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Fermenti di vita nelle prime comunità

Dalla Pasqua di Gesù nasce la comunità cristiana, che riconosce come sua unica legge quella che il suo Signore le ha lasciato: l'amore che si fa servizio.

Lo Spirito suscita in essa modi sempre nuovi, nei quali questo stile di servizio si specifica e si concretizza.

È soprattutto il servizio della Parola e della comunione che, per impulso dello Spirito Santo e sotto la spinta delle situazioni storiche, dà vita a forme nuove di impegno stabile.

Ne danno testimonianza gli Atti degli apostoli e le lettere di Paolo.

A Gerusalemme la comunità cristiana cresce.

Molti credenti provengono dalla cultura del mondo greco.

Nella distribuzione dei beni e nel servizio della mensa comune, le vedove di questo gruppo vengono trascurate.

Il servizio della carità rischia di venir meno.

Su proposta dei Dodici, vengono scelti sette uomini, pieni di Spirito Santo, perché assolvano a questo nuovo ministero.

Qualcuno di loro farà anche opera di evangelizzazione presso coloro che sono di lingua greca ( At 6,1-10 ).

Ad Antiochia c'è una comunità vivace, guidata da un gruppo di "profeti" e "dottori", persone cioè che consolano e istruiscono i fratelli nella fede.

Durante una celebrazione liturgica, lo Spirito suggerisce di mettere a parte Saulo e Barnaba per l'impegno missionario a cui sono stati destinati.

Da questa Chiesa essi saranno inviati e sostenuti nell'opera di evangelizzazione, che li porterà attraverso tante città pagane.

Lo Spirito suscita quindi missionari del Vangelo ( At 13,1-3 ).

Nelle Chiese che Paolo fonda durante i suoi viaggi, istituisce dei "presbiteri" perché siano guide delle loro comunità ( At 14,23 ).

A Mileto, dove ha radunato i presbiteri di Efeso, Paolo traccia, in un discorso che sa di testamento, i compiti di questi nuovi ministri: proteggere la fede dei credenti affidati alla loro cura pastorale, annunciare ad essi tutta intera la volontà di Dio, agire con disinteresse, prestare grande attenzione ai più deboli.

Nascono così i responsabili delle comunità cristiane locali ( At 20,17-35 ).

Nel fermento di vita delle prime Chiese, troviamo anche la testimonianza di una coppia di sposi: Aquila e sua moglie Priscilla.

Possono essere un modello vivo di coniugi cristiani.

Sono inseriti nella vita sociale del loro tempo.

Per la loro origine giudaica, si ritrovano perseguitati, scacciati, pellegrini nel mondo.

Fanno il mestiere di tessitori di tende ( At 18,1-4 ).

Il lavoro è la trama della loro vita quotidiana ma anche uno strumento di solidarietà e condivisione.

La loro casa è aperta ai fratelli nella fede, e presso di loro si raduna la comunità cristiana locale.

Si fanno catechisti di un futuro evangelizzatore, Apollo, e divengono collaboratori dell'apostolo Paolo ( At 18,24-28 ).

Per la loro dedizione al Vangelo, corrono rischi gravi e subiscono persecuzione ( Rm 16,3-5 ).

Nella sua esortazione alla comunità di Roma, come già era avvenuto per quella di Corinto ( 1 Cor 12,4-11 ), Paolo lascia intravedere una grande ricchezza di doni che lo Spirito suscita e che servono alla crescita della Chiesa.

C'è il profeta che sa leggere la vita e i segni della storia alla luce della fede.

C'è chi è chiamato a fare il catechista, nell'insegnamento della parola di Dio o nell'esortazione ad un serio impegno morale.

Qualcuno ha il dono di presiedere e di organizzare la comunità.

Altri si fanno attenti al servizio dei poveri, alla raccolta di aiuti, all'impegno generoso verso gli ammalati e i bisognosi.

Per ognuno c'è una grazia ed una responsabilità da esercitare, nel rispetto degli altri e per la crescita di tutti ( Rm 12,3-8 ).

Quale impressione di vivacità ci lasciano le testimonianze di queste prime comunità cristiane!

Lo Spirito che le anima fa rivivere in esse, con tanti e vari ministeri e doni, il servizio di salvezza e di vita che Cristo ha reso e rende agli uomini.

Ciascuno dei battezzati è sollecitato da questo stesso Spirito a trovare e a realizzare con generosità la propria specifica vocazione di servizio.

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