Necrologi

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Mario Serra

( *19.6.1900 - + 5.10.1992 ) - Funerali

Catechista sin dalla fondazione dell'Unione, ha costituito una testimonianza vivente del nostro istituto, efficace e feconda, anche se discreta e silenziosa.

Ha avuto il privilegio di avere come guida spirituale il ven. fr. Teodoreto, e ne ha tratto il frutto di una perseveranza apostolica durata per tutta la sua lunga vita.

Come catechista associato, si e orientato al matrimonio ed è stato sposo e padre esemplare, con quattro figli.

Nella professione di contabile ha espresso una competenza e una disponibilità non comuni, sempre animato da spirito di fede e di carità.

É stato sempre impegnato nell'apostolato catechistico e nell'assistenza all'oratorio, soprattutto nella sua parrocchia di S. Giuseppe Cafasso, sin dalla fondazione, validissimo aiuto per i parroci che si sono avvicendati, tanto da potersi considerare come un'« istituzione » parrocchiale.

In chiesa guidava abitualmente il Rosario, con voce ferma e sicura anche negli ultimi giorni della sua vita, nonostante l'età.

Era in effetti il punto di riferimento dei giovani e anche degli adulti, che vedevano in lui un modello e un padre sempre disponibile.

Uomo di preghiera, devoto in modo particolare alla Madonna, costante e fedele ai suoi impegni, seno e infaticabile nelle sue attività, rinnovava tutti gli anni, l'8 dicembre, solennità dell'Immacolata, la sua consacrazione di catechista associato.

La sua vita è stata spezzata da un investimento automobilistico, in una sera umida e piovosa, ma la circostanza non va considerata tragica, se pensiamo che ciò è avvenuto proprio davanti a quella chiesa dove in modo speciale guidava i fedeli alla preghiera.

I funerali sono stati un'ovazione per l'ampio afflusso di popolo, per la speciale commozione che si è stabilita e per le toccanti espressioni di riconoscenza espresse dal celebrante nell'omelia.

Dal ciclo il carissimo Mario intercede per i suoi parenti e per la sua Unione, che lo sente presente in spirito e che gli è grata per quanto ci ha dato.

Claudio Signorino

( *13.3.1925 - + 23.7.1992 )

Claudio Signorino è ritornato alla Casa del Padre, dopo una vita dedicata alla famiglia, all'apostolato catechistico e al lavoro.

Chi l'ha conosciuto è stato certamente colpito dal suo affetto e dalla sua dedizione per la moglie e il figlio, verso i quali profondeva le sue doti di mente e di cuore.

Una volta lo trovai a casa tutto intento a costruire per il figlio un complesso impianto per trenini giocattolo, che aveva del meraviglioso, e mi impressionò, più che la sua genialità progettativa, l'affetto paterno con cui contrassegnava la sua opera.

É un piccolo particolare, ma altamente significativo del suo amore per la famiglia.

Catechista associato, si era impegnato in modo particolare nell'apostolato familiare per coppie di sposi, negli incontri organizzati dall'Unione sin dagli anni Sessanta.

Inoltre era insegnante presso la Casa di Carità Arti e Mestieri, cui era pervenuto dopo altre esperienze di lavoro, e a tale opera si dedicò come a una missione, protesa a trasfondere ai giovani non solo la sua competenza tecnica e la sua umanità, ma soprattutto il suo zelo catechistico.

Sperimentò anche la sofferenza per una malattia di cuore che lo condizionò in molte attività, lui che era un temperamento sportivo, appassionato di turismo e di campeggio - ricordo con quanto entusiasmo mi raccontava i viaggi effettuati con la moglie in motocicletta per l'Europa - e lo costrinse anche al ricovero in ospedale, ma egli seppe sopportare le prove dolorose con cristiana rassegnazione.

Lo ricordiamo generoso e sorridente, pronto al servizio, mentre rinnoviamo ai familiari le più sentite condoglianze.

Pietro Valetti

( *16.3.1909 - + 1.8.1992 )

Pietro Valetti, catechista associato, ha caratterizzato la sua vita con un intenso spirito di preghiera e di apostolato, con la dedizione alla famiglia e il serio impegno nell'attività lavorativa.

Apparteneva all'Unione da lunga data, e annualmente era sollecito nel rinnovare la sua consacrazione.

Coniugato, ha nutrito per la sua sposa, sig.ra Italia, un profondo affetto e una nobile devozione.

Rimasto vedovo, sentì dolorosamente il distacco, che però seppe sopportare con cristiana rassegnazione.

Nel lavoro, iniziò come operaio provetto e specializzato, per diventare poi capo servizio in un'agenzia di macchine per ufficio, contrassegnandosi per dedizione e professionalità.

Va segnalata la sua attenzione e apertura a molti temi culturali e scientifici, ai quali si avviò come autodidatta.

La sua attività apostolica è stata multiforme e proficua.

Ha svolto funzioni di insegnante ai corsi festivi della Casa di Carità di via Feletto.

Era inoltre impegnato nella Messa del Povero, particolarmente nella sede di via Cibrario, che frequentò fino alla chiusura.

Uomo di preghiera, molto sensibile e delicato nei sentimenti, ha manifestato in modo particolare il suo zelo nella diffusione dell'Adorazione a Gesù Crocifisso.

Ha lasciato un ottimo ricordo di se nel pensionato in cui risiedeva negli ultimi anni, anche per la testimonianza che scaturiva dal suo spirito di preghiera, incentrato nella Messa e nel Rosario quotidiano, oltre che nell'Adorazione a Gesù Crocifisso.

E stato inoltre generoso benefattore delle opere dell'Unione catechisti.

Siamo certi che dal Cielo è tuttora unito a noi attraverso la sua intercessione.

Pietro Zeglio

( *1.3.1911 - + 24.1.1993 )

Il prof. Pietro Zeglio è stato un insigne medico assai noto in città per la sua competenza professionale, nonché per lo spirito di carità e di apostolato cui si è dedicato con sua moglie.

Ha subito una dura prova nella sua vita, per la morte del figlio in un incidente d'auto, ma egli ha vissuto questo tragico momento in spirito di fede, anzi ha inteso trarne occasione per un rinnovato slancio apostolico, poiché in memoria del figlio ha fondato con la moglie lo STAM ( Servizio Tecnico alle Missioni ), un gruppo costituito da amici e professionisti in vari settori per venire incontro alle necessità dei missionari.

Si è pure dedicato attivamente alla costituzione di gruppi e di incontri di preghiera, in appositi centri.

É stato benefattore dell'Unione catechisti, con particolare riguardo per il Centro di Carità di Asmara, di cui si è sempre interessato personalmente.

Franco Invernizzi

( * 27.4.1992 - + 6.2.1993 )

Sabato 6.2.1993, alle ore 0,10 si è spento in pace a settant'anni Franco Invernizzi, per molti anni collaboratore della Casa di Carità Arti e Mestieri in qualità di traduttore.

Conoscitore esperto di molte lingue, tradusse per l'ufficio studi e per l'Unione moltissimi testi didattici e tecnici,

Sempre schivo, cortese ma ferreo nelle sue convinzioni, è stato per chi lo ha conosciuto un esempio di coerenza e di serietà, di tolleranza e allo stesso tempo di severità metodologica.

Tutta la sua vita privata è stata dedicata alla ricerca linguistica, epistemologica e filosofica e alla riflessione sulla vita umana e sui rapporti tra la natura mortale e l'essere eterno di Dio.

Profondamente credente, ancora recentemente si era dedicato a prolungati studi biblici, quasi inconsciamente preparandosi all'incontro ultimo con il Padre.

Fratel Achille Peiretti

( * 29.6.1935 - + 14.2.1993 )

Abbracciò la vita religiosa come Fratello delle Scuote Cristiane in età matura.

Seppe superare le difficoltà legate alla scelta di vita e manifestò più volte la sua decisione di voler essere religioso consacrato al Signore al servizio dei giovani.

Nei luoghi dove svolse l'attività apostolica, seppe essere colui che parla con l'esempio, consola con lo sguardo comprensivo, irradiando serenità e semplicità di vita.

Così lo ricordano quanti lo hanno avvicinato durante la sua attività di servizio, particolarmente presso la Casa di Carità Arti e Mestieri di Grugliasco.

Gioiva particolarmente nell'insegnarc tecnica del lavoro agli allievi della scuola elementare La Salle di Grugliasco.

Con pazienza seguiva questi suoi piccoli discepoli, entusiasmandoli nell'arte creativa.

Conservava il ricordo dei suoi allievi grandi e piccoli, presentandoli al Signore nella preghiera di questi ultimi anni, in cui la malattia gli impediva di essere in prima linea nel campo apostolico.

Ricordava tutti, immedesimandosi nelle loro problematiche e considerando il tutto con uno sguardo di fede.

L'esperienza apostolica presso la Casa di Carità lo portò a comprendere sempre meglio lo spirito che animò fratel Teodoreto, che prese come modello di silenzio e di vita nascosta.

L'Adorazione alle cinque Piaghe divenne la preghiera in cui si sentiva lui pure parte attiva in unione alla Vittima divina.

Questo suo atteggiamento spirituale lo aiutò a condividere con Gesù Crocifisso la strada dolorosa della croce, fatta di quotidianità di offerta.

Fratel Adriano Pessino

( * 24.12.1922 - + 14.3.1993 )

« Gli occhi quasi spenti degli ultimi tuoi anni, e un po' sofferenti forse da sempre, oggi vedono in pienezza, faccia a faccia, il tuo e nostro Dio!

La più parte di noi non ha imparato da te né nozioni di greco, né di latino, ma la tua lezione è stata un alto insegnamento di vita.

La tua lezione si colloca ad un vertice di testimonianza, sostanziata da una coerenza e da una forza religiosa e morale inarrivabile.

Siamo stati per lunghi anni colti da stupore, quasi da incredulità.

Come ti è stato possibile affrontare alla tua maniera sofferenze e frustranti limitazioni per oltre un decennio? …

Mai sulle tue labbra è affiorato un sentimento di lamento, di impazienza, di amarezza.

Tutto hai saputo riscattare alla luce di una certezza trascendente ».

Abbiamo riportato alcuni stralci dall'omelia tenuta dal superiore provinciale, fr. Felice Proi, durante le esequie, perché evidenziano il momento supremo della prova sostenuta da fr. Adriano e pertanto ne fanno risultare la granitica fede.

Ma i meriti umani e cristiani dell'eletto Fratello riguardano tutta la sua intensa vita di educatore.

Dotato di un'intelligenza e di una cultura non comuni, ha manifestato quanto profonda fosse la sua dedizione per la scuola cattolica nel periodo in cui fu presidente nazionale della FIDAE ( federazione scuole cattoliche ) dal 1979 al 1982, operando sul piano civile per la difesa e lo sviluppo della scuola non statale, nonché su quello più strettamente educativo, per una caratterizzazione di tale scuola sempre più rispondente ai carismi originali e agli insegnamenti del magistero della Chiesa.

In questo periodo si impegnò attivamente, tra l'altro, perché fosse sempre più potenziata la partecipazione delle varie componenti scolastiche, tra cui quella dei genitori attraverso l'AGESC ( associazione genitori scuole cattoliche ).

L'esercizio di tale delicata mansione aveva avuto ovviamente un'intensa preparazione nel servizio prestato nelle scuole cristiane della sua congregazione.

Dopo la preparazione a Grugliasco e a Rivalta, operò come docente a Roma, a Erba, a Piacenza, a Milano nell'Istituto Gonzaga, a Paderno del Grappa.

Quindi ebbe la responsabilità di direttore del Collegio S. Giuseppe in Torino e dell'Istituto Filippin di Paderno del Grappa.

In questa intensa attività, non è mancato un servizio diretto anche per la Casa di Carità Arti e Mestieri, di cui è stato vicepresidente dopo la costituzione dell'associazione fra i Fratelli delle Scuole Cristiane e i Catechisti, ed è questo uno speciale motivo di riconoscenza che esprimiamo al caro fr. Adriano.

Ing. Felice Bardelli

( * 6.9.1905 - + 15.2.1993 )

E tornato alla Casa del Padre l'ing. Felice Bardelli, dopo un'esistenza di testimonianza cristiana, nella dedizione ai suoi familiari e nell'impegno sociale e professionale.

Egli è stato particolarmente vicino all'Unione Catechisti e alla Casa di Carità Arti e Mestieri, soprattutto per aver progettato l'edificio in cui si è realizzata quest'opera ( dopo la prima sede di via Feletto ).

E si è trattato di una costruzione ampia, articolata, rispondente non solo alla funzionalità così complessa di un centro di formazione professionale - in cui le esigenze didattiche vanno commisurate sia alle aule che ai laboratori e alle officine - ma anche, e soprattutto, all'espressione nello spazio dell'idea cardine di una cultura del lavoro incentrata sul Vangelo.

L'ing. Bardelli ha trasfuso in quest'opera la sua alta competenza professionale e le sue profonde doti di mente e di cuore.

E ci ha dato, attraverso l'architettura, la realizzazione della Casa di Carità Arti e Mestieri, la concreta configurazione di quest'opera volta a « salvare le anime, a formare nuove generazioni », secondo il « detto » di Gesù a fra Leopoldo del 24.11.1919.

L'elevatezza del tema e la dignità della finalità dell'opera sono state senza dubbio le motivazioni che hanno guidato l'intelligenza e il sentimento dell'ing. Bardelli nell'esecuzione del progetto, ed il suo lavoro resta tuttora come un inno architettonico alla carità, attraverso le esigenze della scuola e del lavoro, secondo la sensibilità contemporanea.

Noi gliene siamo perennemente grati, anche interpretando la riconoscenza delle migliaia di giovani lavoratori che si sono avvicendati nelle aule e nei laboratori da lui progettati.

Rinnoviamo alla sua famiglia, cui si dedicò come sposo e come padre esemplare, le più sentite condoglianze, con un vivo ricordo nella preghiera.