Le origini dell'Unione

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Opera di perseveranza della scuola cristiana

L'origine dell'Unione occorre ricercarla in rapporto alle crisi prodotte dal secolarismo avanzante nella società agli albori del secolo che sta per finire.

In nome della libertà, si voleva un processo di crescita umana non influenzato da nulla, senza proposte di base se non quella della libertà per la libertà.

Da qui la volontà di combattere la scuola "etichettata", in particolare la scuola cristiana, ritenuta illiberale e oppressiva.

Nel 1904 in Francia la concezione radicale dell'uomo e della società ebbero una grave espressione con le leggi Combes con le quali si soppressero le scuole e le opere educative cattoliche e si costrinsero i religiosi educatori o a secolarizzarsi o a emigrare.

Il germe dell'Opera nel secondo noviziato del ven. fr. Teodoreto a Lembecq Les Alls

Nel 1906 il Fratello Teodoreto, all'età di 35 anni, veniva inviato a frequentare il Secondo Noviziato a Lembecq Les Halls, in Belgio, presso la nuova Casa Generalizia.

Le istruzioni dei Superiori erano particolarmente improntate a orientare i secondi Novizi in ordine al problema della perseveranza degli allievi ed ex allievi delle Scuole Cristiane.

Il Fratello Anacletus, Vice Presidente, parlando ai secondi Novizi, ripeteva un'affermazione del Papa Leone XIII al Superiore Generale Frère Joseph: "Senza le opere di perseveranza, buona parte dei provvidi frutti dell'educazione religiosa impartita nelle scuole primarie rischiano di restare nulli", "Occorre che i frutti conseguiti nelle classi siano sviluppati nelle opere."

L'entità cristiana nella vita sociale

Per comprendere la nascita dell'Unione non basterebbe tuttavia tenere conto delle difficoltà e degli ostacoli che si frapponevano alla esistenza stessa delle scuole cattoliche, occorre pure considerare il fermento di rinnovamento e la volontà di inserimento dei cattolici, in quanto tali, nei vari campi della vita culturale, sociale e politica.

Tra i cattolici cresceva l'esigenza di superare le ipoteche dell'illuminismo e del radicalismo per affermare l'importanza, la necessità di una identità cristiana non solo nella vita individuale, ma nella società, attraverso la cultura e gli ordinamenti di vita e dei rapporti sociali e civili.

Occorreva la riaffermazione di una visione trascendente del mondo, della storia, dell'uomo.

Di fronte alle contraddizioni, alle ambiguità di una mentalità, di una cultura senza fede, senza speranza, senza amore, occorreva riscoprire Cristo salvatore universale.

Occorreva riscoprire la grandezza imperitura dell'uomo nella pienezza etica e spirituale e della sua chiamata all'amore, all'unione con Dio e all'unità in Dio.

Immagine originaria del Crocifisso e dell'anima abbracciata ai suoi piedi, avuta nel 1893 da fra Leopoldo nel Castello di Viale d'Asti

Il progetto di fr. Teodoreto

La scuola cristiana, secondo Fratel Teodoreto, non poteva ,rinunciare a porre il traguardo della santità e il problema della vocazione come ricerca del disegno di Dio per ciascun uomo.

L'imperativo del Signore "siate perfetti com'è perfetto il Padre vostro che è nei cieli" non è solo per i privilegiati, anzi può essere meglio compreso e accettato dai poveri, dagli ultimi, da coloro che non contano.

Il cardinale Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino, il 29 giugno 1949 nel corso degli esercizi spirituali seguiti a Castelnuovo dai Catechisti che formularono le prime consacrazioni perpetue dopo l'approvazione dell'Istituto Secolare dell'Unione Catechisti

Prospettiva di santità

Come dunque aiutare la scuola cristiana, l'educazione cristiana affinché ogni cosa venga considerata nella prospettiva della santità?

L'idea del Fratello Teodoreto è semplice: "in ogni scuola creare un'associazione dei giovani più disponibili per aiutarli a vivere nel mondo una vita intensamente cristiana".

"Una vita intensamente cristiana", "nel mondo"; non è ancora l'idea di quello che sarà un Istituto Secolare, ma ne anticipa un aspetto essenziale, in quanto si riferisce alla santità che deve realizzarsi mediante i rapporti con il mondo, con il diventare dell'umanità, della società.

"Se non ci facciamo santi siamo degli stolti", scriverà in quegli anni il Fratello Teodoreto a un suo nipote diventato anche lui Fratello.

Fratel Teodoreto è convinto che la chiamata alla santità è la suprema giustificazione della vita di ogni uomo.

Il mondo nuovo è nell'uomo nuovo e per opera dell'uomo rinnovato nel mistero pasquale di Cristo.

Un'associazione incentrata in Cristo

L'idea concepita dal Fratello Teodoreto non è quella di un movimento o di una associazione finalizzata a questa o quella attività.

Fratel Teodoreto ha in mente un'associazione di giovani desiderosi di aiutarsi e di essere aiutati a vivere con Cristo, per Cristo ovunque e sempre, nel cuore stesso della vita di tutti, e per questo operanti nell'apostolato catechistico.

Il desiderio di essere di Cristo e di rendergli testimonianza e di annunciarlo nel rapporto con il mondo, nei vari ambienti di vita, di lavoro, dall'interno stesso della realtà mondana e secolare.