Messa del Povero  

B299-A11

- Eugenia Verna -

80 anni per la catechesi e il ristoro agli indigenti

Quest'anno ricorre l'ottantesimo anniversario dell'istituzione della "Messa del Povero"., per cui è opportuno, attraverso testimonianze oculari e memorie scritte, ripercorrerne il cammino, perché continui a sussistere negli operatori attuali, e negli stessi partecipanti alla Messa domenicale, cui viene poi servito l'abbondante pranzo, quel forte spirito di carità che da sempre ha caratterizzato l'Opera.

In tale linea ritengo di portare la testimonianza di una delle più appassionate sostenitrici della Messa del Povero, la sig.ra Nicoletta Albertazzi ved. Ronco, deceduta nel 1996 all.età di 91 anni.

Affiancando per 40 anni il marito Gioacchino, catechista associato dell'Unione del Crocifisso e dell'Immacolata, che è stato uno dei conduttori dell'Opera, e dopo la morte di questi per un ventennio, la sig.ra Nicoletta ha costantemente dato il suo apporto con la presenza e con il suo servizio in cucina, sempre con spirito sereno e giovanile nonostante l'età avanzata.

Mi ha lasciato uno scritto da cui emerge un profondo affetto e una delicata comprensione verso i poveri, mai da lei giudicati, anzi accolti con pazienza, anche nei momenti di esasperata ribellione da parte loro.

Era infatti convinta che non fosse opportuno nei confronti dei più derelitti pretendere immediatamente una disciplina, ma riservarla ad un momento successivo, dando spazio nel primo impatto alla comprensione e a tanto affetto.

Prima occorreva una carità dialogante, quella che: "tutto crede, tutto spera, tutto sopporta". ( 1 Cor 13,4-7 ).

Nella sua lettera fa un po' di cronistoria dell'Opera, nata nel 1928 per merito di Suor Maria Montaldo, delle Figlie della Carità, cui si sono aggiunti con entusiasmo e dedizione i Catechisti dell'Unione, incitati dal ven. fr. Teodoreto.

Particolare memoria fa dei sacerdoti celebranti in quei primi tempi, i canonici Bertola, Morino e Arbinolo, ai quali sono succeduti don Franci per vari decenni, e don Bepi Campagnaro, l'attuale cappellano.

Non manca però di segnalare l'elemento carismatico di questa Opera scrivendo: "Ho sempre pensato che per la Messa del Povero non basta erogare un buon pranzo, ma occorre aiutare altresì le persone bisognose nelle loro necessità morali oltre che materiali.

Per fare questo ci vuole amore e comprensione, per cui è necessario dialogare sempre con loro".

La sua testimonianza ci sia di incentivo a perseverare in questa missione mantenendone lo spirito genuino, contrassegnato dall'amore a Gesù Crocifisso, come lo attesta la pratica dell' "Adorazione" con cui si apre ogni incontro domenicale prima della Messa.

Infatti è nel Crocifisso Risorto che trova soluzione il dolore umano, e trova alimento l.amore con cui dobbiamo ricevere ed aiutare i poveri.