La Casa di Carità Arti e Mestieri |
B252-A4
La prima sede della Casa di Carità Arti e Mestieri è stata realizzata nel 1925 dai Catechisti, con il sostegno e l'animazione di Fr. Teodoreto, secondo le aspirazioni di Gesù Crocifisso a Fra Leopoldo, risalenti a qualche anno prima ( e precisamente a partire dal 24 novembre 1919 sino al trapasso del Frate Francescano, avvenuto il 27 gennaio 1922 ).
Nella storia della Casa di Carità A.& M. assai contrastata e irta di difficoltà, è chiarissimo l'intervento della Provvidenza divina e il Fr. Teodoreto l'ha sempre riconosciuto.
Egli comprese i disegni divini e diresse le cose con grande prudenza.
Non era più lui il superiore generale dell'Unione Catechisti, divenuta Istituto Secolare, ma era membro del Consiglio Generalizio in qualità di Assessore, e i catechisti gli volevano bene, lo ascoltavano e lo seguivano volentieri.
Alcuni di essi negli anni 1918-1920 operavano nella parrocchia di N. S. della Pace, una grossa parrocchia di periferia a cui intervenivano molti giovani anche dei dintorni di Torino.
La condizione degli operai era difficile, la disoccupazione assai diffusa.
Molti giovani venivano in parrocchia con la speranza di essere aiutati a trovar lavoro e i catechisti non lesinavano sforzi per aiutarli, ma la più parte dei giovani venivano anche dalla campagna e non conoscevano alcun mestiere per l'industria.
I catechisti incominciarono a dar qualche lezione di meccanica, e il collocamento divenne meno difficile; la notizia si sparse, le frequenze aumentarono tanto da disturbare l'attività parrocchiale e i Padri Oblati di M.V. che la conducevano pregarono i catechisti di trovarsi un'altra sede.
Allora essi acquistarono la casa di via Feletto, 8 e pareva loro di essere diventati dei signori.
Ma non ci fu nemmeno il tempo di compiacersene, che già lo stabile non poteva più contenere la scuola.
Rifiutare le iscrizioni non passò neppure per la mente a nessuno. Che fare?
Il caro Cesone, che lavorava alla Madonna di Campagna, disse in una riunione di aver visto un prato in vendita da quelle parti.
Era in via Orvieto, angolo corso B. Brin.
« Veni, vidi, vici ». La frase dell'antico Cesare non venne in mente a nessuno, ma i catechisti la resero attuale senza pensarci.
Piano, ma … e i soldi? La cassa dell'Unione era costantemente vuota.
Anzi non c'era nemmeno il cassiere.
Quando si trattava di ristampare la devozione a Gesù Crocifisso Fr. Teodoreto riuniva le Zelatrici … e tutto andava a posto.
Ma per costruire una Casa di Carità Arti e Mestieri ci vuoi altro che un gruppo di zelatrici.
Intanto, guarda caso, si sparse la voce che le Potenze vincitrici dell'ultima guerra avevano destinato delle forti somme per aiutare l'Italia a rialzarsi dalle rovine in cui l'avevano ridotta.
Meraviglia! Gli avversari di ieri erano diventati soccorritori.
Non solo, ma uno dei catechisti era in relazione di amicizia con persone che potevano appoggiare a Roma la pratica per ottenere degli aiuti ( dall'U.N.R.R.A. ). Detto, fatto.
E gli aiuti vennero e furono sufficienti per costruire l'edificio di Corso B. Brin ( attuale sede principale della Casa di Carità ).
E vennero anche degli aiuti per mantenere in vita, gratuitamente, una scuola professionale, con tutti i suoi professori, le sue costosissime macchine.
Alla Casa di Carità, in un muro della cappella che conserva il S.S. Sacramento, c'è anche una tomba, quella del Fr. Teodoreto.
Egli è ancora là insieme ai suoi catechisti, come il padre tra i figli, che ne hanno sempre bisogno.
Qualcuno penserà che le difficoltà sono sempre agli inizi e col tempo tutto si sistema.
Ma l'opera non avendo alcuna rendita o introito fisso non è mai sistemata ed è sempre agli inizi, è tutta affidata alla Divina Provvidenza.
La quale non ha mai lasciato mancare il necessario, ma non ha orari e scadenze fisse come gli uomini …
La serena fiducia con cui il Fr. Teodoreto affrontava tutte le difficoltà si trasmetteva anche nei catechisti.
E ora più che mai, ora che è in cielo c'è motivo di aver fiducia.
L'Arcivescovo di Torino tra i giovani lavoratori alla Casa di Carità Arti e Mestieri
L'Arcivescovo ci ha allietato con una sua visita, venerdì mattina, 10 novembre.
Mons. Giovanni Saldarmi ha celebrato la S. Messa, quindi si è intrattenuto con i giovani, gli insegnanti, il personale e le famiglie, prendendo visione dei macchinar!, delle attrezzature e dei processi formativi.
L'omelia ha avuto il carattere di colloquio con i giovani, ed ha toccato alcuni aspetti della proposta formativa della Casa di Carità:
- la formazione dei giovani per l'inserimento nella comunità ecclesiale e nella società deve avere come modello Gesù, secondo l'insegnamento di S. G. de La Salle;
- il lavoro va inteso come mezzo di crescita personale e di servizio nonché di offerta a Dio, per farne la base di una cultura cristiana.
L'Arcivescovo ha inoltre richiamato ai giovani l'importanza di intendere la vita come vocazione, sottolineando la chiamata allo stato sacerdotale ed a quello catechistico.
L'incontro ha destato l'entusiasmo dei giovani, offrendo preziosi stimoli per lo sviluppo dell'azione educativa.
Mons. Saldarini si intrattiene con i giovani della Casa di Carità
L'Arcivescovo celebra la Messa nella cappella della Casa di Carità
Orientamenti di vita tratti da Fratel Teodoreto e dal suo messaggio
Si avverte sempre più viva l'esigenza di una stretta unione degli ex-allievi tra di loro e con la Casa di Carità.
Questo vincolo, già impresso, per così dire, nel cuore di ognuno, ha avuto in questi anni, come manifestazioni caratteristiche, la Pasqua degli ex-allievi, i contatti fra questi e la direzione e gli insegnanti e, in particolare, la solidarietà sempre espressa in concreto con offerte in denaro, per la Casa di Carità, in molti casi con grande generosità.
Si sono intensificati ultimamente gli incontri tra alcuni ex-allievi, di intesa con la direzione, per arrivare ad un momento associativo anche sotto l'aspetto formale, ed una delle prime realizzazioni è stata una riunione di studio e preghiera.
Tale incontro ha avuto luogo il pomeriggio di domenica 25 giungo u.s., a La Sorgente, la sede collinare dell'Unione in Baldissero, con un gruppo rappresentativo degli ex-allievi e di familiari, e con la presenza del Presidente e dei direttori delle sedi di Torino e di Grugliasco.
Vi sono state due relazioni, una sugli orientamenti di vita che si possono trarre dal servo di Dio fr. Teodoreto e dal suo messaggio, e di questa è riportata qui di seguito una sintesi.
L'altra è stata svolta dal dr. Conti, con riguardo alle linee direttrici che devono ispirare l'attività dell'associazione ex-allievi: queste sono in definitiva le medesime che sono alla base della Casa di Carità, cioè una proposta formativa, e perciò di vita, attraverso una concezione cristiana del lavoro.
É un messaggio che scaturisce da Cristo Gesù, e deve condurre a Lui.
Si tratta di valutare come le attività di un'associazione ex-allievi, sia di carattere di aggiornamento della professionalità, che culturali e ricreative, possano farsi confluire in questo orientamento.
La riunione si è conclusa con la S. Messa, celebrata da don Gino Michieli, già nostro insegnante, e la celebrazione è avvenuta all'aperto, cioè in quella meravigliosa cattedrale che è il colle su cui sorge La Sorgente, come risulta dalle fotografie.
La S. Messa conclude la riunione degli ex-allievi