Comm. del dr. Domenico Conti nel Cons. Com. di Torino  

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Il 25 marzo u. sc. ha avuto luogo nella sala del Consiglio Comunale di Torino la solenne commemorazione del dr. Conti, già consigliere comunale, alla presenza del Sindaco, On.le Piero Fassino, che ha svolto una toccante allocuzione ( che ci riserviamo di pubblicare ), e di molte autorità.

Pubblichiamo il discorso commemorativo tenuto dall'On.le Guido Bodrato, che ringraziamo calorosamente.

Tali testimonianze - che si aggiungono a quelle già pubblicate su questo bollettino, su "Lasalliani in Italia" e sulla "Rivista Lasalliana" - attestano l'alta stima e gratitudine verso il dr. Conti di quanti l'hanno conosciuto ed hanno potuto fruire della sua opera e della sua testimonianza, e confermano la validità dei suoi insegnamenti educativi, sociali e religiosi.

Mi sono chiesto, come vorrebbe essere ricordato, in quest'aula, Domenico Conti?

Quando è stato eletto consigliere comunale, nel 1964, nella lista della Democrazia cristiana, Conti non aveva alle spalle una esperienza politica; da poco tempo si era avvicinato alle posizioni della "sinistra sociale" del partito che rappresentava l'unità politica dei cattolici, poiché sentiva questa tendenza più vicina alla sua esperienza di vita, ed il suo impegno nella politica amministrativa ha espresso soprattutto l'intenzione di dare più concretezza, nelle istituzioni pubbliche, ad una esperienza professionale – possiamo dire "ad una vocazione" che aveva maturato nel corso dell'attività ventennale alla Casa di Carità Arti e Mestieri.

Domenico Conti, quando è approdato al Consiglio comunale della sua città, a Torino è nato nel 1921, aveva alle spalle molto tempo dedicato alla formazione umana e professionale dei giovani, in un tempo caratterizzato da una forte espansione delle grandi fabbriche allora attive nella nostra città; e la motivazione di quella scelta di vita è spiegata molto bene da ciò che lo stesso Conti ha scritto, negli anni '60, come spiegazione della proposta formativa della istituzione da lui diretta: "la professionalità dei lavoratori va intesa come fattore ed espressione di promozione umana e di evangelizzazione, di libertà e di socialità, di sviluppo globale e di solidarietà".

Questo pensiero delinea un "progetto politico" cui Conti è rimasto sempre fedele, una bussola che ha orientato anche la sua attività amministrativa e le sue scelte politiche che si proponeva di compiere.

Nel Consiglio comunale della città è rimasto per un mandato, fino al 1970, poiché quando si è formato per la prima volta, il consiglio regionale, con le competenze che la Costituzione ha riconosciuto alle Regioni nel campo della formazione professionale, ha scelto di candidarsi in quelle elezioni regionali, riscuotendo un notevole consenso, specie nella periferia della città e nella cintura operaia.

In quest'aula il consigliere Conti ha preso la parola nel corso di tutte le discussioni sul bilancio comunale, soffermandosi sui capitoli di spesa che riguardavano le attività cui aveva deciso di dedicare la sua attenzione, ed alle molte discussioni che facevano riferimento a delibere che avevano come oggetto i problemi sociali, della formazione e del lavoro, il funzionamento delle scuole materne ed elementari, gli istituti professionali, il ruolo del centro internazionale per il personale tecnico professionale e le attività della commissione che si occupava degli interventi nel campo dell'addestramento professionale.

E si trattava sempre di interventi cui veniva riservata molta attenzione, per la riconosciuta competenza e concretezza delle sue argomentazioni.

Dopo l'esperienza di consigliere comunale, come ho appena ricordato, Domenico Conti è stato eletto consigliere regionale, e del consiglio regionale del Piemonte ha fatto parte fino al 1980, nella prima legislatura in maggioranza, nella seconda all'opposizione.

Anche nella Regione si è interessato soprattutto delle attività amministrative e legislative che hanno a che fare con la formazione professionale dei giovani.

Dal 1971 al 1973 ha fatto parte della giunta regionale con l'incarico di assessore all'istruzione, e dal 1973 al 1975 come assessore al lavoro.

Anche in questi anni di intenso impegno, è rimasto coerente con la convinzione che "la professionalità rappresenta la possibilità di concretizzare i diritti civili, il diritto al lavoro, i valori costituzionali della libertà e dell'eguaglianza, per una attiva partecipazione alla vita sociale e politica della comunità".

Si tratta, anche in questo caso, di una sua riflessione.

Chi ha conosciuto Domenico Conti ed ha condiviso la sua esperienza sociale, anche se da diversa parte politica, sa che quando cerchiamo di disegnare il suo profilo umano, possiamo parlare semplicemente di un uomo che ha seguito la vocazione di educatore, con una visione della vita che è stata caratterizzata da un forte sentimento religioso.

Conti non ha mai ostentato, ma neppure nascosto, questa sua intenzione di testimoniare nella vita il messaggio evangelico.

Tuttavia questo riferimento ci aiuta a riflettere sul suo profilo umano, sul suo rigore ed anche sulla sua riservatezza, sul rispetto che aveva per tutte le opinioni ed insieme sulla coerenza dei suoi comportamenti: Era parte della sua attitudine di educatore, di persona attenta alla problematica dei giovani che stavano entrando nel mondo del lavoro, anche l'impegno profuso nell'Unione dei catechisti, ci cui è stato presidente; Conti ha testimoniato nella vita di ogni giorno "il primato di Dio", per dimostrare in ogni occasione l'intenzione di "guardare oltre", di avere una visione cristiana della vita, di considerare la politica come una occasione per servire la comunità, per mettere il valore della solidarietà al centro del proprio impegno.

Dopo quindici anni di operosa presenza nella amministrazione comunale e regionale è tornato alla sua professione, alla responsabilità verso i giovani.

E ci ha lasciato, lo scorso anno, nel marzo del 2012, a novant'anni, in silenzio.

Guido Bodrato

Aula consigliare in cui è avvenuta la commemorazione del dott. Conti, il 26 marzo 2013