Casa di Carità Arti e Mestieri

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Pellegrinaggio a San Tommaso

Il 28 gennaio si é svolto il pellegrinaggio annuale alia Chiesa di San Tommaso Apostolo in Torino, al quale hanno partecipato gli allievi dei Centri di Formazione Professionale di Torino e di Grugliasco, accompagnati dai rispettivi insegnanti.

Per tutti questa ricorrenza non é solo un momento di allegria, di incontro festoso al di fuori del contesto scolastico e lavorativo, ma é soprattutto un momento per riflettere sul nostro modo di essere allievi e docenti alla Casa di Carità, secondo quanto richiesto da Gesù.

Infatti, é in questa Chiesa che Fra Leopoldo Musso, in adorazione al Crocifisso, riceveva da Lui il messaggio programmatico della nostra scuola: « Per salvare le anime e formare nuove generazioni si devono aprire Case di Carità, per far imparare ai giovani Arti e Mestieri ».

Durante la celebrazione della Santa Messa don Filippo Raimondi ci ha aiutato a riscoprire la grandezza e l'attualità di queste parole ( le sue riflessioni sono riportate nella prima parte del bollettino a pag. 6 ).

Al termine della celebrazione liturgica i ragazzi hanno potuto visitare e raccogliersi in un ultimo momento di preghiera nella Cappella di Nostra Signora del Sacro Cuore, dove é situata la tomba di Fra Leopoldo.

In ricordo di questa giornata ed in preparazione al giubileo del prossimo anno, é stato distribuito a tutti i partecipanti al pellegrinaggio un segnalibro che, come ha osservato il sacerdote durante l'omelia, ci invita ad affidarci al Padre, con fiducia forte e rassicurante, ma anche ad apprezzare un Dio che sa donarci tenerezza e dolcezza, come una Madre amorosa nei confronti dei suoi figli.

C. B.

Pellegrinaggio degli allievi della Casa di Carità alla Chiesa di S. Tommaso in Torino

Attività dell'Oratorio Votivo, la sede di Ovada della Casa di Carità

Un mondo antico affronta la sfida del 2000

Prospettive per la formazione in agricoltura

Nel pieno di un secolo dominato dalla tecnologia e dalle attività industriali o quasi si stanno proponendo le sfide più impegnative proprio nell'agricoltura, un esempio, fino a ieri, di immutabilità e tradizione.

Le sfide sono per una crescente imprenditorialità e professionalità da parte di tutti coloro che operano in questo campo, giovani soprattutto.

Per far sì che le imprese agricole recuperino redditività soprattutto verso il mercato europeo bisogna fare crescere una nuova generazione di imprenditori agricoli che conoscano la terra, la tecnica e le macchine e sappiano abbinare una corretta gestione economica ad una attenta ed oculata politica di salvaguardia delle risorse ambientali; bisogna quindi trasferire all'agricoltura quel concetto di qualità globale che è stato fino a ieri patrimonio della sola industria.

La Casa di Carità Arti e Mestieri Oratorio Votivo di Ovada, da sempre attenta alle necessità dell'ambiente socio economico circostante di cui l'agricoltura, nelle sua varie forme, è sempre stata una componente fondamentale, propone una risposta globale alle esigenze di imprenditorialità, competenza e qualità che le imprese agricole locali meritano.

La risposta a queste esigenze è iniziata con l'attivazione, nell'autunno scorso, di un corso per disoccupati « Operatore Commerciale di Prodotti agricoli » presso la sede di Novi Ligure e continua con il corso « Elementi di Organizzazione di Impresa agricola » durante il quale docenti selezionati e qualificati tratteranno i temi connessi alla certificazione della qualità per controllare e garantire, in ogni fase del processo produttivo, gli standard qualitativi imposti dal mercato e dalle leggi ( siglato HACCP: Analisi dei rischi e controllo dei punti critici nelle produzione di alimenti ).

I regimi contabili in agricoltura, le nuove regole delle Imposte Dirette ed Indirette, le scritture contabili, i registri obbligatori nonché le disposizioni per il settore vitivinicolo verranno illustrati in modo sintetico ma completo utilizzando anche moderni strumenti informatici.

Consapevoli che nelle moderne imprese agricole oltre a saper fare occorre anche saper vendere e con il giusto profitto, verranno illustrati i concetti fondamentali di marketing strategico ed economico, gli aspetti connessi alla cooperazione ed al marchio di Tutela e promozione del dolcetto d'Ovada ( C.T.Do ).

L'Europa sarà il partner ed il mercato principale per l'agricoltura di molti paesi e con le lezioni sul regolamento PAC ( si parla di contributi europei e di come vi si accede rispettando i protocolli comunitari che regolano le attività agricole ).

Il rispetto della terra, la vera e sola risorsa del futuro, é una componente assolutamente irrinunciabile e le tecniche di lavorazione devono ridurre al minimo l'impatto sull'ambiente per non impoverire il suolo e mantenerlo quindi « risorsa rinnovabile ».

Questi sono i temi trattati nel corso per giovani imprenditori agricoli che si terra in parte in aula ed in parte sul terreno « vero » di una grande azienda agricola, quella dei « fratelli Facchino » di Rocca Grimalda, per sperimentare e vedere dal vivo i risultati di una efficiente organizzazione.

Questi temi e questa impostazione sono stati particolarmente graditi dai giovani della nostra zona che hanno risposto con un entusiasmo assolutamente non preventivato alla proposta della Casa di Carità Arti e Mestieri.

Un numero di adesioni nettamente maggiore delle disponibilità di posti preventivata é la migliore prova che la strada intrapresa dalla Casa di Carità Arti e Mestieri consentirà di vincere la sfida, tanto più che l'obiettivo da questa prospettato é quello di valorizzare i contenuti culturali dell'iniziativa alla luce della sua proposta formativa.

Si pensi al profondo significato biblico che rappresenta la lavorazione della terra: é con questa espressione che nella Genesi viene indicata la missione affidata da Dio all'uomo di lavorare.

Trovano una collocazione agricola molte delle parabole raccontate da Gesù per annunciare il Regno.

E sulla « terra » che Egli viene immolato in croce per attirare tutti a sé.

Marisa Mazzarello

Sede dell'Oratorio Votivo ad Ovada e sua sezione operativa a Rocca Grimalda ( a destra )

« Promozione della persona e sviluppo del lavoro »

1° Simposio Nazionale Qualità della formazione

Si é svolto venerdì 5 Marzo, organizzato dalla Casa di Carità Arti e Mestieri presso il Museo Nazionale dell'Automobile, il 1° Simposio Nazionale - Qualità della Formazione: « Promozione della persona e sviluppo del lavoro ».

Occasione per la realizzazione di questa iniziativa é stata la recente certificazione del sistema qualità secondo gli standard ISO 9001, effettuata nel mese di ottobre dall'organismo francese di certificazione AFAQ ( Association Francaise pour l'Assurance de Qualité ).

Ma se questo é il motivo per il quale é stato organizzato il simposio, con la sua impostazione tematica si é voluto aprire un dialogo sulla primaria importanza sociale e culturale della formazione professionale, in un momento in cui non sembra chiaro quale sarà il suo ruolo futuro.

Vivo l'interesse dei numerosi partecipanti al simposio ( oltre 300 ) che proponeva una serie di riflessioni, trattate da addetti ai lavori ed esperti della formazione, su un tema di forte attualità: l'adozione di sistemi di qualità nelle strutture formative.

Efficace é risultata anche l'impostazione della giornata di studio che ha proposto prima un analisi tecnico/metodologico/culturale e quindi una serie di interventi volti ad evidenziare le logiche applicative e gli effetti connessi all'implementazione di un sistema qualità nella formazione.

Qualità, strumento técnico per favorire la realizzazione e la valorizzazione della persona attraverso la sua formazione, é stato il filo conduttore che ha animato l'intervento dei relatori.

Nel suo intervento di apertura del Simposio, Vito Moccia, presidente della Casa di Carità, salutando e ringraziando gli intervenuti, ha ricordato come, Catechisti e Fratelli abbiano ricercato azioni formative di qualià fin dalle origini dell'Opera.

Azioni di integrazione e animazione manuale con piene cognizioni tecnologiche, di pianificazione dell'azione formativa, di valutazione con criteri oggettivi, di utilizzo di attrezzature e tecnologie avanzate, di integrazione e collaborazione con le imprese, mai disgiunte pero dalla missione di elevazione umana e cristiana dei partecipanti ai corsi.

Tradizione che ha permesso il raggiungimento dell'obiettivo di formalizzazione e certificazione di un sistema di qualità, quale punto di partenza per una sempre maggiore qualificazione ed umanizzazione della formazione professionale, nell'ottica di continuo riferimento al messaggio programmatico « Per salvare le anime per formare nuove generazioni … ».

Darío Nicoli, della sezione Formazione Professionale dell'Universitá Cattolica di Milano, nel richiamare come il sistema qualità sia una grande sfida perché obbliga a darsi obiettivi ben precisi e modalità di valutazione del servizio formativo offerto, ha rammentato che la qualità non deve derivare dalle norme ma dall'identità dell'organismo di formazione, con un modello centrato sul processo formativo.

L'introduzione di un sistema di qualità in un organismo di formazione - ha proseguito Nicoli - può rischiare di ridurre l'azione formativa ad una sterile valutazione di dati tecnici di management e di organizzazione.

Diventa pertanto importante il coinvolgimento e la valorizzazione della persona e delle risorse umane.

Coinvolgimento che, attraverso i valori di riferimento del proprio agire, dichiarati dall'organismo di formazione nella propria carta dei valori, crei una motivazione non teorica, ma testimoniata da chi si occupa di formazione; non un'alfabetizzazione o aggiornamento tecnologici ma una necessità di operare per una formazione della personalità nel suo insieme.

Roberto Ladetto, responsabile della AFAQ Italia, forte della consolidata tradizione francese nella certificazione di qualità della formazione, ha ricordato che la certificazione é e deve rimanere volontaria.

Si può fare qualità senza essere certificati, ma non ci si può certificare senza un efficiente sistema di qualità.

Di qui il richiamo alla funzione sinergica con un valido organismo di certificazione quale occasione di mantenimento e miglioramento della qualità del servizio offerto.

L'esperienza vissuta dalla Casa di Carità, nella realizzazione del sistema qualità, é stata presentala da Ezio Audano, responsabile del Servizio Assicurazione Qualità.

Un percorso che ha significato la formalizzazione della tradizione formativa dell'Opera, incentrata sulla elevazione personale sociale e cristiana attraverso la realizzazione nel lavoro.

Percorsi formativi monitorati nelle attività di definizione dei progetti, di definizione delle attrezzature e delle tecnologie da adottare, di valutazione dell'acquisizione delle competenze, di gestione delle risorse degli addetti alla formazione, di soddisfazione dei destinatari della formazione.

Non solo impressioni ma certezze documentate.

Una forte azione professionalizzante senza distogliere l'attenzione ai valori della dignità della persona, in forte sintonia con i principi della proposta formativa dell'Ente.

Esperienza sinergica che ha permesso la realizzazione di un sistema qualità proiettato sul perseguimento della Qualità Totale.

La posizione della Chiesa rispetto al tema della qualità é stata presentata da don Gianni Fornero, responsabile dell'Ufficio Regionale della Pastorale Sociale del Lavoro.

Don Gianni ha sottolineato che di fronte a questi sistemi efficientistici non bisogna perdere di vista la dignità dell'uomo e l'importanza decisiva dei rapporti umani e dell'ambiente.

Diventa necessario calibrare l'equilibrio fra efficienza e progetto culturale.

Ben venga la qualità … se ha come obiettivo la centralità dell'uomo.

A chiusura della prima parte del simposio, Mons. Peradotto, nel portare ai presenti il saluto del Cardinale Arcivescovo, richiamandosi all'intervento di Don Fomero, ha ricordato che le persone non possono essere considerate come cose perfette, la persona si costruisce con una crescita continua.

In un momento in cui la scuola cattolica é trattata con sospetto, con una visione esclusivamente confessionale, l'esperienza della Casa di Carità é un esempio di serietà della scuola cattolica che merita quindi tutta l'attenzione e la stima anche della società civile.

La seconda parte del simposio ha dato vita ad una tavola rotonda che, sulla base degli interventi precedenti, ha fornico una serie di condizioni in cui la qualità della formazione diventa elemento strategico.

Anna Totolo, responsabile del Servizio Standard Formativi della Regione Piemonte, ha tracciato le logiche che la Regione intende attuare per l'accreditamento delle Agenzie e delle strutture formative.

Accreditamento per elevare e garantire la qualità degli interventi formativí, in cui la certificazione diventa condizione privilegiante per la valorizzazione di una formazione professionale che si deve muovere verso il 2000 in termini di efficienza ed efficacia.

L'Assessore Provinciale al Lavoro, Marco Camoletto, ha trattato invece il problema del trasferimento delle deleghe alle Province della gestione della formazione, per meglio fornire un servizio qualitativo delle azioni formative in una logica di integrazione di rete delle risorse.

Massimo Tamiatti, dell'Agenzia Regionale per l'Impiego, ha creato un raccordo fra qualità della formazione e rapido cambiamento dei fabbisogni sociali e del mercato del lavoro, dove una formazione improntata alla certificazione delle competenze potrà certamente permettere la realizzazione della persona attraverso il lavoro.

Pompeo Vagliani, responsabile della Qualità di ISVOR FIAT, ha richiamato l'attenzione di come può rapportarsi la formazione professionale, che deve essere crescita umana e professionale, con una missione imprenditoriale.

La conclusione della tavola rotonda é stata curata da Alberto Vergani, esperto di valutazione e componente della redazione della rivista Professionalità.

Vergani ha ribadito quale valenza strategica assume, in un momento di disorientamento del sistema formativo, il garantire attraverso un sistema organizzato una qualità dell'intervento formativo.

Ma soprattutto diventa importante mantenere vivo il valore della qualità della formazione.

A Fulvio Penner, ricercatore dell'ISFOL, è stato affidato il compito di chiudere la giornata.

Penner ha improntato il suo intervento sul tema: dalla qualità delle strutture e dei processi alla qualità del sistema.

La formazione professionale deve trovare una nuova identità a seguito di innumerevoli evoluzioni di ordine giuridico istituzionale, economico sociale e dell'evoluzione tecnologica.

Per poter rispondere alle nuove problematiche le agenzie formative dovranno certamente dotarsi di strumenti di monitoraggio e valutazione flessibili che garantiscano la qualità dell'azione formativa.

Si è ancora lontani da un sistema di formazione europeo, certamente in Italia bisognerà lavorare per far sì che l'attuale sistema si flessibilizzi per garantire una pronta risposta ai fabbisogni sociali e del mercato del lavoro.

Attilio Bondone, direttore generale della Casa di Carità, che ha svolto la funzione di moderatore del simposio, ringraziando il personale tutto della Casa di Carità per l'impegno e la professionalità profusi nella realizzazione del sistema di qualità, congeda quindi gli intervenuti invitandoli alle prossime occasioni di confronto che certamente potranno realizzarsi grazie ai molteplici spunti di riflessione emersi in questa occasione.

Ezio Andano
Servizio Assicurazione Qualità

Simposio della Casa di Carità sulla Qualità. Il tavolo dei relatori

Simposio sulla Qualità. La folta presenza di pubblico nel salone del Museo dell'Automobile

Saluto della Presidenza

Sin dalle origini della Casa di Carità Arti e Mestieri, i cui primi corsi professionali risalgono al lontano 1925, i Catechisti dell'Unione del Crocifisso e dell'Immacolata, promotori dell'Opera si posero subito l'obiettivo di offrire ai giovani lavoratori azioni formative di qualità.

E ciò non in termini di generico riferimento o di semplice aspirazione, ma con provvedimenti concreti, quale l'animazione dell'apprendimento manuale con le cognizioni teoriche e tecnologiche, affinché l'allievo avesse piena consapevolezza del processo lavorativo.

Era un significativo contributo a quella che denominiamo oggi « cultura del lavoro ».

Quanto alle modalità didattiche, e ai rapporti con l'esterno, si é determinata una graduale ma costante crescita, come la predeterminazione dei tempi di esecuzione dei lavori di addestramento, le modalità di collaudo e di valutazione in base a criteri obiettivi, l'acquisizione di macchinari aggiornati con gli sviluppi tecnologici, nonché lo stretto collegamento con le imprese per il rinnovamento delle procedure lavorative e per garantire l'occupazione ai giovani qualificati.

La missione catechistica di elevare nello spirito i giovani non é mai andata disgiunta dalla competenza e dalla qualità tecnologica, anzi ha fatto di questa lo strumento per l'annuncio e la proposta del messaggio cristiano.

Secondo gli insegnamenti del loro fondatore, il ven. fr. Teodoreto delle Scuole Cristiane, i Catechisti con i Fratelli, hanno applicato i principi di S. Giovanni Battista de La Salle, che già nel 1600 formulava per le scuole cristiane l'impegno per un insegnamento di qualità che le contraddistinguesse non meno dell'ispirazione cristiana.

Nel corso della sua storia la Casa di Carità ha costantemente tenuto presente questa esigenza, esplicandola a seconda delle necessità e delle esigenze dei tempi.

Così negli anni dello sviluppo industriale del dopo guerra, é stato elaborato e costantemente perseguito l'obiettivo della professionalità, intesa come maturazione dell'allievo e sua idoneità al lavoro, ma altresì come sua elevazione personale sul piano esistenziale per il conferimento di sicurezze di vita, con tutta la rilevanza che ciò comporta, non solo sul piano tecnico, ma anche su quello economico, sociale e politico.

Il concetto di professionalità viene nei nostri giorni a svilupparsi e ad arricchirsi in quello che é la competenza professionale, strettamente connesso con la formazione permanente, anche in relazione alla flessibilità nelle prestazioni lavorative.

In questa linea si innesta il simposio odierno, come punto di arrivo del lavoro di verifica, di rilevazione e di certificazione fin ora effettuato nell'ambito della Casa di Carità, e altresì come punto di partenza per l'elaborazione di una qualità che, attraverso la razionalizzazione delle procedure operative, tenda sempre più a qualificare e umanizzare la formazione professionale, in conformità alla stessa nozione di questa che, secondo la nostra proposta formativa, é quella di far imparare le arti e i mestieri per elevare nello spirito i lavoratori, per formare nuove generazioni e in definitiva « per salvare le anime », in tutta la pienezza di tale espressione.

Il ringraziamento più fervido a quanti si sono prestati per quest'opera, agli esperti che ci hanno condotto alla certificazione, ai qualificati relatori di questo simposio e a quanti con la loro presenza collaborano con noi in questo cammino doveroso, non facile, ma certo affascinante per il bene dei giovani, dei lavoratori e più in generale per inserirci nell'impegno comune per la crescita del nostro Paese.

Innalzamento dell'obbligo scolastico e formazione professionale

La legge recentemente varata sull'innalzamento dell'obbligo scolastico da otto a nove anni ha ripercussioni di ordine vario.

Qui intendiamo esaminare quelle nei confronti dei giovani orientati per la formazione professionale.

Con la nuova legge il Senato ha approvato un ordine del giorno, accolto dal Governo, perché siano consentite nell'ultimo anno dell'obbligo « iniziative sperimentali nei centri di formazione professionali accreditati ».

L'attuazione piena e illuminata di tale ordine del giorno può risultare decisiva per la valorizzazione della nuova normativa, nell'interesse dei giovani orientati per il lavoro.

L'elevazione dell'obbligo scolastico fino a 15 anni, in sé considerala, é indubbiamente un provvedimento valido.

Poiché riteniamo difficile che tale riforma scolastica possa essere attuata per il prossimo autunno, anno di entrata in vigore dell'innalzamento dell'obbligo, si pongono grossi interrogativi su come potrà essere impiegato quest'anno di ulteriore permanenza nella scuola di quei giovani che non intendono continuare gli studi.

Sara un quarto anno di scuola media inferiore?

Non lo crediamo, poiché ciò potrebbe avvenire solo nell'ambito di una riforma che é al di la da venire.

Si assolverà mediante la semplice frequenza del primo anno di uno dei vari curriculi scolastici della scuola media superiore?

Se fosse così non so quale ne potrebbe essere l'utilità, poiché si costringerebbero i giovani ad iniziare un percorso di studi per il quale non sarebbero orientati e che comunque intenderebbero poi abbandonare.

Inoltre al termine di questo anno gli studenti non conseguirebbero alcun titolo, se non quello del formale adempimento dell'obbligo scolastico.

Le iniziative sperimentali nei centri di formazione accreditati, previste dall'ordine del giorno, dovrebbero introdurre un anno di orientamento e di sperimentazione specifico per i giovani che si propongono una propedeutica al lavoro.

Con tali iniziative verranno in pratica ad essere recepite le istanze in precedenza avanzate circa la possibilità di assolvere l'ultimo anno di obbligo scolastico direttamente nei centri di formazione professionale?

É presto per dirlo, poiché dobbiamo attendere le norme di attuazione della nuova legge, ma temiamo sia improbabile questa soluzione, anche se vivamente la auspichiamo nell'interesse dei giovani.

Se le iniziative sperimentali dovessero limitarsi all'inserimento degli studenti dell'ultimo anno nei centri di formazione professionale, solo per un limitato numero di ore, affinché a questi allievi sia impartito un iniziale assaggio di esercitazioni pratiche, allora temo che l'approccio alla formazione professionale rischi di diventare sterile, e non rivelativo della specificità di una autentica forma di maturazione e di crescita della persona.

Invero la formazione professionale non é semplice attività di addestramento, né consiste in una serie ripetitiva di processi di manualità, attraverso la pratica agli utensili, alle macchine, e in genere nell'esercizio di una mansione lavorativa.

Occorre altresì studio ed esercitazione teorica: non occorre essere esperti in materia per conoscere il ruolo assunto dall'informatica nei processi lavorativi ( dal disegno alla progettazione, dalla fresatura al controllo dei particolari, tanto per esemplificare ) e senza un'adeguata preparazione teorica non ci si accosta all'elaborazione elettronica.

Per la prima maturazione dei giovani, é auspicabile pertanto che le iniziative sperimentali di cui all'ordine del giorno non si limitino a poche ore di esercizio manuale nei centri di formazione professionale, ma piuttosto prevedano l'affidamento a tali centri di organiche impostazioni corsuali, di articolati progetti che consentono alla formazione professionale di esplicarsi per quello che é, cioè lo sviluppo delle facoltà personali - e perciò della stessa persona - per l'acquisizione di una professionalità.

Si tratta in altri termini di riconoscere alla formazione professionale il ruolo che le é proprio, cioè di una forma di cultura desunta dal lavoro, e nella prospettiva di preparare all'esercizio del lavoro.

D'altra parte questa non sarebbe che la conseguenza della premessa posta a fondamento del sistema educativo, di cui alla riforma, che si vorrebbe poggiante su due basi autonome ancorché contigue: la scuola e la formazione professionale.

Vito Moccia

Addestramento al controllo numerico alla sede centrale della Casa di Carità

Centro di Nuoro della Casa di Carità. Operatori ai computers