Primo convegno nazionale dei catechisti

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Roma 23-25 aprile 1988

Dal 23 al 25 aprile 1988 si è svolto a Roma il Primo Convegno Nazionale dei Catechisti voluto dalla Conferenza Episcopale Italiana.

Furono trentamila i Catechisti confluiti a Roma per tre intense giornate di preghiera, di studio, di riflessione sul tema « Catechisti per una Chiesa Missionaria ».

Animati dalla Parola di Dio: « Come è bello veder giungere chi porta la "buona notizia" ( Is 52,7 ) il Convegno ha percorso le tappe della vocazione catechistica:

- convocati per una vocazione;

- formati al servizio;

- inviati della buona notizia.

Tra i 50 Delegati della Diocesi di Torino era pure il Catechista Marino Renda dell'Unione del SS. Crocifisso, che portò il contributo di tutta l'Unione e che ci ragguaglia sul Convegno.

Lunedì 25 aprile 1988: piazza San Pietro.

Le tre intense giornate del Convegno Catechistico Nazionale hanno avuto la loro conclusione in Piazza San Pietro il 25 aprile 1988 attorno al Maestro e Padre, al quale abbiamo presentato il frutto del nostro lavoro e le testimonianze di alcuni nostri rappresentanti.

Ripercorrere tutti i temi affrontati è assai impegnativo e non sono certamente sufficienti poche pagine.

Penso tuttavia che sia molto importante comunicare a quanti ci seguono gli orientamenti e l'entusiasmo per la nostra missione di Catechisti, con cui siamo tornati alle nostre sedi.

Ed è cosa che intendiamo fare in successivi interventi.

In questo primo incontro ci fermiamo a presentare le conclusioni del Convegno e il messaggio che il Papa ci ha affidato per realizzare quasi « una nuova evangelizzazione ».

L'immensa piazza è gremita da migliaia di fedeli malgrado la violentissima pioggia che si è abbattuta sulla grande assemblea poco dopo l'inizio della celebrazione e che è proseguita senza sosta per tutta la mattinata.

È anche la giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni.

Il Santo Padre così commenta: « Speriamo che questa pioggia della natura possa convertirsi in una pioggia di vocazioni ».

Sarebbe davvero meraviglioso che questo auspicio del Papa si concretizzasse.

Il Papa ha indicato la via da seguire: Maria, la cui materna presenza è viva nella storia di ogni vocazione.

Il Cardinale Vicario Ugo Poletti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana si è rivolto, a nome dei Vescovi, dei sacerdoti, delle religiose e religiosi, di catechiste e catechisti provenienti da ogni diocesi, parrocchia, associazione e movimento ecclesiale operanti in Italia al Santo Padre, in apertura dell'incontro con queste parole: « Questo incontro che conclude i tre giorni del primo Convegno nazionale dei catechisti di Italia ci riempie di una grande gioia, perché siamo qui raccolti intorno al Maestro e Pastore della Chiesa universale, primo catechista del popolo di Dio, per confessare la nostra comunione e fedeltà e per raccogliere la sua parola di orientamento e di guida.

Sulla scia dell'appello che Vostra Santità ha rivolto alla Chiesa in Italia invitandola a promuovere con rinnovato slancio missionario « una nuova implantatio evangelica », i catechisti hanno riflettuto e verificato i problemi e le prospettive che si pongono oggi per la rievangelizzazione della nostra gente soprattutto nel campo della catechesi dei giovani e degli adulti ».

La consegna del Papa ai catechisti.

« Il catechista, ha detto il Papa, è una figura missionaria perché pur lavorando normalmente nella comunità dei cristiani, torna sempre alle radici della fede ritrovandosi ad annunziare il Vangelo come se fosse la prima volta ».

Questi gli altri punti salienti del discorso:

- « Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene » ( Rm 10,15 ).

- La storia della catechesi in Italia ha conosciuto in questo secolo tappe importanti: dal fondamentale catechismo di San Pio X al progressivo rinnovamento della catechesi.

- La catechesi è stata sempre considerata dalla Chiesa come uno dei suoi fondamentali doveri.

- « Con questo servizio noi diamo a Cristo la gioia di incontrare l'uomo ».

- Il catechista è uomo in cammino per recare agli uomini la notizia decisiva del Vangelo.

- Il movimento dei catechisti sarà adulto quando e nella misura in cui esprimerà itinerari di fede per gli adulti.

- Essere catechisti di qualità.

- Il catechista deve essere convinto assertore di certezze evangeliche.

- Il catechista deve essere servitore fedele del Vangelo così come Gesù lo ha affidato alla Chiesa.

- Il catechista deve essere maestro di umiltà

- Il catechista deve adeguare il suo insegnamento al contesto sociale.

- La formazione dei catechisti è un elemento essenziale dell'impegno comune per lo sviluppo e la vitalità della Chiesa.

- Camminate con Maria, Madre di Gesù e della Chiesa, catechista di fatti e di parole, Madre e modello dei catechisti.

E così conclude: « Camminate insieme con Lei, consapevoli che proprio voi, col vostro servizio catechistico, date voce alla vivente Parola di Dio, per renderla viva e attuale presso tutti coloro che Dio ha posto sul vostro cammino e che, apertamente o tacitamente, ne aspettano da voi l'annuncio che libera e salva ».

Il Convegno.

Il Convegno si è aperto con un messaggio a tre voci: quella del Cardinale Ugo Poletti, a nome di tutti i Vescovi contiene parole di saluto, di orientamento e di augurio; quella del direttore dell'Ufficio Catechistico Nazionale Mons. Cesare Nosiglia propone un progetto formativo comune, che richiede il contributo di tutti, a partire dal Convegno; quella di Sant'Agostino con una delicata pagina che li aiuta a superare alcune difficoltà che possono incontrare nello svolgimento del loro servizio.

Il cardinale Poletti da il suo saluto: « Siate riconoscenti; è l'invito dell'apostolo Paolo ai Cristiani di Colossi!

Oggi i Vescovi, lo ripetono a voi, cari catechisti: sia il clima che avvolge il Convegno.

Riconoscete: è il Cristo Signore, primo e unico missionario, che vi convoca attorno al Vangelo.

Riconoscete: è la Chiesa, comunità missionaria, che vi invita a portare la buona novella del Regno.

Riconoscete: è grazia l'incontro di tanti catechisti.

Mons. Cesare Nosiglia invita quanti partecipano al Convegno a una prima verifica dei criteri essenziali a cui si ispira:

- i Catechisti non sono incaricati casuali, provvisori.

Nella Chiesa costituiscono un corpo compaginato, costruttivo e stabile.

Il riconoscimento di questa loro specifica fisionomia è nel « mandato » che, attraverso i Pastori, ricevono dalla Chiesa;

- per la formazione dei catechisti è urgente stabilire un itinerario organico e sistematico, caratterizzato da due obiettivi distinti ma tra loro complementari: l'uno spirituale e l'altro ministeriale, allo scopo di maturare nei catechisti la figura del discepolo, dell'inviato, del maestro, dell'educatore;

- soltanto una Chiesa tutta catechizzata può dirsi Chiesa missionaria.

Tutti, come battezzati e membra vive della Chiesa sono chiamati a questo compito decisivo.

E infine la stupenda e così umana parola di Agostino: ( Guardare a Gesù ): « A volte ci rattristiamo se, chi ci ascolta, non afferra subito il nostro pensiero.

È che il pensiero si appanna quando è messo in parole.

E allora, pesa il parlare, e piacerebbe invece il tacere.

Ma guardiamo a Gesù che ci ha lasciato il suo esempio, per diventare il nostro modello.

Perché si fece debole con i deboli, se non per guadagnarli a sé?

Come poteva essere pronto a morire per noi, se gli fosse pesato di chinarsi a parlare al nostro orecchio?

Fattosi piccolo piccolo, stette fra noi, con l'amore che ha la nutrice per le creature che a lei sono affidate.

Se non è l'amore a spingerci, non sarà piacevole sussurrare, deformandole, parole smozzicate: i genitori sono contenti di farlo con i loro bambini.

Una mamma prova più gioia a imboccare il suo piccino che a gustare buoni bocconi per sé.

Guardiamo anche alla gallina: essa accoglie delicatamente i pulcini sotto le sue ali: ma quando sfuggono a quelle ali premurose, sono facile preda di uccelli rapaci.

Se poi ci viene in uggia ripetere ai fanciulli le medesime cose e doverle loro adattare, facciamolo con affetto fraterno, con l'amore di un padre, di una madre, verso i propri figli.

Stringiamoli anche noi al nostro cuore, e quelle stesse cose ripetute, come d'incanto, pure a noi parranno nuove: come quando si fa ammirare per la prima volta a un amico la campagna o una città, e capita che anche in te ridestino un insolito piacere, che da solo non avresti provato.

Ed esso è tanto più intenso quanto più forte è l'amicizia.

Se sapremo rinnovarci nella loro novità, la nostra parola, anche se è divenuta più fredda, perché tante volte ripetuta, si accenderà alla novità della loro attenzione ».

Catechista Marino