Anno mariano

B249-A6

7 giugno 1987: Pentecoste

15 agosto 1988: Assunzione della SS. Vergine

( Continuazione )

Pittore Mario Caffaro Rore

La vita di una mamma

Nell'unione con il suo figlio Maria ritrova una nuova famiglia.

Nel buio che avvolge la terra dopo che tutto è compiuto, negli avvenimenti straordinari che accompagnano quella morte, Matteo, Marco e Luca ci presentano il gruppo di donne che erano là e guardavano da lontano.

« Esse avevano seguito e aiutato Gesù fin da quando era in Galilea ».

Non è nominata Maria, la Mamma.

Ne vogliono forse rispettare il dolore profondo davanti al corpo martoriato di quel figlio che è frutto delle sue viscere.

Solo Giovanni, che è accanto a Maria, si fa eco della profezia di Simeone: « Quanto a te, Maria, il dolore ti colpirà come colpisce una spada », quando ci presenta i soldati che si avvicinano a Gesù e vedono che è già morto.

Allora non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli trafisse il fianco con la lancia.

Subito della ferita usci sangue con acqua.

« Colui che ha visto ne è testimone, e la sua testimonianza è vera.

Egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate ».

Significativa questa insistenza di Giovanni nel rendere testimonianza di quanto assicura di aver visto.

È forse il primo atto di amore e di assistenza amorevole per la Mamma che Gesù gli ha affidato.

Per il discepolo amato da Gesù, quel cuore squarciato, da cui esce sangue e acqua, diventa una sorgente di fede fondata sull'amore … perché anche voi crediate, come ha creduto la Mamma di Gesù, come ha creduto lui.

Sul Golgota ripiombato nel silenzio dopo la discesa di quanti avevano assistito all'agonia e alla morte di Gesù, restano le donne, forse qualche discepolo e guardano colui che hanno trafitto.

Arrivano poi due discepoli nascosti di Gesù, che fino ad allora non avevano voluto compromettersi nel seguirlo.

Dopo la morte ritrovano quel coraggio che era loro mancato e non esitano a recarsi da Pilato per farsi rilasciare il corpo martoriato di Gesù: è questo un primo avveramento di quanto Gesù aveva detto: « Ed io quando sarò innalzato da terra, tutto attirerò a me ».

La scena della deposizione di Gesù dalla croce ha sempre ispirato la mente e il cuore di artisti che ce l'hanno presentata in modo così reale.

La pietà cristiana è accanto a quella Mamma che riceve tra le braccia il corpo insanguinato e torturato del figlio e ha dettato a tante anime sensibili parole di partecipazione all'azione premurosa di Maria che contempla, adora e asciuga quelle piaghe.

L'adorazione alle sante piaghe di Gesù, uniti a Maria Santissima, praticata e diffusa da tante anime sante, centro della liturgia del Venerdì Santo, è diventata pratica quotidiana per chi vuole più intimamente partecipare con Maria alla Passione e morte di Gesù.

Nella Unione Catechisti di Gesù Crocifisso e di Maria Santissima Immacolata, per ispirazione del Servo di Dio Fra Leopoldo Maria Musso o.f.m., essa è diventata la sorgente e il centro di una fede che si trasforma in azione apostolica, perché quelle piaghe rinnovate nel corpo mis tico di Gesù che è la Chiesa, siano asciugate e curate dalla mano materna di Maria.

Così l'accolse il Servo di Dio Fratel Teodoreto e così la lasciò ai suoi Confratelli e ai suoi Catechisti che la diffondono in tutto il mondo.

Una adorazione che, praticata la prima volta sul Calvario nella sofferenza e nella povertà, si rivolge in modo particolare a chi nella sua vita è afflitto da pene fisiche e spirituali.

E chi ne è esente? È quindi adorazione che per tutti può essere fonte di accettazione del dolore e spinta all'azione apostolica.

Sul Golgota la sera avanza. « Anche quelli che erano venuti per vedere lo spettacolo, davanti a questi fatti se ne tornavano a casa battendosi il petto ».

È sera di vigilia di festa: il sabato.

Già cominciava il divieto ebraico di lavorare e di fare lunghi cammini.

« Presero dunque il corpo di Gesù e lo avvolsero nelle bende con i profumi, come fanno gli ebrei quando seppelliscono i morti.

Nel luogo dove avevano crocifisso Gesù c'era un giardino, e nel giardino c'era una tomba dove nessuno era mai stato sepolto.

Siccome era la vigilia della festa ebraica, misero lì il corpo di Gesù, perché la tomba era vicina.

Le donne che erano venute con Gesù fin dalla Galilea … videro la tomba e osservarono come veniva deposto il corpo di Gesù.

Poi se ne tornarono a casa per preparare aromi e unguenti ».

Anche Maria scende con la nuova famiglia che Gesù le ha affidato.

Nel suo cuore di Mamma ripensa alle parole profetiche di Simeone: « Quel bambino sarà occasione di rovina e di risurrezione per molti in Israele.

Sarà un segno di Dio, ma molti lo rifiuteranno, così egli metterà in chiaro le intenzioni nascoste nel cuore di molti ».

Inizia così la sua azione materna per quelli che l'hanno accolto per rinfrancarli nella fede e per quelli che lo rifiutano per richiamarli accanto a lui, azione che ancora oggi continua nel mondo per noi.

Nella gioia della Risurrezione, Maria è presente e partecipa ai dubbi, alle perplessità, alla fede dei suoi figli.

All'alba del giorno seguente, dalla terra risorge nel Signore l'umanità redenta.

Maria, nella fede e nel nascondimento, come sempre, è presente a tutti gli avvenimenti e alle rivelazioni del figlio risorto.

Partecipa alla gioia dei suoi nuovi figli, rinfranca la loro fede, li conferma nell'amore per il suo figlio Gesù.

È accanto a Maria Maddalena, a Pietro, a Giovanni, alle donne che si ricordarono delle parole che Gesù aveva detto che sarebbe risuscitato il terzo giorno, ai discepoli di Emmaus, agli apostoli.

È questa la sua nuova famiglia ed essa partecipa maternamente a tutto il nuovo ritmo che la vita dei suoi figli ha preso dopo la scomparsa di Gesù.

« Dopo la sua morte Gesù si presentò ai discepoli e in diverse maniere si mostrò vivo.

Per quaranta giorni apparve ad essi più volte, parlando del Regno di Dio ».

La nascita dallo Spirito di Gesù per Maria a Nazareth, per la Chiesa nel Cenacolo a Gerusalemme.

« Io manderò su di voi lo Spirito Santo che Dio, mio Padre, ha promesso.

Voi però restate nella città di Gerusalemme fino a quando Dio non vi riempirà con la sua forza.

Poi Gesù condusse i suoi discepoli verso il villaggio di Betania.

Alzò le mani sopra di loro e li benedisse.

Mentre li benediceva si separò da loro e fu portato verso il cielo. I suoi discepoli lo adorarono ».

Maria è con loro? Il Vangelo non lo dice ma lo lascia intuire da quanto riporta subito dopo: « Allora gli apostoli lasciarono il monte degli Ulivi e ritornarono a Gerusalemme.

Questo monte è molto vicino alla città: a mezz'ora di strada a piedi.

Quando furono arrivati, salirono al piano superiore della casa dove abitavano.

Erano tutti concordi e si riunivano regolarmente per la preghiera con le donne, con Maria, la madre di Gesù e con i suoi fratelli ».

A questo punto inizia il silenzio degli evangelisti su Maria.

Un silenzio ricco di una presenza che tutti tiene uniti nella unione fraterna, nella assiduità dell'ascolto dell'insegnamento degli Apostoli, nella partecipazione alla Cena del Signore, nella preghiera comunitaria.

Dopo aver visto ancora una volta il suo figlio risorto sulla terra, questa è per la Mamma di Gesù la quarta prova di separazione: è l'ultimo distacco, dopo la fuga di Gesù a 12 anni, la sua partenza per la vita pubblica, la sua morte.

Nell'oscurità del mistero della fede, ella prega, continua così il suo dialogare con il figlio suo che sente ora ancora più presente, come sovente accade anche a chi ha perso una persona cara che rivive nel pensiero, nel ricordo, nell'amore.

L'attende la realizzazione della nuova maternità che Gesù le ha affidato sul Calvario.

Ed è ancora l'azione dello Spirito Santo che rinnova questa maternità.

C'è una singolare corrispondenza tra il momento dell'incarnazione del Verbo e quello della nascita della Chiesa.

La persona che unisce questi due momenti è Maria: Maria a Nazareth e Maria nel Cenacolo di Gerusalemme.

A Nazareth « Lo Spirito Santo verrà su di te, e l'onnipotente Dio, come una nube ti avvolgerà.

Per questo il bambino che avrai sarà santo Figlio di Dio ».

Nel Cenacolo di Gerusalemme si realizza la promessa di Gesù: « Il Padre vi manderà nel mio nome un difensore: lo Spirito Santo.

Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che ho detto ».

Per questo la nuova creatura che nascerà, la Chiesa, sarà santa e sarà chiamata popolo di Dio.

« Quando venne il giorno della Pentecoste, i credenti erano tutti riuniti insieme nello stesso luogo.

All'improvviso si sentì un rumore in cielo, come quando tira un forte vento, e riempì tutta la casa dove si trovavano.

Allora videro qualcosa di simile a lingue di fuoco che si separavano e si posavano sopra ciascuno di loro.

Tutti furono ripieni di Spirito Santo e si misero a parlare in altre lingue, come lo Spirito Santo concedeva loro di esprimersi ».

« Colui che è la Parola è diventato un uomo e ha vissuto in mezzo a noi uomini » dice Giovanni all'inizio del suo Vangelo.

E la Parola di Dio viene comunicata a tutti gli uomini, ognuno secondo quanto ne può intendere, secondo la missione affidata da Gesù agli Apostoli: « Andate in tutto il mondo e portate il messaggio del Vangelo a tutti gli uomini ».

Maria che è presente nel mistero di Gesù come madre, diventa, per volontà del Figlio e per opera dello Spirito Santo, presente nel mistero della Chiesa.

Anche nella Chiesa continua ad essere una presenza materna.

La Rivelazione della maternità di Maria si conclude nel Cenacolo: della sua vita, dopo, e della sua morte e assunzione nulla ci è più detto.

Ma la vita della Chiesa è tutta permeata di questa presenza materna perché « Tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché Dio è potente: ha fatto in me grandi cose e santo è il suo nome ».

« Questa presenza di Maria trova molteplici mezzi di espressione al giorno d'oggi come in tutta la storia della Chiesa: mediante la fede e la pietà dei singoli fedeli, mediante le tradizioni delle famiglie cristiane, o "chiese domestiche", delle comunità parrocchiali e missionarie, degli istituti religiosi, delle diocesi, mediante la forza attrattiva e irradiante dei grandi santuari, nei quali non solo individui o gruppi locali, ma a volte intere nazioni e continenti cercano l'incontro con la Madre del Signore, con colei che è beata perché ha creduto, è la prima fra i credenti e perciò è diventata Madre dell'Emanuele. » ( R.M. )

E essenziale della maternità il fatto di riferirsi alla persona.

La maternità determina sempre un'unica ed irripetibile relazione fra due persone: della madre col figlio e del figlio con la madre.

La dimensione mariana della vita di un discepolo di Cristo si esprime in modo speciale proprio mediante l'affidamento filiale nei riguardi della Madre di Dio, iniziato col testamento del Redentore sul Golgota.

Affidandosi filialmente a Maria, il cristiano, come l'apostolo Giovanni, accoglie la madre di Cristo e la introduce in tutto lo spazio della propria vita inferiore, cioè nel suo « io » umano e cristiano: « La prese con sé ».

Così egli cerca di entrare nel raggio d'azione di quella « Materna carità » con la quale la Madre del Redentore « si prende cura dei fratelli del Figlio suo ». ( R.M. )

In questa prospettiva il senso della maternità di Maria e della nostra figliolanza diventa fatto personale, impegno di vita.

S. Giovanni Battista de La Salle evidenzia in sei momenti concordanti e concomitanti il nostro percorso per questa via: ammirare, onorare, imparare, imitare, chiedere, ringraziare.

Sono solo spunti che possono aiutare, ma nulla hanno di rigido, perché l'amore vero è sempre libero nel suo cammino e nelle sue manifestazioni.

Le anime semplici lo percorrono senza stabilirne le tappe.

E tuttavia qualche insegnamento lo possono dare, per una riflessione sul nostro rapporto filiale con la Mamma di Gesù e la Mamma nostra.

Non è possibile ammirare senza conoscere.

Quanto conosciamo della vita di Maria quale ci è presentata nel Vangelo?

L'ammirazione conduce all'onorare chi ammiriamo.

Abbiamo nella nostra vita dei segni di onore che tributiamo a Maria?

La conoscenza filiale porta all'imitazione.

Ci sono nella nostra vita i sentimenti che accompagnarono la vita di Maria nei momenti gioiosi, dolorosi e gloriosi?

La nostra fiducia e confidenza con la Mamma apre il nostro cuore alla invocazione di aiuto, alla richiesta di sostegno e di conforto.

È veramente filiale la nostra preghiera a Maria, anche oltre e al di fuori delle formule ufficiali di preghiera?

E infine un figlio deve sentire, in un cuore ben formato, il desiderio di ringraziare.

Sappiamo concludere il nostro itinerario di cammino filiale con un frequente « Grazie, Mamma, perché mi sei Mamma! Grazie Mamma per quanto operi nella mia vita! ».

( Fine )

F.L.