L'Orazione ispirata alla preghiera di Gesù

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1. Esercizi spirituali 1991

« L'orazione, ispirandoci e partecipando alla preghiera di Gesù, nella nostra condizione di laici e di secolari ».

È questo il tema degli esercizi spirituali dell'Unione Catechisti, svoltisi a Villa Lascaris di Pianezza dal 12 al 15 settembre.

Ad essi sono intervenuti vari componenti dei gruppi famigliari.

Le meditazioni sono state dettate da don Rodolfo Reviglio, vicario distrettuale.

Esponiamo alcune considerazioni tratte dalla predicazione, le quali peraltro non costituiscono una sintesi sistematica delle relazioni, ma sono una semplice spigolatura del ricco materiale di meditazione emerso in quelle dense giornate.

Nonostante l'inorganicità e l'incompletezza dell'esposizione, si spera che i pensieri riportati possano giovare a rivivere il clima spirituale degli esercizi.

2. Alcune modalità della preghiera

Gesù quando prega si rivolge al Padre, e l'anima della sua orazione è lo Spirito Santo.

Così la nostra preghiera va considerata, e soprattutto praticata, avendo riguardo al rapporto di paternità e, correlativamente, di figliolanza del Padre e del Figlio, nell'amore dello Spirito Santo.

Quindi la nostra preghiera deve consistere in un dialogo d'amore.

Gesù stando tra la folla e pregando tra di essa, come al suo battesimo, è intimamente unito al Padre.

Tuttavia in dati momenti Egli si isola, perché la sua preghiera sia più particolare.

Talora la sua preghiera avviene di notte, talaltra al mattino presto, come ad accentuare l'isolamento, o a significare che ogni momento è di Dio.

Gesù, prima di risuscitare Lazzaro, prega e ringrazia il Padre.

Nel formulare il « Padre Nostro », esprime varie domande come argomenti di preghiera.

Gesù, oltre alla preghiera personale, ha accolto e praticato orazioni ripetitive e in formule.

Ispirandoci al suo comportamento, dobbiamo impostare la nostra vita di preghiera, con l'unione permanente a Dio, e altresì con la dedica di momenti specifici, prima delle azioni principali.

Dobbiamo invocare Dio con aspirazioni spontanee, ma anche con la recita di formule.

Facciamo materia di preghiera le varie circostanze della vita, ricavando dall'orazione la motivazione e la preparazione per l'azione, per cui si afferma che la missione nasce dalla contemplazione.

La nostra forza consiste nella preghiera, da cui potremo attingere sicurezza di comportamento e pace interiore.

Esercizi spirituali. Foto di gruppo.

3. La preghiera eucaristica

L'Eucaristia, sacramento del Corpo e del Sangue di Gesù, costituisce una specialissima preghiera di Gesù al Padre, all'atto della sua istituzione nell'ultima cena e nelle celebrazioni eucaristiche, in cui si rinnova il sacrificio della Croce.

La Chiesa ha subito avuto coscienza della realtà eucaristica, come risulta dagli atti degli apostolici, in cui gli elementi basilari della vita della nuova comunità sono l'insegnamento apostolico, la preghiera eucaristica per l'appunto, e la comunione fraterna tra i fedeli.

L'Eucaristia è un rito, e perciò una preghiera, di rendimento di grazia.

Accostarsi all'Eucaristia vuoi dire immedesimarsi con Cristo, e imitarlo nell'elevare questa sublime preghiera, che non consiste solo in moti dell'anima, ma nella stessa presenza oblativa del Verbo incarnato.

L'Eucaristia è un dono dello Spirito Santo, poiché è il rinnovo del sacrificio della croce, al compimento del quale Gesù ci ha donato ( ha emesso ) lo Spirito.

Nell'Eucaristia siamo un solo pane, costituiamo un solo corpo, quindi occorre che dalla sua partecipazione scaturisca una comunione fraterna sempre più viva e più stretta.

Come Cristo si è donato a noi, così anche noi dobbiamo donarci ai fratelli.

Il segno della pace, così come gli altri gesti rituali nel corso della messa, è una delle espressioni di questa comunione, che ci richiama l'esigenza di sentirci riconciliati con tutti.

L'Eucaristia è anche missione, poiché da essa dobbiamo trarre l'impegno di annunciare il Vangelo agli altri.

E la presenza reale di Gesù nel tabernacolo dopo la Messa è continuazione del sacrificio, è attestazione del suo carattere dinamico che non si esaurisce mai, che ci interpella ad un'offerta senza sosta, ispirandoci al martirio oblativo di Cristo.

L'Eucaristia è il grande dono della Chiesa, ed è memoria e realizzazione dell'amore di Gesù al Padre, alla Chiesa, a ciascuno di noi.

Esercizi spirituali. In preghiera durante la S. Messa.

4. La preghiera sacerdotale di Gesù

Gesù prega per il mondo.

Il mondo è salvato per la preghiera di Gesù, preghiera che si eleva sino al sacrificio.

Anche noi fedeli siamo chiamati a questa missione sacerdotale, di trasfigurare le realtà umane, rendendole permeate di carità.

Quando preghiamo in questa prospettiva, ci troviamo anche noi nella situazione che Gesù ha denominato la « mia ora », cioè quella della passione e della risurrezione.

È un'ora di gloria, perché Gesù è risorto.

Ma la gloria attiene anche alla crocifissione e morte.

Quando Gesù dichiara ai soldati che stavano per arrestarlo, che era lui che cercavano, questi cadono a terra, il che è senza dubbio espressione di gloria.

Ma la gloria è essenzialmente tale perché è amore.

La gloria che il Padre e il Figlio si scambiano è lo Spirito Santo.

Beato chi conosce il linguaggio dell'amore, lo riconosce e lo approfondisce in Dio.

L'uomo è creato a immagine di Dio ed è Gesù il modello che Dio si è proposto nella creazione.

È Gesù tutto in tutti, per cui Dio ci ha donato la sua identità.

La preghiera sacerdotale di Gesù abbraccia tutti gli uomini, anche quelli che verranno, e riguarda l'unità dei fedeli e della famiglia umana.

È un'esigenza di carità, cui la Chiesa si ispira nella ricerca di unità e di incontro con i separati ed i lontani, ed alla quale noi dobbiamo costantemente riferirci.

5. Getzemani e crocifissione

Uno dei molteplici insegnamenti che possiamo trarre dalla preghiera di Gesù nel Getzemani, è quello di pregare più intensamente proprio quando siamo distolti dalla preghiera.

Gesù nell'orto è prostrato inginocchio, mentre gli Ebrei pregavano ritti: ciò a significare che assumeva la posizione dello schiavo.

Nel Getzemani Gesù pronuncia il suo sì di accettazione della volontà del Padre.

È uno dei tre assensi fondamentali che Egli ha dato, con quello all'atto dell'annunciazione, per mezzo di Maria, e con quello espresso e consumato sulla croce.

Con riguardo alle parole di Gesù sulla croce, in esse si esprime tutto il mistero di sofferenza, ma soprattutto di amore di Gesù per il Padre e per gli uomini.

Da esse traspare come Gesù, nella sua umanità, si sia sentito abbandonato dal Padre, il che rappresenta una delle prove più atroci.

Egli dona il suo perdono ai crocifissori e in tal modo conferma con il suo operato uno dei punti culminanti del suo insegnamento, appunto il perdono delle offese.

Gesù converte il buon ladrone e gli promette il paradiso.

Il perdono di Dio è un sigillo su una conversione all'amore che è già operante.

Il convertito è una creatura nuova, è un cristificato.

Gesù dalla croce ci dona la sua mamma, sicché viene ad avere compimento la divozione per Maria, che ha tre dimensioni:

a) nel cuore di Giovanni, cioè del fedele;

b) nel cuore di Maria, la quale ama il discepolo con amore materno;

c) soprattutto nel cuore di Gesù, perché è Lui che ha voluto l'affidamento di Maria al discepolo e pertanto la sua maternità verso ogni uomo.

L'esclamazione « ho sete » è preghiera, non solo perché scaturisce dal Figlio di Dio, ma perché esprime la sua irresistibile sete di anime.

Con le ultime parole, Gesù dichiara che il compimento è avvenuto perché la sua morte è la massima donazione, e perciò offerta d'amore.

E questa morte avviene nel filiale e supremo abbandono al Padre, alla cui volontà Egli si è completamente sottomesso.

Il Crocifisso lancia un forte grido, quale suprema preghiera manifestata non a parole, ma a immediata espressione dei moti dell'animo martirizzato, e pur colmo di zelo e di amore.

Così anche il gemito, il grido, le lacrime possono essere genuina e sensibilissima orazione, come d'altra parte è di continuo riportato nei salmi, che sono come l'anticipazione della preghiera di Gesù.

Gesù, morendo, emette lo Spirito, cioè ci dona l'Amore del Padre e del Figlio, il Consolatorc: poco prima ci aveva donato la Madre.

S. Messa del Gruppo famiglia ( in suffragio di Amalia Molteno ).