Il Sup. e il Cons. Gen.e F. S. C. alla Casa di Carità …

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Avvenimento importante quello vissuto domenica pomeriggio 21 settembre u. sc. nella sede centrale della Casa di Carità Arti e Mestieri di c.so Brin 26, per la visita dei massimi rappresentanti e responsabili della congregazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane a livello mondiale e nazionale.

Il Superiore Generale, fr. John Johnston, ed alcuni consiglieri erano già stati alla Casa di Carità, ma non era ancora avvenuto che venisse il consiglio al completo: segno evidente dell'attenzione e dell'interesse serbato per la nostra Opera.

Il Consiglio Generale e la Conferenza Italiana Visitatori sono stati accolti dal Consiglio di Amministrazione della Casa di Carità nella sala riunioni, con rappresentanze della Direzione, del Personale, degli Allievi e dei Genitori.

Dopo lo scambio di saluti, i Fratelli hanno visitato le aule informatiche, i laboratori di macchine utensili, digitali, multimediali e quelli di taglio e cucito.

Il gruppo si è raccolto in commossa attenzione dinanzi alla tomba del ven. fr. Teodoreto, e nel momento di preghiera in cappella è stata recitata l'Adorazione a Gesù Crocifisso, introdotta da testi di S. G. B. de La Salle.

Riportiamo gli interventi che si sono succeduti, per la ricchezza dei contenuti e l'importanza delle affermazioni, oltre che per completezza di cronaca.

Il Consiglio Generale F.S.C. in visita alla Casa di Carità. In prima fila da sinistra: fr. Raymundo, fr. Gerard, fr. Pierre, fr. John, fr. Dominique, fr. Martin, fr. Mare e fr. Alvaro.

Il gruppo davanti alla tomba di fr. Teodoreto.

Saluto di fr. John Johnston, Superiore Generale

Lassallianità dell'opera

Sono molto contento di avere la possibilità di visitare ancora una volta la vostra Opera.

Il dr. Conti e il dr. Moccia hanno illustrato l'ispirazione lasalliana, le relazioni con i Fratelli delle Scuole Cristiane, presentando la Casa di Carità come un'opera che deriva dal messaggio di S. G. B. de La Salle.

Davvero non è necessario insistere su questo punto, si tratta di un fatto storico, per il tipo dell'opera, per il suo spirito, e soprattutto perché è una realtà.

Questa è la cosa più importante: è una realtà.

Dico questo perché ho visitato questa scuola 4 volte ( solo una ho avuto la possibilità di incontrare gli studenti ) e la mia impressione è che davvero essa sia animata da spirito autenticamente lasalliano.

Sono contento di poter fare questa affermazione e sono altresì compiaciuto che la Casa di Carità abbia dei contatti anche con il distretto di Roma, nonché, tramite fr. Martin Corral, direttamente con lo stesso Consiglio Generale, così come li ha l'Unione Catechisti che ne è stata la realizzatrice.

Mille grazie per la vostra accoglienza, nonché per averci dedicato la domenica pomeriggio.

Saluto del dr. Vito Moccia, presidente della Casa di Carità

Gratitudine e fiducia verso i Fratelli

Signor Superiore Generale, Signori Consiglieri Generali, Fratelli della Conferenza Italiana Visitatori,

1. Riconoscenza per la visita alla Casa di Carità

É con profonda emozione e compiacimento che esprimo a Lei, signor Superiore Generale e ai Suoi collaboratori del Consiglio Generale, nonché ai Fratelli della Conferenza Italiana Visitatori, il benvenuto alla Casa di Carità Arti e Mestieri, anche a nome dei rappresentanti dell'Unione Catechisti e della Provincia di Torino dei F.S.C., soci fondatori della Casa di Carità, nonché dei membri del Consiglio d'Amministrazione, della Direzione Generale e della rappresentanza del personale, degli insegnanti, degli allievi e dei genitori.

E ancora viva in noi l'impressione dei precedenti incontri con Lei sig. Superiore, con particolare riguardo alla Sua visita del 18/2/91, in cui parlò agli allievi che gremivano la cappella.

Ci hanno inoltre visitato fr. Gerard Rummery, e a più riprese fr. Martin Corral Alcalde, a noi molto vicino anche per la sua incombenza di Assessore generale dell'Unione Catechisti.

Di lui in particolare ci piace ricordare la visita del 22, 23 e 24 maggio 1996, in cui tenne varie conferenze, nelle sedi di Torino e di Grugliasco ai direttori, agli insegnanti ed agli allievi, questi ultimi riuniti nel pellegrinaggio annuale al santuario della Consolata.

La visita di tutto il Consiglio Generale e della Conferenza Italiana Visitatori ci commuove profondamente, anche perché ci consente di dichiarare ai massimi organi di rappresentanza e di governo della Congregazione dei F.S.C, nel mondo e in Italia, che la Casa di Carità Arti e Mestieri è un'opera lasalliana.

I Soci e il Consiglio di Amministrazione della Casa di Carità Arti e Mestieri, nell'incontro con i Fratelli Consiglieri.

2. Carattere lasalliano della Casa di Carità

La Casa di Carità è un'opera lasalliana non solo perché:

- è la risultante di un progetto auspicato dai Fratelli sin dal 1919;

- Fr. Teodoreto è stato tra i primi destinatari delle ispirazioni di fra Leopoldo sulla Casa di Carità, ed il primo Comitato della Casa di Carità è stato costituito con l'opera determinante dei Fratelli;

- in concreto la Casa di Carità è stata realizzata dall'Unione Catechisti - Istituto secolare nell'ambito lasalliano - sotto la costante guida di fr. Teodoreto che ne è stato il primo direttore didattico;

- attualmente la forma giuridica della Casa di Carità prevede la partecipazione al 50% della Provincia di Torino dei Fratelli ( l'altro 50% è dell'Unione ).

Ma soprattutto perché è lasalliano il suo carisma, il suo carattere, e la sua impostazione.

Infatti, l'apprendimento e l'elevazione culturale e spirituale dell'allievo avvengono attraverso lo stesso addestramento al lavoro, che da fatto puramente tecnologico, emerge a proposta educativa e catechistica, cioè a formazione.

E questa è un'idea tipicamente lasalliana, lapidariamente sintetizzata dalla stessa denominazione dell'Opera: « Casa di Carità Arti e Mestieri », in cui la tecnologia risulta animata dall'amore di Cristo, e pertanto è strumento educativo.

Le formule « cultura del lavoro » e « lavoro come forma di cultura », che si è soliti applicare alla formazione professionale per illustrarne la sua valenza educante, trovano quindi nella Casa di Carità la perfetta applicazione con riguardo al carattere lasalliano dell'Opera, volta - ripetesi - a formare l'allievo attraverso il conferimento della professionalità, per la sua sistemazione nel lavoro, e pertanto nella società, e per la sua elevazione morale e religiosa.

Oltre a questo elemento fondamentale, vi sono altri aspetti della lasallianità ( gratuità di frequenza, privilegio per i più bisognosi, laicità del corpo insegnanti, radicamento dell'insegnamento nell'amore di Gesù Crocifisso ), che per brevità vengono omessi.

Ma su questi aspetti non mi dilungo anche perché formeranno oggetto dell'intervento del Presidente dell'Unione Catechisti.

Visita ad un'aula CAD.

3. Intensificazione della collaborazione dei Fratelli per la Casa di Carità

A me preme sottolineare come l'attuale sia un momento di particolare attenzione e dedizione dei Fratelli per la Casa di Carità.

In primo luogo con la messa a disposizione di due giovani Fratelli, fr. Enrico e fr. Gianluigi, per l'animazione e l'insegnamento religioso e per l'insegnamento tecnico.

Siamo grati per questo provvedimento della Provincia di Torino, per il concreto aiuto che ne deriva alla Casa di Carità, e per ciò che rappresenta come atto di fiducia nella nostra Opera.

Con gli altri Fratelli già operanti per la Casa di Carità, e precisamente quattro negli organi statutari, di cui uno pure coordinatore della sede di Bassano del Grappa nel Veneto, oltre al fratello Mauro della Provincia di Roma, procuratore per la sede di Olzai in Sardegna, sono sette i Fratelli che operano per la Casa di Carità.

Sotto l'aspetto amministrativo è stata sistemata la questione relativa alla sede di Grugliasco con la concessione novantanovennale dell'immobile alla Casa di Carità, il che consente al nostro Ente di disporne più liberamente, potendo effettuare opere di manutenzione straordinaria con imputazione delle spese nello stato patrimoniale.

Dall'Istituto Arti e Mestieri si è ottenuto in affitto, ad un canone vantaggioso, un'ala dell'immobile da destinare a seconda sede in Torino della Casa di Carità, conseguendosi in tal modo quanto sempre auspicato dal ven. fr. Teodoreto.

Sono allo studio altre collaborazioni, una col Centro giovanile lasalliano di Regalbuto, in Sicilia, l'altra con l'Istituto Pacchiotti di Giaveno in provincia di Torino.

4. Sedi della Casa di Carità

Attualmente le sedi della Casa di Carità sono dieci, che vengono indicate in due gruppi, il primo per i centri di formazione consolidati e di una certa entità, il secondo per quelli di minori dimensioni o comunque in fase di avvio:

Gruppo A

- prima sede di Torino di Corso Brin 26, comprensiva dell'Istituto Magda de' Lazzari ( cucito ),

- sede di Grugliasco ( TO ),

- Oratorio Votivo di Ovada ( AL ),

- ISAP ( Istituto Scolastico di Addestramento Professionale ) di Ivrea ( TO ).

Gruppo B

- seconda sede di Torino in C.so Trapani,

- terza sede di Torino presso la Città dei Ragazzi,

- Istituto S. Giorgio di Novi Ligure ( AL ), presso gli Orionini,

- sede di Bassano del Grappa ( VI ),

- Istituto Mesina di Olzai ( NU ).

Riportiamo a parte il Centro di formazione professionale piemontese che opera in otto mandamenti carcerari, poiché questo ha ancora una sua autonomia amministrativa, ma, per richiesta della Regione Piemonte, sotto l'aspetto didattico esso risulta un'emanazione della nostra proposta formativa, il che è sancito nello statuto di tale centro di formazione.

Si profila peraltro anche in questo caso il pieno assorbimento nella Casa di Carità.

Tali sedi complessivamente sono frequentate da circa 1700-1800 allievi, e il personale collaborante è in totale di circa 250 persone, tra dipendenti e consulenti, di cui oltre 200 docenti.

5. Gratitudine e fiducia da parte della Casa di Carità

Lo sviluppo di questi ultimi anni ci interpella profondamente - siamo passati dalle 2 sedi del 1990 alle 10 attuali - e altre 3 o 4 sono pendenti -, generalmente non su nostra iniziativa, ma perché chiamati o dai Vescovi, o da Congregazioni Religiose, o dai Centri di formazione interessati, o dalle Autorità regionali.

Quattro sedi sono state realizzate per l'opera determinante dei Fratelli, e tra quelle pendenti due sono conseguenti a loro sollecitazioni.

Tutto ciò ci induce ad una profonda umiltà, pur consapevoli della qualificazione professionale ed organizzativa del nostro personale, e segnatamente della Direzione Generale.

Ma la nostra umiltà è riconoscimento di quanto hanno pazientemente e costantemente seminato quelli che ci hanno preceduti, Catechisti, Fratelli e personale: tra i Fratelli defunti mi è d'obbligo fare almeno due nomi, fr. Antonio Lovo e fr. Gustavo Furfaro.

E soprattutto coscienza dell'attualità del messaggio di fr. Teodoreto che ha recepito le sollecitazioni della sua Congregazione sulla formazione dei lavoratori, attenendosi alle ispirazioni del Servo di Dio fra Leopoldo sulla necessità di « salvare le anime e formare nuove generazioni mediante Case di Carità per far imparare ai giovani le Arti e i Mestieri »,1 nella prospettiva di realizzare un'Opera che « Prenderà uno sviluppo da far meravigliare ».2

La prima urgenza è la perseveranza nella formazione dei nostri insegnanti, formazione che ha contraddistinto la Casa di Carità sin dall'origine, e su cui potrà essere più esplicito il Direttore Generale nel suo saluto.

In questa urgenza, condizione indefettibile è il sostegno dei Fratelli delle Scuole Cristiane, e perciò siamo profondamente riconoscenti di questo incontro con Lei, signor Superiore Generale, e con Loro, signori Consiglieri Generali, e Fratelli della Conferenza Italiana Visitatori, per l'appoggio che ci hanno dato e continueranno a prestarci perché si attui pienamente quanto auspicato dal ven. fr. Teodoreto poco prima del suo trapasso alla vita eterna, che « la Casa di Carità sia un'Opera anche dei Fratelli ».

Dall'intervento di fr. Gabriele, visitatore del Distretto di Torino.

Gratuità e missione condivisa, aspetti della Lasallianità nella Casa di Carità

Mi preme di esprimere molto velocemente la caratteristica della lasallianità, ossia perché quest'Opera è veramente lasalliana ( e il Presidente si è soffermato su questo concetto ).

Per i motivi che ha espresso lui e anche per altri.

Uno di questi è il fatto che i giovani in difficoltà possono accedere a questa educazione cristiana e formazione umana profonda, senza doverla pagare.

Quindi è aperta a tutti.

Era così all'origine della scuola dei Fratelli.

Adesso noi non possiamo in tanti istituti, tipo licei, operare in tal modo.

Ma in questa realtà, nel campo professionale, proprio perché ci sono sovvenzioni da cui attingere, la lasallianità è rispecchiata in pieno ed è quella della gratuità.

Questa casa da educazione in forma gratuita.

Certo con la dedizione degli uomini che avete qui davanti, e che per anni si sono prodigati, e altri che si stanno prodigando.

Ma c'è un altro motivo che mi fa esprimere forte la lasallianità di questa istituzione ed è quello a cui noi Fratelli arriviamo, diciamo con umiltà, un po' a rimorchio, in un certo senso.

Noi stiamo cercando adesso di coinvolgere i laici, di demandare delle responsabilità grosse.

Voi questo da sempre lo avete fatto e avete degli uomini che operano qui dentro con una dedizione che lascia ammirati noi religiosi: ve li siete coltivati, ve li siete formati nel tempo e avete avuto il coraggio di demandare grosse corresponsabilità nella conduzione.

E anche questo è qualcosa che entra nel nostro filone, nel nostro carisma riscoperto, se volete, nella missione condivisa, e che voi avete realizzato in pieno.

E guardate che stranezza, siamo noi che vi ringraziamo di quest'esempio, perché ringraziamo la dedizione di tanti uomini.

Anche questi sono elementi di lasallianità.

Intervento del dr. Domenico Conti, presidente generale dell'Unione Catechisti.

La Casa di Carità nel messaggio del Ven. Fr. Teodoreto

Carissimo Superiore Generale, Carissimi Consiglieri Generali dell'Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, Carissimi Fratelli della Conferenza Italiana Visitatori,

1. Fraterno benvenuto

A nome di tutti i membri dell'Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, sono lieto di porgervi anch'io un fraterno benvenuto qui nella sede principale della Casa di Carità Arti e Mestieri dove sono sepolte le spoglie mortali del nostro Fondatore, il Venerabile Fr. Teodoreto, ispiratore e sostenitore convinto di quest'opera.

Un benvenuto di grande stima per chi e per che cosa rappresentate, per i compiti che assolvete con tanta dedizione e umiltà, per la gioia che ci date per aver voluto essere qui tra noi proprio nell'opera che da ben settantadue anni vede l'Unione di Torino tutta impegnata.

Dal 1971 la Casa di Carità è un ente morale, un'associazione di cui ne sono soci fondatori Fratelli e Catechisti, con il particolare impegno statutario di garantire l'indirizzo educativo-formativo dell'opera secondo il messaggio di Fr. Teodoreto e di Fra Leopoldo.

2. La proposta formativa

La funzione di indirizzo è stata in particolare assolta con l'elaborazione e l'approvazione di una proposta formativa, concepita nel suo nucleo primordiale nel 1978, in occasione del varo della prima legge nazionale sulla formazione professionale, come materia trasferita e delegata alle Regioni, legge nazionale a cui peraltro anche la Casa di Carità ha collaborato.

La proposta formativa è stata compiutamente stesa nel 1982 dopo l'esperienza fatta con la partecipazione, a livello nazionale, alla redazione delle prime guide curricolari di formazione professionale, programmate per costruire il nuovo sistema di formazione professionale articolato su piano regionale.

La stesura della proposta formativa è avvenuta nel momento in cui ferveva ovunque la contestazione, anche violenta, e l'analisi della società e dei problemi del lavoro era condotta da diverse parti e in diversi ambienti secondo i principi del materialismo storico.

Ed è a questa proposta formativa, tuttora vigente, che intendo riferirmi nel mio intervento.

Prima una premessa intesa ad illustrare brevemente il significato spirituale ed educativo del titolo « Casa di Carità Arti e Mestieri », ritenuto come programmatico in quanto definitorio di un'identità educativo-formativa cristiana.

Dopo vi si afferma la caratteristica squisitamente lasalliana dell'opera sotto il profilo storico.

Detta proposta formativa non si limita a riaffermare principi astratti, ma comprende finalità e obiettivi perseguibili e in qualche modo verificabili circa il loro perseguimento, come è esigenza degli intendimenti educativi del de La Salle.

Obiettivi intesi a superare le difficoltà di crescita e di sviluppo personale e sociale connesse non solo con le condizioni di povertà, ma anche con quelle, sempre più pericolose, che producono l'emarginazione, dovuta all'inadeguatezza dell'informazione e alla personale difficoltà di organizzare l'informazione, di valutarla ed eventualmente di concorrere ad arricchirla.

Una proposta formativa caratterizzata altresì da un'acquisizione di capacità di inserimento dinamico nei processi produttivi di beni e di servizi.

Compito questo che oggi si trova di fronte a richieste di mobilità del lavoro e di flessibilità professionale non certamente facili da considerare e da soddisfare su di un piano formativo ed educativo.

Si rischia infatti, in materia di formazione professionale, di rimanere a livello addestrativo, sia pure di qualità.

Inserimento dinamico non solo nei processi formativi, ma nella società, nei suoi sviluppi nazionali, comunitari, internazionali e nella comunità ecclesiale.

3. La professionalità

Altra scelta fatta è stata quella di considerare la professionalità come lavoro consapevole delle sue implicanze e connessioni politiche, sociali, economiche, tecnologico-organizzative, culturali, etico-religiose, spirituali.

Professionalità del lavoro per la professionalità della vita.

Inoltre è stata scelta l'acquisizione e lo sviluppo di una capacità personale di rapporti, di collegamenti, di comprensioni necessari per vincere la dispersione e acquisire un'identità profonda di fronte alla molteplicità delle proposte coinvolgenti, peraltro da intendersi vocazionalmente per aiutare il farsi dell'essere soggetto di lavoro produttivo e di vita.

Formazione ed educazione professionale in tempi in cui, a quanto pare, istanze etiche e di valorizzazione delle risorse umane mediante la formazione, che deve farsi permanente e continua, stanno interessando anche i processi produttivi di beni e di servizi e la loro organizzazione.

Istanze etiche e di valorizzazione delle risorse umane che richiedono alle iniziative formative ed educative un diverso modo di porsi rispetto alle aziende, un diverso modo, un diverso tempo, una diversa prospettiva nei rapporti con i pubblici poteri, con i sindacati, con giovani, con i lavoratori, con la vita.

4. Impostazione cristocentrica

La proposta formativa, nella sostanza, ritiene che il fondamento di ogni cosa, Colui alla luce del quale procedere, è Cristo nel suo mistero d'amore, di vita e di grazia.

Mistero di Cristo, penetrato attraverso il suo mistero pasquale, attraverso il Vangelo eterno delle sue piaghe sanguinanti e gloriose.

Mistero di Cristo, cioè mistero di Colui che è stato dato al mondo dal Padre perché avessimo vita.

Mistero di Colui che, dall'alto della croce e nella gloria della sua resurrezione, attira a sé tutti gli uomini, tutte le cose.

Gesù, il Crocifisso Risorto, da cui prende senso compiuto e definitivo ogni persona e ogni cosa e dal quale si fa espressione di solidarietà e di amore e realtà di salvezza ogni atto dell'uomo.

5. Insegnamenti di S. G.B. de La Salle

Come non ricordare, a questo punto, almeno alcuni degli insegnamenti di San Giovanni Battista de La Salle, tenuti sempre presenti nella composizione della proposta formativa.

« Fate in modo che i vostri giovani pensino spesso a Gesù, il loro buono e unico maestro, che parlino spesso di Gesù, che non aspirino che a Gesù, che non respirino che per Gesù » ( M. 102,2 ).

« Nella vostra missione dovete unire lo zelo per il bene della Chiesa e per quello della Società della quale i vostri allievi cominciano ad essere membri » ( M. 102,2 ).

« Insegnate ai vostri giovani ad unire le loro azioni a quelle di Cristo ».

« Adorate le cinque piaghe di Gesù Cristo, nostro Signore, pensate che Egli le ha volute conservare nel suo corpo come segni gloriosi della sua vittoria sull'inferno e sul peccato, da cui ha salvato gli uomini con le sue sofferenze e la sua morte ».

6. « Detti » di fra Leopoldo M. Musso

E con San Giovanni Battista de La Salle, come non ricordare il messaggio trasmesso dal Crocifisso tramite Fra Leopoldo e il Venerabile Fr. Teodoreto?

« Per salvare le anime, per formare nuove generazioni, si devono aprire Case di Carità per fare imparare ai giovani arti e mestieri » ( Diario, 24-11-1919 ).

« Tutto l'andamento delle Case che si edificheranno splenda cristianamente e cattolicamente » ( Diario, 27-12-1919 ).

« Non voglio un'opera umana voglio un'opera divina e un andamento, nella Casa di Carità secondo il mio cuore » ( Diario, 10-3-1921 ).

7. Collaborazione dei Fratelli con i Catechisti

Carissimo Superiore Generale, carissimi Consiglieri Generali e Visitatori, un'ultima considerazione.

Lo sviluppo raggiunto dalla Casa di Carità Arti e Mestieri, nonostante le enormi difficoltà incontrate, a cominciare da quelle economiche, le indicazioni che l'esperienza dell'opera offre, le prospettive che lo stesso fenomeno della formazione professionale indica nel quadro della lotta contro la fame e la povertà, la disoccupazione specie giovanile e il pericolo di una rapida obsolescenza professionale di chi lavora, le minacce di alienazione derivate da uno sviluppo fattosi sempre più incomprensibile, il bisogno che nella società si operi sempre più in termini di valorizzazione di risorse umane e di concreto rispetto della dignità della persona umana la necessità che si affermi la solidarietà, indicano il carattere davvero provvidenziale del messaggio rivolto al mondo lasalliano tramite Fra Leopoldo e Fr. Teodoreto.

Di qui l'augurio e la preghiera di poter continuare insieme, Fratelli e Catechisti, a sondare la ricchezza che tale messaggio contiene, cogliendo sempre meglio il disegno di Dio nel collegare l'Adorazione a Gesù Crocifisso, l'Unione Catechisti, la Casa di Carità Arti e Mestieri e i Fratelli delle Scuole Cristiane.

Per intanto grazie per la vostra venuta di oggi, grazie per l'incoraggiamento che offrite a tutti noi, grazie per quanto avete già fatto e per quanto vorrete ancora fare per rendere concrete le raccomandazioni del 42° Capitolo Generale a favore dell'Unione, a cominciare dalla nomina del Fr. Martin Corral, qui presente, come Assessore Generale dell'Unione.

Grazie, infine, per averci interpellati per la stesura dell'importante documento sulla Missione Condivisa, che considera l'Unione Catechisti come membro della Famiglia lasalliana.

Viva Gesù nei nostri cuori. Sempre!

Intervento di fr. Felice Proi, v. presidente della Casa di Carità.

Alcuni cenni di memoria: la presenza dei Fratelli nell'Unione Catechisti e nella Casa di Carità

Non è piacevole, ma è doveroso iniziare con la considerazione di alcuni peccati di omissione.

Tante volte è risuonata da vari Fratelli di altri distretti, e anche non Fratelli, la domanda: « Quanto è stata l'accoglienza sostanziale della eredità spirituale di fratel Teodoreto da parte del Distretto di Torino? »

É un interrogativo che in questa occasione preferisco lasciare senza risposta.

Però questa risposta è stata data, e in modo esemplare, da due Fratelli, in modi diversi ma fortemente significativi:

- Fratel Gustavo Furfaro: fece della sua vita una continuazione di fr. Teodoreto sul versante dell'Unione quale Istituto Secolare.

- Fratel Antonio Lovo: sposò la causa della Casa di Carità con totale dedizione.

Fratel Gustavo

È stato memoria vivente di fr. Teodoreto riproducendo in sé le orme del Fondatore.

Ha reso in fedeltà le dimensioni della totale Consacrazione a Dio in comunione fraterna e con l'amore preferenziale ai poveri.

A loro riservò un'attenzione sempre premurosa.

La « Messa del Povero » per quasi una vita lo ha visto prodigarsi al di là dei disagi e della sua precaria salute.

E soprattutto per 33 anni Assessore della Unione.

La sua è stata una Testimonianza senza parole.

Forse avrebbe dovuto spenderne, di parole, di più per noi Fratelli, per dissipare perplessità e soprattutto accompagnarci in una comprensione più profonda di quanto è stato il carisma che fratel Teodoreto ci ha consegnato in eredità spirituale.

Inoltre va ricordato quanto si è prodigato anche per la Casa di Carità: il padiglione di questa sede, costeggiante via Salvini, eretto negli anni 80 e quello altrettanto ampio di Gragliasco, eretto pochi anni fa, sono sorti e finanziati per suo interessamento da parte di Calisto Tanzi della Parmalat, suo ex-allievo di Parma.

Offerto in riconoscenza di quanto questo imprenditore aveva avuto sul piano educativo da Fr. Gustavo.

Fratel Antonio

Un cuore ricco di generosità, di dedizione agli altri con una comprensione impareggiabile.

Ne sono stato spesso testimone.

Fin dai suoi primi anni di apostolato ci siamo accompagnati.

Assieme per 7 anni nella Comunità della Pro Juventute don Gnocchi di Milano con ragazzi portatori di esiti di poliomielite.

Successivamente, per altri anni a Grugliasco, condividemmo la Comunità religiosa e lo stesso impegno educativo nel Centro di Formazione professionale « Casa di Carità Arti e Mestieri » indirizzato a giovani di estrazione popolare della cintura di Torino.

Sì, Fratel Antonio era un uomo di lavoro, che non si risparmiava fatica; questo non solo nelle funzioni inerenti le sue numerose mansioni, ma anche nel supplire le carenze degli altri o dove urgeva una nuova necessità o nei compiti che gli altri rifiutavano perché gravosi o poco gratificanti, peraltro senza lamentare la mole dei suoi impegni.

Questa la testimonianza di uno dei suoi alunni: « Si preparava con puntiglio e con passione, quella passione che traspariva chiara durante le lezioni in classe, consapevole che avremmo poi dovuto affrontare quel mare che si chiama mondo del lavoro.

Sapevamo della meticolosità con cui preparava i programmi e dell'entusiasmo che lo prendeva quando si trattavano gli argomenti tecnici e, non ultima, della pazienza con cui affrontava le turbolenze di noi giovani allievi adolescenti ».

La sua impronta lasciata nella Casa di Carità Arti e Mestieri è viva, e ogni giorno ci ricorda quanto prezioso sia stato il suo lavoro nel mondo della scuola.

Saluto dell'Ing. Bondone, direttore generale.

Il personale come risorsa strategica

Saluto il Superiore e i Consiglieri generali non tanto come Direttore Generale, quanto come appartenente al personale della Casa di Carità.

Credo di poter esprimere i sentimenti del personale: in particolare penso di dire sostanzialmente solo due cose, riallacciandomi a quanto è già stato detto dal presidente Moccia.

Come ho appena detto, parlo come un rappresentante di tutti i collaboratori e i dipendenti perché è la mia storia personale che mi conduce a ciò ( io sono entrato alla Casa di Carità, quasi con i calzoni corti, come insegnante, lo stesso giorno dell'assunzione di fr. Antonio ), è la mia cultura che mi fa essere assieme alle persone che operano qua dentro ed è la mia filosofia di rapporto con tutto il personale.

Credo che questo sia importante perché, come è già stato detto, noi abbiamo una grossa fortuna.

Infatti, il detto già richiamato che per noi diventa obiettivo programmatico: « Per salvare le anime e formare nuove generazioni », rappresenta il coagulo intorno al quale si trovano tutte le persone che operano qua dentro, da quella che ci accoglie al mattino e magari è addetta alle pulizie, agli insegnanti, alle persone della segreteria, a tutti.

Rappresenta un fatto strategico, un obiettivo di riferimento per quello che è il nostro modo di operare in questa realtà così complessivamente in movimento, realtà che noi dobbiamo riuscire a leggere, a interpretare, e rispetto alla quale dobbiamo essere in grado di dare risposte in tempi rapidi.

E allora « Per salvare le anime … » vuoi dire sì occuparsi dei giovani, come ricordava il Presidente, ma anche degli adulti, delle donne « retravaillées », e perché no, degli extracomunitari: vuoi dire particolare attenzione al rapporto con le aziende, importante e impegnativo, ancor più adesso che abbiamo questa rilevante riforma ( è la legge nota come pacchetto Treu ), con la riproposizione dell'apprendistato e del tirocinio prelavorativo.

Ecco, intorno a queste cose la Casa di Carità intesa nelle sue componenti si ritrova, e nel ritrovarsi fa unità, realizza quello che io chiamo « senso di appartenenza all'istituzione ».

E il senso di appartenenza che consente di fare delle operazioni che diversamente sarebbero improponibili, che mi permette di chiedere alle persone di lavorare nella notte della domenica perché il giorno dopo bisogna presentare un progetto, oppure, come quattro anni fa, di chiedere a tutti gli insegnanti due ore di volontariato alla settimana che hanno rappresentato 8.000 ore di attività ( per intenderci 400 milioni ) che i dipendenti della Casa di Carità hanno fornito gratis, perché in quel momento era strategico fare attività che non erano finanziate, che la Regione Piemonte non ci consentiva.

Ecco, io sono fiero di essere considerato non tanto il direttore generale, ma una di queste persone.

E questa era la prima cosa, la seconda è riproporre e sottolineare con forza ciò che già è stato detto dal presidente.

Il personale è una risorsa, è per noi una risorsa strategica: il futuro, l'andare avanti della Casa di Carità passa attraverso le persone che vanno in aula, che si dedicano agli allievi, che sono capaci di progettare cose nuove, iniziative, percorsi di formazione professionale, che hanno il gusto di rinnovarsi e reinventarsi ogni giorno, nella fedeltà convinta all'Opera.

Diventa quindi importantissimo il discorso dell'aggiornamento, che per noi più anziani diventa formazione continua, e formazione iniziale per i giovani che entrano per la prima volta a far parte della Casa di Carità.

Si tratta di rilevanti iniziative volte a comprendere cosa è la Casa di Carità, chi siamo, come ci comportiamo, come operiamo, qual'è l'organizzazione, quali obiettivi ci proponiamo, ci sono iniziative di ordine tecnico-scientifico volte a contenere il più possibile il gap, cioè il divario che ci separa dalle aziende, iniziative di aggiornamento metodologico-didattico su tutte le tematiche nuove, dalla multimedialità all'alternanza scuola-lavoro, al discorso sul bilancio delle competenze che è - semplificando - un nuovo modo per definire i profili professionali, ed infine approfondimento della proposta nel senso che il dr. Conti ha testé annunciato.

Questi sono gli aspetti che mi premeva sottolineare.

Concludo ribadendo il mio profondo senso di comunanza con tutto il personale della Casa di Carità e ringrazio per l'attenzione.

Saluto della rappresentante dei genitori, Craziella Ferrarìs.

A nome di tutti i genitori degli allievi delle Case di Carità Arti e Mestieri il grazie più sentito per il Vostro grande impegno professionale, educativo, umano e cristiano.

La società attuale sta attraversando una crisi profonda, poche volte nella storia si è verificato un caso simile, i valori fondamentali sono messi da parte e le nuove generazioni tendono a costruirsi valori fittizi e non formativi per la loro crescita personale e spirituale.

In questa situazione dove tutto traballa, vediamo le scuole private che chiudono o sono in forse.

La Casa di Carità Arti e Mestieri invece si espande ed è richiesta da tante parti, prova della sua grande autenticità nell'essere non solo una struttura professionale nell'istruzione dell'individuo, ma anche nella sua formazione sulla persona.

La nostra grande riconoscenza a Voi tutti per aver portato avanti un'opera ispirata da Dio e attuata dal Venerabile Fratel Teodoreto, dai suoi catechisti, da Voi Fratelli delle Scuole Cristiane, dai validi e paterni insegnanti e istruttori che ripresentano oggi il genio e la santità di S. Giovanni Battista della Salle per il bene dei nostri figli.

Grazie e Viva Gesù nei nostri cuori.

Saluto di un allievo, Donilo Cerboni.

Saluto molto cordialmente a nome dei miei compagni il Superiore Generale e i Fratelli del Consiglio per questa visita.

Noi allievi conosciamo l'Istituto dei Fratelli attraverso l'insegnamento che riceviamo sulla figura e sull'opera di fr. Teodoreto.

Siamo venuti alla Casa di Carità perché è un centro seno, che ci prepara al mondo del lavoro, e si impegna a cercarci un'occupazione alla fine dei corsi.

Molti di noi sono qui perché fratelli o figli di ex allievi.

In conclusione voglio dire che noi alla Casa di Carità ci troviamo bene, e siamo grati anche a Voi Fratelli delle Scuole Cristiane.

Il Superiore Generale dei Fratelli, fr. John Johnston.


1 Cfr. Diario fra Leopoldo 24/11/1919

2 Ibidem 31/1/1920