Ven. Fr. Teodoreto, apostolo dela misericodia |
B334-A1
( Riflessioni tratte dalla meditazione di don Marco Ghiazza al ritiro di maggio dell'Unione Catechisti )
Le esortazioni di Papa Francesco a meditare sulla misericordia di Dio, sfociate nell'indizione del prossimo Giubileo Straordinario su questo tema, ci inducono ad una profonda riflessione sul nostro orientamento al riguardo, con particolare riferimento al carisma del nostro Istituto, che è poi quello del suo Fondatore, il ven. Fr. Teodoreto.
Già nella Bolla di indizione, Misericordiae Vultus, il Papa ci offre molti spunti di riflessione, ma perché noi possiamo tendere ad una reale conversione occorre acquisire un abito interiore animato dalla divina misericordia, da cui il carattere provvidenziale del prossimo Giubileo.
E in questa linea si pone per noi appunto il richiamo al carisma dell'Unione Catechisti.
Porsi in questo cammino ispirandoci al modello dei Santi – nel cui novero rientrano certamente i venerabili, anche se non ancora canonizzati – non deve disarmarci in partenza, per la distanza che percepiamo intercorrere da loro: certamente siamo distanti, ma è proprio per questo che Gesù ci esorta a colmare il divario, ponendoci come obiettivo lo stesso Padre celeste ( cfr. Mt 5,48 ).
D'altra parte dobbiamo evitare il pericolo ( che può essere anche di comodo per il nostro quieto vivere ) di allontanare i Santi, lasciandoli solo sugli altari, e tenendoli in tal modo distanti, senza considerare il cammino, sovente difficile ed eroico, da essi compiuto per imitare Cristo, nell'adempimento della vocazione alla santità, alla quale siamo tutti chiamati.
Seguendo tale linea, dobbiamo iniziare le nostre riflessioni dal discepolato di fr. Teodoreto con riguardo alla misericordia.
In quanto discepolo di Cristo, è dalla imitazione del Maestro che il nostro Venerabile è pervenuto alla santità, ma in questo tragitto vanno rilevate due strade specifiche da Lui seguite: quella di Fratello delle Scuole Cristiane, secondo la spiritualità di san G. B. de La Salle, nell'offrire ai giovani la misericordia dell'educazione e dell'insegnamento; nonchè quella di umile discepolo del Servo di Dio fra Leopoldo Musso, nel pio esercizio dell'Adorazione del Crocifisso e nel realizzare le opere di santificazione, di carità e di formazione da tale Adorazione scaturite.
Come Fratello si è talmente conformato al carisma lasalliano tanto da osservare la regola della sua Congregazione "in modo eroico", secondo l'espressione consueta applicata per delineare le sue virtù, con il che si indica non tanto un'osservanza formale, ma un'assimilazione ispirata alla carità e appunto alla misericordia del suo Santo Fondatore.
Come amico, confidente e discepolo di fra Leopoldo, ha saputo scorgere nella persona dell'umilissimo francescano, cuoco del convento, un modello dell'amore al Crocifisso e all'Immacolata, tanto che lo definiva "quel santo", considerando il suo "Diario" come un poema della divina misericordia.
Ma se fr. Teodoreto è stato discepolo della misericordia, in modo eccelso ne è stato apostolo.
Egli ha testimoniato e comunicato ai suoi Confratelli, ai suoi Catechisti, ai suoi allievi e a quanti lo avvicinavano per consigli e orientamento di vita, che la misericordia è una scelta di atteggiamento e di relazione.
È l'equilibrio, anzi la fusione della carità e della giustizia, o, per usare le parole di Dante, della "divina Potestate" con la "somma Sapienza" e il "primo Amore".
Egli ha certamente intuito nei suoi pensieri, adeguandosi nelle azioni, quanto S. Giovanni XXIII avrebbe anni dopo dichiarato all'apertura del Concilio, sulla preferenza della Chiesa per la medicina della misericordia piuttosto che per l'intransigenza del rigore.
O quanto, più recentemente, Papa Francesco insegna con frequenza sul "tempo della misericordia" quale voce dello Spirito, tanto da avere indetto su tale tema un Giubileo.
Fr. Teodoreto ha vissuto la misericordia come partecipazione in sofferenza paterna e pastorale a chi ne era bisognoso, senza lassismi né rigorismi.
E in tale orientamento è stata un'opera di misericordia spirituale la fondazione dell'Unione Catechisti, per consentire agli allievi della scuola cristiana, e più in generale ai giovani, di perseverare nella formazione catechistica ricevuta, anzi di farsi a loro volta catechisti con la parola e con l'esempio, nella prospettiva di una piena consacrazione a Dio, nella professione dei consigli evangelici, o nell'ispirazione effettiva a questi nei chiamati al Matrimonio.
È stato infaticabile fr. Teodoreto in quest'opera, tanto che in tutte le Case dei Fratelli in Italia, ed anche in alcune all'estero, vi era un gruppo di Catechisti.
Parimenti è stato esercizio di misericordia il suo fondamentale impegno per la realizzazione della Casa di Carità Arti e Mestieri, per l'educazione religiosa, civile e professionale dei giovani avviati al lavoro, per conferire loro dignità umana, dato che il lavoro, oltre ad essere fonte di sostentamento e di sicurezza, è condizione di elevazione morale, come dal proverbio "il lavoro nobilita l'uomo".
E pienezza di misericordia, anche corporale, è stata la collaborazione, risoltasi poi in gestione, da parte dell'Unione Catechisti dell'opera Messa del Povero, da fr. Teodoreto accolta con piena partecipazione, anche di persona, sia alla messa domenicale, che alla mensa che poi seguiva.
Egli ha considerato questa attività dei Catechisti come un elemento prezioso, tanto da ritenerla la perla dell'Unione, e Lui stesso ha distribuito il pane agli affamati e il vino agli assetati, oltre alla particolare assistenza spirituale per portarli al Pane e al Vino eucaristici.
Ma la sintesi e il culmine, per così dire, della sua misericordia, sia come discepolo, che come apostolo, va riposto nel suo amore a Gesù Crocifisso.
L'invocazione apposta sotto l'immagine del Crocifisso innalzato da terra, con l'Anima abbracciata ai suoi piedi, secondo la visione avuta da fra Leopoldo, riprodotta sui foglietti dell'Adorazione: "Gesù mio misericordia!", non è solo una appassionata invocazione di supplica, ma altresì la qualificazione del Crocifisso, secondo l'espressione di Papa Francesco all'inizio della citata Bolla di indizione del Giubileo Straordinario: "Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre".
Impariamo da fr. Teodoreto ad essere misericordiosi, aiutando il prossimo nelle sue necessità, sia corporali, come dare il cibo agli affamati o visitare gli infermi, sia in quelle spirituali, nella vicinanza con chi soffre o con l'umile ma consolante testimonianza di fede a chi è disorientato.
E nell'avvicinare l'altro, il nostro atteggiamento sia veramente animato dalla carità, sapendoci mettere in gioco, evitando di essere assoluti, ma aperti e comprensivi.
Nell'adorazione al Crocifisso sia riposto il compendio di ogni nostra opera di misericordia: mediante la preghiera a Dio per i vivi e per i defunti.
V. M.