In memoriam

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Gaetano G. Di Sales

9 - 11 - 1898 / 4 - 10 - 1989

Catechista Associato dell'Unione del SS. Crocifisso e di Maria S.S. Immacolata morto a Torino il 4 ottobre all'età di 91 anni.

Dopo una lunga vita ricca di attività e dedizione apostolica, specialmente rivolta alla diffusione della Devozione alla Santissima Vergine, si è spento il Catechista Gaetano di Sales entrato a far parte dell'Unione il 2 gennaio 1948.

Conobbe il Servo di Dio Fratel Teodoreto e gli fu accanto negli ultimi anni della sua vita e nelle ultime ore della sua agonia.

Diede la sua competente collaborazione e si fece propagatore e studioso della Divozione a Gesù Crocifisso che presentò in forma originale e meditata in apposito libretto.

Difficile è riassumere in breve, tutto il vasto campo in cui lavorò pur nelle menomate condizioni fisiche di cecità.

Ricordiamo quanto lui stesso aveva riassunto in una breve presentazione: « Convertito della Medaglia miracolosa, catechista, affiliato all'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

Grande invalido civile di guerra, nell'adempimento di civico dovere ( dicembre 1944 ), cittadino onorario di Boves, la città martire della Resistenza ( 1943-1945 ).

Discepolo del P. Reginaid Garrigou Lagrange O.P., membro onorario della Pontificia Accademia Romana scientifico-letteraria dell'Immacolata e della Accademia Mariana Salesiana.

Laureato dell'Accademia di Francia, membro societario dell'Association des Ecrivains Catholiques, Parigi.

Fu presidente del Comitato esecutivo del Movimento Internazionale « Pro Regalitate Mariae ».

I Catechisti dell'Unione e i Fratelli delle Scuole Cristiane a cui dimostrò sempre particolare affezione tanto da firmarsi sovente con la frase « le tout petit Frère » ne conservano grata e commossa memoria e già lo pensano unito a S. Caterina Labouré di cui scrisse, e ai Servi di Dio Fra Leopoldo e Fratel Teodoreto.

Diamo una sommaria distinta delle sue opere:

Sonrìsa de Navidad, cuentos, ed. "El Debate", Madrid, 1931.

Suor Caterina ( testo italiano e francese ), prefazione del P.R. Guarrigou Lagrange O.P., ed. E.L.M., Roma, 1947.

La Santa del silenzio ( testo italiano, francese, spagnolo ), stesso editore, Roma, 1947.

A Santa do silencio, ed. A.G.I.R., Rio de Janeiro, 1948.

La Vierge au glabe et la Reine de l'univers ( prefazione del P.R. Garrigou Lagrange O.P. ), ed. Centre Marial Canadien, Nicolet, Qué., 1951.

Die Heilige des Schweigens una die Kónigin des Weltalls ( trad. Maria Anelila von Gebsattel ), St. Grignionhaus Verlag, Altòtting, 1954.

Pagine d'un romanzo vero, ed. "Milizia Mariana", Bologna, 1956.

Rescontre emé Marius Jouveaux, ed. Fé, Ais de Prouvènco, 1959.

Pèider Lansel, Pifanie dal Talar., Gemona ( Udine ), 1964.

Zwischen uns keine Berge, Luxemburger Wort, Lussemburgo, 1964.

Un chabret que chama: Germaine Waton deFerry, Société d'Etudes des Hautes-Alpes, 1964.

L'Abbé Jean-Baptiste Cerlogne, le Mistral Valdótain, ed. Langue et Littérature d'Oc, Parigi, 1964.

Omaggio a Petrarca, per dieci etnie frontierasche, ed. S.A.S.T.E., Cuneo, 1965, premio internazionale "Amitiés Latines", da "La France Latine", Parigi 1965.

L'autre bout de la me du Bac, Imprimerie Valdótaine, Aosta, 1968, premio letterario Montyon dell'Accademia di Francia, 1969.

Quando Torino aveva il suo Doppio Quintetto, ed. Musicaibrandé, Torino, 1970.

C'è un verde e un'ombra, versi 1923-1973, ed. Antenore, Padova.

Origini della "Divozione al Crocifisso", ed. S.A.N., Torino, 1978.

Témoignage Marial, For worid peace in Christ, S.A.N., Torino, 1985.

Fratel Albino Giuseppe Re

delle Scuole Cristiane morto a Torino il 27 luglio 1989 all'età di 77 anni.

Religioso profondamente convinto e apostolo della gioventù in completa ricca dedizione.

Visse in costante unione con Dio attingendone una tersa limpidezza di spirito che trasfondeva in quanti lo avvicinavano.

Fuse alla perfezione i più alti valori umani e soprannaturali. Insegnò con la parola e più con l'esempio, diventando luminoso punto di riferimento e lasciando un rimpianto temperato e soverchiato dalla venerazione affettuosa.

Ebbe sempre una grande devozione alla Santissima Vergine e a Gesù Crocifisso e ogni giorno rinnovava la sua Adorazione alle Piaghe di Gesù, memore e fedele affezionato amico del Servo di Dio Fratel Teodoreto che seguì e accompagnò.

La preghiera di suffragio si fa serena nel ricordo della sua grande amabilità.

Fratel Achille Giovanni Bardotti

Delle Scuole Cristiane prof. dr. Giovanni Bardotti

* 18 - 9 - 1913 in Mandello Vitta ( No )

+ 18 - 9 - 1989 in Torino.

Uomo buono e sensibile, gioviale riservato, benvoluto dagli alunni per il suo carattere umano sotto una scorza un po' burbera, ma sinceramente simpatico.

Religioso fedele alla vocazione lasalliana, solido di convinzioni, semplice, fraterno.

Visse parecchi anni accanto al Servo di Dio Fratel Teodoreto di cui conservò profonda venerazione.

Fratel Elisio Severino Maritano

Delle Scuole Cristiane morto a Torino il 28 ottobre 1989 di 87 anni.

Il solo ricordarne il nome "Fratel Elisio" suscita nell'animo un sentimento di serenità, di affetto, di spirito religioso.

Anima elettissima educatore di delicatezza signorile, professore colto e scrupoloso, superiore prudente e buono, ebbe la fedeltà degli eroi, l'ardore divino rivelatore di uno spirito unito a Dio, la carità premurosa degli umili.

Vive nel ricordo riconoscente di quanti lo incontrarono nel suo ministero o nel suo lungo indugiare in Cappella a conversare con Dio o a lodare la Vergine Santissima di cui era profondamente devoto.

Con tutti, senza distinzione, condivise i suoi tesori di bontà.

Nel suo incontro con il Servo di Dio Fratel Teodoreto protrattosi lunghi anni, manifestò sempre la sua venerazione e la sua ammirazione per i suoi esempi di virtù e di nascondimento: ne accolse l'eredità spirituale della Adorazione a Gesù Crocifisso a cui fu fedele e ne sostenne e incoraggiò l'eredità apostolica della Unione Catechisti.

Dal cielo ci ottenga di imitarlo e di raggiungerlo, per rivedere il suo disteso accogliente sorriso.

Dr. Natale Luetto

Catechista Associato

* 25 - 12 - 1899 a Torino

+ 11 - 8 - 1988 a Buenos Ayres

Quando il Servo di Dio Fr. Teodoreto, ormai convinto da vari segni che l'opera da lui ideata ( l'unione dei catechisti ) era voluta da Dio, egli era Direttore della comunità della scuola di S. Pelagia e quindi aveva le mani libere e poteva entrare nella classi e dare ordini e istruzioni secondo le necessità.

Approfittando di questa provvidenziale circostanza ( come narra lui stesso ) egli scelse in ogni classe un gruppetto dei migliori allievi, migliori non soltanto dal punto di vista morale, ma, secondo la mentalità dei Fratelli, anche da quello del profitto negli studi.

« Dai frutti si riconosce l'albero » diceva Gesù.

Ne venne fuori una quarantina di ragazzetti ( il fìor fiore della scolaresca, dunque ) che il Servo di Dio adunava ogni settimana al Sabato sera dopo le ore 21.

In quel tempo era normale uscire dopo cena per una passeggiatina ( assai utile per una buona digestione e un buon riposo notturno ).

Una porticina in via delle Resine, 18 dava adito direttamente ad una classe della ROMI, cosicché i ragazzi potevano entrare direttamente, dove si faceva l'adunanza, senza disturbare la comunità.

E anche questa era una circostanza provvidenziale.

Il Fr. Teodoreto accendeva la luce nella classe delle adunanze, apriva la porticina e poi andava in cappella con i Frattelli a fare le preghiere della sera.

Alle 20,30 la classe era già piena di ragazzi, ma non c'era alcun pericolo di monellerie: tutti bene educati, chiacchieravano fra di loro con rispetto e con allegria e molto piacere, in attesa che arrivasse "il Sig. Direttore".

Allorché questi arrivava salutava tutti, stringendo la mano uno ad uno ( nessuno avrebbe rinunciato a quella stretta di mano ) e poi si recitava la Divozione a Gesù Crocifisso, inginocchiati sugli sgabelli ( quanto erano duri! ).

Dopo la preghiera uno degli astanti leggeva l'epistola della domenica veniente che poi il Fr. Teodoreto commentava.

Era un commento semplice, un discorso famigliare, ma i ragazzi venivano proprio per sentir questo.

Nessun prete mi aveva mai toccante il fondo dell'anima come il Fr. Teodoreto con quei commenti.

Si sentiva che egli comunicava la sua esperienza spirituale.

Non mi meraviglio che alcuni di quei giovani ( fra cui il sottoscritto ) si siano sentiti legati per sempre al Fr. Teodoreto e che anche quelli chiamati nel mondo a compiti più secolari gli siano stati sempre uniti spiritualmente, come il Dr. Luetto.

Io frequentavo allora le scuole pubbliche, dove in assenza degli insegnanti in classe si faceva baraonda ed era un miracolo se non si rompevano i vetri.

Perciò rimasi sbalordito nel trovare in via delle Rosine un gruppo di ragazzi così educati, che chiacchieravano allegramente fra di loro senza il minimo disordine.

Anzi alcuni si affrettarono a venirmi salutare con gentilezza ( fra cui ricordo bene il carissimo Cesone, Serra, Ughetto, ecc. )

Fra questi bravi ragazzi ce n'erano due che spiccavano per una superiorità naturale di carattere o di formazione scolastica, ed erano Natale Luetto e demento Morando.

E difatti Morando divenne molto presto l'Amministratore Delegato della Società « Unica » in cui si era impiegato dopo gli studi e Luetto ebbe il medesimo successo alla Martini e Rossi, dove praticamente fu per tutta la vita la massima autorità, sia per l'Italia che per l'Argentina.

Entrambi sparirono dalle riunioni dei catechisti a motivo degli impegni professionali, ma mentre Morando non diede più notizie di sé, Luetto continuò a tenersi in contatto con l'Unione e riceveva cordialmente se qualcuno dei catechisti andava a trovarlo in ufficio.

Il ricordo del Fr. Teodoreto gli fu sempre caro, e l'Unione Catechisti lo considerò sempre un suo Catechista associato.

Recentemente, all'età di 90 anni il Signore lo chiamò al premio.

La sua indiscussa rettitudine e l'apporto sul lavoro di una rara competenza professionale rimangono un esemplare purtroppo non così diffuso come si vorrebbe.

Se tutti gli uomini chiamati a coprire posizioni direttive nella società, in qualunque genere di società, avessero le doti di onestà e di capacità professionale del suo livello, la famiglia umana avrebbe raggiunto un livello finora mai conosciuto.

C.T.

Jolanda Savoini, ved. Zuccon

La defunta, tornata alla casa del paese il 5 novembre 1989, è la mamma della sig.ra Elena Gay Zuccon, del Gruppo Famiglia.

È spirata all'età di 86 anni, essendo nata il 31 gennaio 1903.

Alla signora Elena, ai nipoti e ai familiari tutti che ne hanno circondato la scomparsa con il loro affetto, le più sentite condoglianze.

Reina Giovannina ved. Apolito

Conosciamo la defunta, deceduta il 4 novembre 1989, perché è la suocera del catechista associato Angelo Uzzo.

È spirata dopo una lunga e dolorosa malattia, sopportata con cristiana rassegnazione, all'età di quasi ottanta anni, essendo nata il 15 gennaio 1910.

Alla figlia, sig.ra Rosa Apolito in Uzzo, al genero e ai nipoti, che l'hanno circondata di premurose cure, le più sentite condoglianze.

Ing. Eugenio Gallina

Eugenio Gallina è mancato il 9 luglio 1989 in Pianezza, all'età di 84 anni, essendo nato il 14/02/1905 a Pieve del Cairo ( Pavia ).

Professava una profonda stima per l'Unione Catechisti, ed era saldamente inserito nelle nostre opere, prima verso la Casa di Carità come genitore, essendo questa frequentata dal figlio Cenzo negli anni cinquanta, successivamente come membro attivo del gruppo famiglia, alle cui attività intervenne ininterrottamente, con partecipazione responsabile, sin quando non si trasferì a Passignano.

Tornato in Piemonte, e ormai avanzato negli anni e malfermo in salute, continuò tuttavia ad essere presente ogni qualvolta trovasse chi lo accompagnava.

Dotato di un'intelligenza acuta e vivace, e di una forza interiore potente e indomita, imponeva la sua personalità non solo e, vorrei dire, non tanto per la sua esuberanza e sovente per la sua foga nel dialogo e nella discussione - che a dire il vero aveva momenti trancianti e sconvolgenti - quanto per la profondità, la novità e, sembrerebbe strano a dirsi, talora per la delicatezza delle sue conclusioni. Era comunque un uomo che incideva e lasciava il solco.

Come non ricordare alcuni dei suoi eforismi o delle sue massime?

Così il richiamo, potremmo dire permanente, a Dio creatore o a Dio come « realtà », attraverso argomentazioni razionali, soprattutto mediante la fisica, la sua disciplina prediletta e, con più intenso trasporto, attraverso la Sacra Scrittura, da lui denominata tout court « il Libro? » Parimenti le raccomandazioni a restare fedeli e ben ancorati all'ispirazione fondamentale dell'Unione Catechisti: così, ad esempio, con riguardo ai temi trattati negli incontri per famiglie, era solito dirmi, secondo il suo stile paradossale che i vari argomenti in materia psicologica e pedagogica erano « tutte storie », che però era utile trattare nella misura in cui, nelle conclusioni, « il nostro presidente sapeva farle convergere in Gesù Crocifisso ».

E come non ricordare le sue esortazioni a rifugiarci come bambini nel grembo della Madonna, per farci modellare come S. Bernadette, che era solito definire il capolavoro dell'Immacolata?

Si impegnò con slancio e dedizione per la causa dell'indissolubilità del matrimonio, in occasione del referendum abrogativo del divorzio, profondamente convinto dell'illiceità di questo istituto, per la lesione della giustizia, come affermava lui.

Peraltro conservò una perfetta serenità dopo l'esito negativo della consultazione, in coerenza con il suo carattere avvezzo a resistere a insuccessi e ingiustizie.

Si batté pure contro l'aborto, nonché a favore della scuola cattolica.

Furono quelle le sue ultime battaglie ideali, tra le tante sostenute nella sua vita, tra cui emerge quella della Resistenza, in cui militò in Valdossola.

Legato spiritualmente all'Ordine Domenicano, coltivò sempre gli ideali spirituali e apostolici di San Domenico, congiuntamente alla fraterna amicizia che lo legava a molti padri dell'Ordine.

Negli ultimi anni della sua vita teneva costantemente presente il pensiero della morte, come transito per l'eternità.

Con una di quelle sue immagini magari singolari, ma così incisive, mi confidava di « sentirsi ormai sdoppiato », come a dire che se stava ancora di qua, si sentiva però, proiettato già nell'aldilà.

Disponibile e generoso verso tutti, serbava una certa riservatezza per i suoi affetti familiari, ma non sufficientemente per non manifestarne la profondità e l'intensità, nel premuroso e costante pensiero verso la moglie sig.ra Olga, verso i figli Giannina, Cenzo e Clara, e verso i nipoti, dei quali era teneramente fiero.

Ai familiari ancora le più sentite condoglianze del nostro Istituto.

V.M.

Emilia Bronzino

Quanto sono diversi i giudizi di Dio da quelli degli uomini!

« Molti da primi saranno ultimi e da ultimi primi » ( Mt 19,30; Lc 13,30 ).

Questo apparirà alla fine dei tempi.

Per ora gli uomini devono constatare che vi sono uomini rivestiti d'autorità o possessori di grandi ricchezze che sono moralmente o professionalmente scadenti e uomini di valore che sono nella povertà e in una condizione sociale umile. Non c'è rimedio.

C'è chi nasce intelligente e fornito di ottime qualità in una famiglia povera e c'è chi nasce tardocco in mezzo alle ricchezze.

E c'è chi fa fruttare i talenti ricevuti e c'è chi li sperpera. É storia.

Il merito di ciascuno poi si può dimostrare in qualunque condizione sociale.

Tanto il ricco quanto il povero può dimostrarsi buono o cattivo amministratore.

Il Signore ha riservato a sé il giudizio finale.

Tuttavia fin d'ora anche gli uomini possono dire una parola di lode e di biasimo, pur con tutte le riserve, allorché muore qualcuno, indipendentemente dalle dimostrazioni, che sono sempre sfarzose per i ricchi e modeste per i poveri.

Ebbene, vogliamo dirla una parola di lode incondizionata vogliamo dirla a favore di Emilia Bronzino, tanto più forte quanto più nascosta e sacrificata fu la sua vita terrena.

Solo chi la conobbe può esprimere l'ammirazione per la sua semplice e serena umiltà, la sua fede profonda, la sua dedizione generosa ai doveri che la Provvidenza Divina le veniva indicando.