « sulla catechesi in cui i laici esprimono in forma peculiare la propria vocazione ».

A conclusione riportiamo le catechesi del 2 e del 23 agosto 1987 sulle Associazioni dei laici.

Abbiamo così, anche se sommariamente, delineato un cammino sulla identità dei laici: chi sono, quale è la loro missione, l'aggregazione dei laici per rispondere alla vocazione cristiana in modo personale e comunitario.

L'aggregarsi dei laici a scopo apostolico doverosa risposta personale e comunitaria alla vocazione cristiana

1. Si avvicina il Sinodo dei Vescovi che, nel prossimo mese di ottobre, si riunirà per trattare della vocazione e della missione dei Laici nella Chiesa e nel mondo.

Nella prospettiva di quel grande evento ecclesiale, e in preparazione ad esso, è opportuno che tutti i fedeli riflettano sui temi connessi con l'apostolato laicale.

Ogni cristiano infatti - come ho già sottolineato in questi colloqui domenicali - è essenzialmente un apostolo.

Questa nobile prerogativa lo impegna a compiere personalmente e comunitariamente ogni sforzo perché si attui ciò che invoca quando prega: « Venga il tuo Regno ».

L'essere umano è dotato di un'indole socievole.

Col battesimo, poi, entra a far parte del Popolo di Dio e diventa membro del Corpo Mistico di Cristo, così che la sua naturale socievolezza viene avvalorata da un vincolo comunitario di natura superiore.

Questo è il motivo per cui il Vaticano II ha messo grandemente in luce il valore dell'apostolato associato, rilevando che esso « corrisponde felicemente alle esigenze umane e cristiane dei fedeli e al tempo stesso si presenta come segno della comunione e dell'unità della Chiesa » ( Apostolicam Actuositatem, n. 18 ).

2. Inteso in questa visuale, l'aggregarsi dei fedeli laici a scopo apostolico non ha nulla a che vedere con espedienti tattici momentanei, ma è fondamentalmente la doverosa risposta, personale e comunitaria, alla vocazione cristiana.

S'impone pertanto, come principio elementare, uno strettissimo rapporto tra maturità cristiana individuale e vitalità dell'apostolato associativo.

Tale maturità è la base indispensabile di iniziative genuinamente apostoliche, animate da quello spirito e da quei carismi, che, come dice San Paolo, sono dati « per edificare e non per distruggere » ( 2 Cor 13,10 ).

3. Non per nulla il Concilio si è soffermato ampiamente sulla necessità e sulle caratteristiche della formazione all'apostolato, la quale « è richiesta non solo dal continuo progresso spirituale e dottrinale del laico, ma anche dalle varie circostanze di cose, di persone, di compiti a cui la sua attività deve adattarsi » ( Apostolicam Actuositatem, n. 28 ).

È necessaria una formazione permanente, collegata con la crescita inferiore, che abbraccia l'intera struttura della personalità forgiata sul modello di Cristo.

Le associazioni ed i movimenti d'apostolato sono essi stessi fucine formative, particolarmente in ordine alla specificità dei fini che si prefiggono.

Ma resta sempre di primaria incidenza l'azione dei Pastori, ai quali la maturazione apostolica del laicato deve stare pressantemente a cuore, come uno degli aspetti più qualificanti del loro ministero.

Su questa ampia tematica il prossimo Sinodo avrà modo di contribuire con riflessioni corroboranti.

La Vergine Maria sia propizia con la sua materna intercessione.

Associazioni e movimenti come fattori di arricchimento della comunione e della missione della Chiesa

1. La vita associativa del laicato è uno dei grandi temi, a cui il Concilio ha dedicato premurose attenzioni, tenendo presente la linea costante della storia della Chiesa e l'esperienza dei tempi moderni, i quali hanno visto nascere e diffondersi, specialmente dalla metà del secolo scorso, numerose organizzazioni di apostolato, varie nell'indole, nella forma, nel raggio di azione.

Il Vaticano II ha voluto infondere a questo fenomeno un forte impulso, nel solco degli orientamenti ecclesiologici e pastorali allora maturati.

Ha perciò riconosciuto espressamente il diritto dei Laici a creare associazioni e ad averne la responsabilità, sottolineandone la giusta autonomia, avvalorata dal naturale legame con la funzione gerarchica ( Apostolicam Actuositatem, n. 19; Lumen Gentium, n. 37 ).

Ha stimolato tutte le energie, ha indicato traguardi, ha fornito direttive.

2. Superata una fase iniziale di incertezze e di difficoltà, che determinarono una situazione di crisi, viviamo oggi in una stagione densa di fervore e di promesse.

Nello spirito del Concilio « si è felicemente instaurato un nuovo stile di collaborazione tra i fedeli laici ed i chierici » ( Sinodo straordinario del 1985, Relatio Finalis C 6 ).

Organizzazioni di antica storia, quali per esempio i Terzi Ordini e le Confraternite, a cui il magistero conciliare aveva riservato peculiari considerazioni ( Apostolicam Actuositatem, n. 20 ), hanno accentuato la consapevolezza della propria identità e del proprio campo di lavoro.

Accanto all'associazionismo tradizionale, e talvolta dalle sue stesse radici, sono germogliati movimenti e sodalizi nuovi, con fisionomia e finalità specifiche: tanta è la ricchezza e la versatilità delle risorse che lo Spirito Santo alimenta nel tessuto ecclesiale, e tanta è pure la capacità d'iniziativa e la generosità del nostro laicato.

3. Una tale realtà, mentre attesta la feconda vitalità della Chiesa e la sua saggezza nel valorizzare « cose nuove e antiche » ( Mt 13,52 ), postula una accentuata sensibilità nel coltivare l'armonia tra l'unità e la multiformità.

Tutte le aggregazioni, di qualsiasi tipo e raggio di azione, sono destinate ad arricchire la missione che la Chiesa svolge nel proprio ambito ed a servizio della umanità.

Esse non possono nascere e svilupparsi che nella comunione ecclesiale, intesa nella profondità e nell'ampiezza delle sue dimensioni, a garanzia dell'autenticità dei loro carismi e della fecondità delle loro opere.

È un capitolo questo, che, anche per i suoi non pochi aspetti di novità, presenta problemi e prospettive che richiederanno indubbiamente all'Assemblea dei Padri sinodali accurate analisi.

L'attuale fioritura associativa, non solo non può restare compromessa, ma deve crescere ordinatamente, per una sempre più copiosa e matura fruttificazione.

Ce l'ottenga l'intercessione della Vergine Madre, che invochiamo con più intensa fiducia durante questo Anno a lei dedicato.

( dall'Osservatore Romano 3-4 e 23-24 agosto 1987 )