Presentazione di don Marco Ghiazza

B294-A11

Da tempo l'amico Vito Moccia mi "insegue" alla ricerca di un breve mio contributo per queste pagine.

La frenesia della nostra vita e il desiderio di restare un po' nell'ombra hanno ritardato la cosa … fino ad oggi.

Scrivo questi pensieri durante la Quaresima, attesa operosa della Pasqua.

Forse non è del tutto un caso.

La Pasqua è festa del riscatto, dal peccato e dalla morte.

La Casa di Carità è nata ed esiste anche come opportunità di riscatto, umano e spirituale, per mezzo della formazione professionale.

Accompagnare i ragazzi a "prendere in mano la propria vita per farne un capolavoro" ( secondo un'espressione di Giovanni Paolo II ) è opera specificatamente pasquale.

Anche il mio essere in Casa di Carità non è forse dovuto solo al caso.

Vengo da un quartiere popolare - Mirafiori - e più precisamente dalla parrocchia "Gesù Redentore".

Durante gli anni dell'adolescenza ( essendo nato nel 1979 mi sento tuttora di appartenere all'età della giovinezza ) ho potuto incontrare, conoscere e seguire il percorso educativo della Gioventù Operaia Cristiana, la Gioc.

Questa esperienza mi ha aiutato ad allargare lo sguardo verso i miei coetanei che erano e sono al lavoro e verso i ragazzi talvolta meno inseriti nei "circuiti" parrocchiali.

Con loro ho condiviso e condivido la ricerca di una relazione con Dio che sappia essere attenta alla vita quotidiana, anzi che parte da essa; attenta ai piccoli e grandi segni del Regno presenti nelle vicende di ciascuno.

Negli anni del Seminario questo interesse è maturato, accompagnato e guidato da don Gianni Fornero.

Con lui ho avuto la possibilità di condividere esperienze, viaggi, momenti di gruppo con altri seminaristi … ma soprattutto chiacchierate e confronti ( persino rimproveri! ).

La sera precedente la mia ordinazione diaconale partecipai ad una serata a lui dedicata presso la parrocchia di Vigone; quella precedente l'ordinazione sacerdotale sono stato alla Messa per il primo anniversario della sua morte.

È una "compagnia" che continua nel ricordo, nell'impegno … e anche nella fraternità e nella collaborazione con don Daniele, che oggi dirige con dedizione grande l'ufficio di Pastorale sociale e del lavoro.

Sono ritornato, da prete, in un quartiere storicamente operaio quale è la Barriera di Milano: da un anno e mezzo sono vice parroco a "Maria Speranza Nostra".

Il resto è storia … o Provvidenza: una telefonata di mons. Lanzetti nell'autunno scorso, un colloquio con l'Arcivescovo a margine della "Due giorni del clero" a S. Rita … ed eccomi qua.

Decisamente contento di questa esperienza, impegnativa ma molto stimolante.

La relazione con i ragazzi è un invito continuo a verificare l'attualità, l'autenticità, la potenziale incisività del messaggio evangelico.

Invito a "tradurre" la teologia studiata nell'esperienza di ogni giorno.

Invito a imparare ancora, dalla vita propria e da quella degli altri.

Ringrazio don Filippo per quanto ha seminato prima e meglio di me e i responsabili della Casa di Carità per l'accoglienza che mi hanno riservato e per la collaborazione che mi accordano.

Insieme lavoriamo per il riscatto, per la ricerca di un po' di felicità … garantita a quanti vivono con responsabilità, a quanti coltivano la fiducia nelle proprie capacità, a quanti sognano un domani più bello … anche grazie al loro impegno e alla perenne fedeltà di Dio.

Questa è Pasqua.

Auguri!