Eritrea 2004 - Appunti di Viaggio |
B289-A4
Leandro - Leonardo
26/02 /04 - 1° Incontro con il Vescovo Abuna Menghesteab Tesfamariam ( comboniano )
L'Unione Catechisti era molto conosciuta dai Vescovi suoi predecessori: Abuna Abraha e Abuna Johannes Zakarias.
Lui ha conosciuto solo recentemente il nostro Istituto.
Ha conosciuto Habtèsllassiè Abrha ( Catechista Associato dal 1958 e Responsabile della Fraternità di Asmara ) quando era già molto debilitato, prima che partisse per l'Italia per le cure, che purtroppo sono state inutili.
È deceduto in Asmara il 14 settembre 2003.
Il Vescovo ha ricevuto nell'ottobre scorso il materiale illustrativo e la nostra lettera, in cui chiedevamo il suo consiglio per il dopo Habtè.
In partenza per Roma, non ha potuto rispondere subito.
È lieto di fare la nostra conoscenza e di sapere che esiste un Istituto Secolare di Catechisti nel suo Eparcato.
Egli stesso aveva in mente di costituire in Centro Catechistico Nazionale per la formazione dei Catechisti eritrei ( se ne parlerà più avanti ).
Rutha, figlia di Habtè, promossa a pieni voti nell'Istituto di Teologia e Filosofia presso il Seminario Maggiore di Asmara.
Ora insegna: Filosofia - Filosofia politica - Teologia biblica e Logica presso l'Istituto Superiore di Teologia situato nella ex Cattedrale latina ( ora diventata parrocchia ), retta dai PP. Cappuccini.
Rutha ha vinto una Borsa di studio ( istituita in Germania ) per frequentare a Roma un Corso di Catechetica della durata di tre anni presso l'Università Salesiana - con soggiorno presso le Suore canossiane.
Le pratiche per il Visto, si concluderanno nel prossimo giugno.
Mentre è a Roma, Rutha ha chiesto di fare il periodo triennale di formazione come Catechista Consacrata dell'Unione ( pare che la sorellina Sion voglia seguire la sua medesima strada ).
È tutto da confermare e definire con soluzione a lungo termine.
Isghilewa, Catechista Consacrata fin dal 1988, gestisce un negozietto dove produce e vende manufatti di cucito e ricamo in stile tradizionale locale e, quando può, insegna questo lavoro ad alcune ragazze.
Il Vescovo conosce anche il Progetto "Charity Center", iniziato da Habtè, che ha già visitato di persona.
Lo informiamo brevemente della notevole attività apostolica che Habtè, ha svolto nel tempo, in mezzo a tante difficoltà, che ora però ha bisogno di un certo coordinamento.
Nasce così la prima logica domanda: quale sarà il futuro dell'Unione in Asmara e in Eritrea?
In Eritrea esistono vari Gruppi a livello di Adoratori e Adoratrici di Gesù Crocifisso: Asmara - Keren - centri minori.
Gruppi costituti da giovani e adulti, da seguire e formare, che fanno riunioni periodiche con perseveranza.
Oltre al problema delle persone, oggi vi è da risolvere anche il problema del progetto "Charity Center" - Borgata Paradiso su un terreno di 6.000 mq in zona periferica.
Per terminare il 1° Lotto dei lavori occorre:
- gettare la soletta, già pronta e già pagata, ma non ancora effettuata ;
- reperire fondi per completare la parte mancante che corrisponde ai 2/3 dei lavori e delle spese: muri divisori, finiture esterne ed interne, pavimenti e piastrellature, impianto idro-sanitario ed elettrico;
- provvedere, in modo prioritario, al saldo delle spese di progettazione.
A lavori ultimati il fabbricato dovrebbe diventare Sede dell'Unione, dando ospitalità a Isghilewa e a due o tre ragazze sue allieve e al altre iniziative sociali.
Attualmente: per concludere il progetto del 1° Lotto occorrono da 80.000 a 100.000 euro
Quanto finora esaminato è frutto del lavoro pluriennale del nostro caro amico Habtèsllassiè Abrha.
Quanti sacrifici, quante rinunce, quanta sofferenza perché si mettessero le basi per la crescita dell'Unione in Eritrea.
Certamente lui, scelto dallo stesso Fr. Adriano per fondare l'Unione nel suo Paese, con la sole sue forze e con la sua preparazione personale, non poteva fare di più.
Quante prove ha dovuto superare:
- dopo un promettente inizio, con la traduzione in tre lingue tigrinio, amara, cunama
- stampa e diffusione a tappeto dell'Adorazione a Gesù Crocifisso ( si può dire in tutto il territorio eritreo, anche tra fedeli di altre religioni ),
- organizzazione di gruppi giovanili, all'inizio assai numerosi, e di gruppi di donne e uomini adulti
- gran parte a livello "zelatori" e "ascritti" - una parte a livello Associati, sia pure in fase iniziale, dove era prevista una formula di promessa pronunciata durante pubbliche riunioni nella Cattedrale cattolica di rito orientale, di cui conserviamo documentazione fotografica
- pieno appoggio del Vescovo Mons. Abraha che vedeva in questo ampio movimento un arricchimento della spiritualità nella sua Diocesi e un forte richiamo alla spiritualità di Gesù Crocifisso che in Eritrea è molto sentita a tutti i livelli
Dal vescovo ebbe una sede per le adunanze, negli stessi locali della Cattedrale - locali che Habtè seppe valorizzare e utilizzare al meglio.
Per molti anni Habtè fu affiancato da un Fratello Assessore, dopo Fratel Adriano, fondatore della sede, Fratel Daniele, Fratel Michele e altri.
Habtè: una vita da scrivere e da meditare.
In mezzo a tutte queste situazioni. Habtè, che non si diede mai per vinto, ideò un Progetto - volendo semplicemente ricostituire la sede dell'Unione.
Dopo aver richiesto all'Autorità la semplice disponibilità di locali per le riunioni, si vide, a sorpresa, assegnato un terreno di 6.000 mq per un grande progetto.
L'Eritrea è un Paese martoriato dalle guerre; un Popolo giovane che attende con ansia la liberazione, un popolo di indole buona, pacifica, accogliente, ospitale, religiosa.
Dal 1958 l'Unione è presente in Eritrea.
Costituita ora da giovani perseveranti, da gruppi di preghiera, da validi elementi dove l'Adorazione a Gesù Crocifisso è al centro dei loro pensieri e delle loro attività.
A livello iniziale, ma solido e promettente.
Opera di un uomo, Habtè, che da solo, ricco di fede e di coraggio non sempre capito, ma che con l'aiuto di Dio, in mezzo a tante difficoltà, ha lottato per la sopravvivenza, sua, della sua famiglia e dell'Unione.
Ora, sta a noi cogliere la sua eredità e aiutare, per quanto possibile, i nostri amici più poveri, a volte da noi stessi dimenticati o sottovalutati.
Non possiamo abbandonarli!