Avrete forza dallo Spirito Santo

B299-A1

- S.S. Benedetto XVI -

Dal discorso del Papa nella veglia con i giovani alla XXIIIª Giornata Mondiale della Gioventù

E, chinato il capo, rese lo spirito ( Gv 19,30 ).

Questo passo del Vangelo in cui S. Giovanni esprime l'atto della morte di Gesù, viene anche inteso, nella riflessione teologica, come il dono " il rendimento " - dello Spirito Santo all'umanità da parte dell'Agnello Immolato.

L'amore a Gesù Crocifisso è frutto dello Spirito e ci conduce allo Spirito.

Per cui le riflessioni che seguono, tratte dal discorso del Papa a Sydney del 19 luglio u. sc., nella veglia con i giovani in occasione della XXIIIª Giornata Mondiale della Gioventù, oltre a costituire una fondamentale catechesi sullo Spirito Santo, ci sono di incentivo a coltivare l'adorazione al Crocifisso e a rendere gloria al Padre.

Cammino spirituale per comprendere lo Spirito Santo.

Lo Spirito Santo è stato in vari modi la Persona dimenticata della Santissima Trinità.

Una chiara comprensione di lui sembra quasi fuori della nostra portata.

E tuttavia quando ero ancora ragazzino, i miei genitori, come i vostri, mi insegnarono il segno della Croce, e così giunsi presto a capire che c'è un Dio della fede e della vita cristiana.

Quando crebbi in modo da avere una certa comprensione di Dio Padre e di Dio Figlio, i nomi significavano già parecchio, la mia comprensione della terza Persona della Trinità rimaneva molto carente.

Perciò, da giovane sacerdote incaricato di insegnare teologia, decisi di studiare i testimoni eminenti dello Spirito nella storia della Chiesa.

Fu in questo itinerario che mi ritrovai a leggere, tra gli altri, il grande sant'Agostino.

La sua comprensione dello Spirito Santo si sviluppò in modo graduale; fu una lotta.

Da giovane aveva seguito il Manicheismo, uno di quei tentativi di creare un'utopia spirituale separando le cose dello spirito da quelle della carne.

Di conseguenza, all'inizio egli era sospettoso di fronte all'insegnamento cristiano sull'incarnazione di Dio.

E tuttavia la sua esperienza dell'amore di Dio presente nella Chiesa lo portò a cercarne la fonte nella vita del Dio uno e trino.

Questo lo portò a tre particolari intuizioni sullo Spirito Santo come vincolo di unità all'interno della Santissima Trinità: unità come comunione, unità come amore durevole, unità come donante e dono.

Queste tre intuizioni non sono soltanto teoriche.

Esse aiutano a spiegare come opera lo Spirito.

In un mondo in cui sia gli individui sia le comunità spesso soffrono dell'assenza di unità e di coesione, tali intuizioni ci aiutano a rimanere sintonizzati con lo Spirito e ad estendere e chiarire l'ambito della nostra testimonianza.

Lo Spirito Santo: unità e comunione nella Trinità

Perciò con l'aiuto di sant'Agostino, cerchiamo di illustrare qualcosa dell'opera dello Spirito Santo.

Egli annota che le due parole « Spirito » e « Santo » si riferiscono a ciò che appartiene alla natura divina; in altre parole, a ciò che è condiviso dal Padre e dal Figlio, alla loro comunione.

Per cui, se la caratteristica propria dello Spirito è di essere ciò che è condiviso dal Padre e dal Figlio, Agostino ne conclude che la qualità peculiare dello Spirito è Unità.

Un'unità di comunione vissuta: un'unità di persone in relazione vicendevole di costante dono; il Padre e il Figlio che si donano l'uno all'altro.

Cominciamo così ad intravedere, penso, quanto illuminante sia tale comprensione dello Spirito Santo come unità, come comunione.

Una vera unità non può mai essere fondata su relazioni che neghino l'uguale dignità delle altre persone.

E neppure l'unita è semplicemente la somma totale dei gruppi mediante i quali noi a volte cerchiamo di « definire » noi stessi.

Di fatto, solo nella vita di comunione l'unità si sostiene e l'identità umana si realizza appieno: riconosciamo il comune bisogno di Dio, rispondiamo all'unificante presenza dello Spirito Santo e ci doniamo vicendevolmente nel servizio degli uni agli altri.

Lo Spirito come amore permanente

La seconda intuizione di Agostino, cioè lo Spirito Santo come amore che permane, discende dallo studio che egli fece della Prima Lettera di san Giovanni, là dove l'autore ci dice che « Dio è amore » ( 1 Gv 4,16 ).

Agostino suggerisce che queste parole, pur riferendosi alla Trinità nel suo insieme, debbono intendersi anche come espressive di una caratteristica particolare dello Spirito Santo.

Riflettendo sulla natura permanente dell'amore - « chi resta nell'amore rimane in Dio e Dio rimane in lui » ( 1 Gv 4,16 ) - Agostino si chiede: è l'amore o lo Spirito che garantisce il dono durevole?

E questa è la conclusione alla quale egli arriva: « Lo Spirito Santo fa dimorare noi in Dio e Dio in noi; ma è l'amore che causa ciò.

Lo Spirito pertanto è Dio come amore! » ( De Trinitate 15,17-31 ).

È una magnifica spiegazione: Dio condivide se stesso come amore nello Spirito Santo.

Che cosa d'altro possiamo sapere sulla base di questa intuizione?

L'amore è il segno della presenza dello Spirito Santo!

Le idee o le parole che mancano di amore, anche se appaiono sofisticate o sagaci, non possono essere « dello Spirito ».

Di più: l'amore ha un tratto particolare; lungi dall'essere indulgente o volubile, ha un compito o un fine da adempiere: quello di permanere.

Per sua natura l'amore è durevole.

Ancora una volta, cari amici, possiamo gettare un ulteriore colpo d'occhio su quanto lo Spirito Santo offre al mondo: amore che dissolve l'incertezza; amore che supera la paura del tradimento; amore che porta in sé l'eternità; il vero amore che ci introduce in una unità che permane!

Lo Spirito come dono

La terza intuizione, lo Spirito Santo come dono, Agostino la deduce dalla riflessione su un passo evangelico che tutti conosciamo ed amiamo: il colloquio di Cristo con la samaritana presso il pozzo.

Qui Gesù si rivela come il datore dell'acqua viva ( Gv 4,10 ), che viene poi qualificata come lo Spirito ( Gv 7,39; 1 Cor 12,13 ).

Lo Spirito è « il dono di Dio » ( Gv 4,10 ), la sorgente interiore ( Gv 4,14 ) che soddisfa davvero la nostra sete più profonda e ci conduce al Padre.

Da tale osservazione Agostino conclude che il Dio che si concede a noi come dono è lo Spirito Santo ( De Trinitate, 15,18-32 ).

Amici, ancora una volta gettiamo uno sguardo sulla Trinità all'opera: lo Spirito Santo è Dio che eternamente si dona; al pari di una sorgente perenne, egli offre niente di meno che se stesso.

Osservando questo dono incessante, giungiamo a vedere i limiti di tutto ciò che perisce, la follia di una mentalità consumistica.

In particolare, cominciamo a comprendere perché la ricerca di novità ci lascia insoddisfatti e desiderosi di qualcos'altro.

Non stiamo noi forse ricercando un dono eterno?

La sorgente che mai si esaurirà?

Con la samaritana esclamiamo: Dammi di quest'acqua, così che non abbia più sete ( Gv 4,15 )!

Carissimi giovani, abbiamo visto che è lo Spirito Santo a realizzare la meravigliosa comunione dei credenti in Cristo Gesù.

Fedele alla sua natura di datore e insieme di dono, egli è ora all'opera mediante voi.

Ispirati dalle intuizioni di sant'Agostino, fate sì che l'amore unificante sia la vostra misura; l'amore durevole sia la vostra sfida; l'amore che si dona la vostra missione!